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Corruzione e disonestà

“Dappertutto la verità è calpestata da quelli che se ne sentono offesi o danneggiati, specialmente quando domina uno solo, o pochi, che non guardano al diritto o alla conoscenza del vero, ma alla consistenza delle ricchezze”.

(Spinoza, “Trattato politico”, VII, 27)

Soprattutto dalla metà degli anni Settanta, la disonestà si è venuta sempre più imponendo come ordinario stile di vita, tanto che, attualmente, essa risulti ormai stratificata in ogni recesso della vita sociale; addirittura, essa assurge a motivo di ostentazione, quasi fosse divenuta una virtù della quale andar fieri.

La vera natura di questo fenomeno, non è tuttavia da ricondursi all'elevatissimo numero degli episodi di corruzione e di disonestà ormai sistematicamente perpetrati, quanto alla nuova “forma mentis” da essi recata. Ormai si obiettiva un livello di degrado sociale tale da proporre la corruzione e la disonestà come regole da seguire, facendole assurgere persino al rango di leggi della Stato. Si tratta di una sorta di nuovo credo, con i suoi immancabili dogmi, come quello secondo cui la disonestà paghi e l'onestà no. D'altronde, con un modello di sviluppo economico aperto al libero mercato, e perciò con un neoliberismo vaticinante il profitto a ogni costo, le cose non possono andare diversamente: infatti, la storia non la scrivono gli idealisti e gli ingenui, bensì i realisti e i furbi.

La corruzione e la disonestà rappresentano due aspetti delle dinamiche interpersonali suscettibili di imbarbarire il clima sociale. Si tratta di una drammatica realtà estesa dalle Alpi alla Sicilia: una realtà non rispettosa di alcuna promanazione istituzionale.

Questo è la conseguenza della mancata adozione di concrete iniziative miranti all'opportuna prevenzione di tali fenomenologie. In questo contesto si inscrive l'importanza della famiglia e della scuola, alle quali dovrebbe essere riconosciuto un ruolo eminente nelle dinamiche sociali. Ormai, nelle case, non esiste più la mensa attorno alla quale discutere. Al suo posto ci sono la televisione e i telefoni cellulari. Inoltre, sono sempre più numerose le famiglie divise e separate, le quali, nel fallace tentativo di sottrarsi all'incedere del tempo, cercano rifugio nei centri estetici e nei supermercati. Analogamente, la scuola è carente di insegnanti consapevoli della propria missione e pertanto incapaci di rivolgersi ai ragazzi con coraggio e determinazione, considerando l'alunno come persona da porre al centro dell'interesse, piuttosto che screditarlo a mera entità numerica. Lo stesso si ripropone per la mancanza di attività didattiche serali, finalizzate al recupero dei ragazzi dalla strada.

Ancor più drammaticamente, mancano i “testimoni”. Quelli veri! Perché manca l'onestà! Ma, cosa è l'onestà? Essa si può compendiare nell'abitudine a compiere fino in fondo il proprio dovere. Costi quel che costi! Perché la persona onesta non indietreggia di fronte alle scelte giuste; non accetta il compromesso; non cerca la vita facile; non si lascia suggestionare dal denaro. Il problema è che ormai ci siano in giro troppi corrotti e corruttori. Naturalmente, entrambi corrotti alla stessa maniera. Circa gli uomini politici, o per meglio dire gli odierni politicanti, basta semplicemente soffermarsi sulla loro innata vocazione al compromesso, la quale li induce a farsi eleggere con i voti dei mafiosi. Ecco perché assistiamo a molti concorsi truccati e a molti appalti elargiti senza il rispetto delle regole.

Una delle domande da porsi a questo punto, è: Perché conosciamo tanto degrado morale e sociale? Forse perché ai giovani è stato concesso troppo e rapidamente, senza abituarli a distinguere il bene dal male. Il risultato di questo comportamento ha prodotto un generalizzato infragilimento etico. E questo è successo perché non sono stati offerti validi punti di riferimento. Perché sono state proposte soltanto scorciatoie. Quando ai ragazzi si dovrebbero insegnare i valori dell'onestà. Si dovrebbe enfatizzare il superamento di una prova per merito e non per aver chiesto una raccomandazione. Tutto nella prospettiva futura. Dal momento che saranno proprio loro, i giovani, i futuri amministratori della società, i tutori dell'ordine pubblico, i magistrati e gli insegnanti. Perciò suona imperativo cambiare oggi per poter costruire una società nella quale abbiano sempre più spazio le persone oneste. Ma tutto questo è alieno a un insulso clima neoliberista come quello attuale, nel quale ormai ciascuno rincorre il suo profitto. Tuttavia, si ripete che il mercato abbisogni di fiducia. Ne consegue che, se si persegue il proprio profitto senza il controllo di un'etica, senza onestà, il sistema imploda. Perché allora nessuno si fida più dell'altro. E così tutto si ferma.

Immagine, da: https:https://www.google.com/search?rlz=1...

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