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Controllo dei costi e riduzione della spesa per tutti

Se per fame mangio, per il freddo mi abbiglio, per andare da qui a lì vado in auto, faccio questo per bisogno. Se con il cibarmi ingrasso, invece di abbigliarmi vesto alle moda che passa di moda e per spostarmi acquisto un Suv, mi sono affrancato dal bisogno e questo mio modo di fare fa crescere il Pil.

Sono talmente responsabile nell’esercizio di questo ruolo che, se non mi basta il reddito, lo faccio a debito. Quando il credito, che ha indebitato tutti, si rende indisponibile per acquistare quel sovrappiù che diventa ancor di più, arriva la crisi.

Tutti corrono ai ripari; gli stati più indebitati riducono la spesa pubblica per riallineare i conti. La regola: migliorare la produttività dell’esercizio di spesa; insomma acquistare meglio a meno, razionalizzando e contenendo i costi.

Giusto. La spending review posso farla anch’io: mangio meno, recupero salute; mi affranco dalla moda, tengo più quel che ho, acquisto meno quel che non ho; vendo il Suv e vado in city car. Et voilà, mitigo la spesa, miglioro la redditività del mio scarso reddito.

Già, pure i produttori con l’offerta invenduta mancheranno di spendere per fare investimenti di capitale, ancor meno spenderanno per aumentare le scorte. Tutti avremmo messo sotto controllo i costi, ridotta la spesa; la spesa aggregata, quella che fa il Pil, che misura la crescita e che genera ricchezza: sob!

di Mauro Artibani

Questo articolo è stato pubblicato qui

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