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Consigliere assume figli perché disoccupati: "Qual è il compito di un padre che vede due figli disoccupati in casa?"

Sta facendo molto discutere l’intervista rilasciata a Repubblica del consigliere del Pdl Franco Rocca nella quale ha dichiarato di aver fatto assumere i propri figli dalla Regione Liguria per il suo ufficio. 

La vicenda risale al 2009 quando l’ufficio di segreteria di presidenza del Consiglio della Regione Liguria assume due figli di Rocca, Paolo e Marco, con contratto a termine: "Sono un padre come tutti gli altri. Avevo due figli disoccupati e c'è stata l'occasione di farli lavorare. Ma nella massima legalità".

“Qual è il compito di un padre che vede due figli disoccupati in casa?” si chiede Rocca, che non vuole sentirsi dire di aver risolto la disoccupazione dei due figli con i soldi pubblici: "Ma quale risolto! Era un contratto di qualche mese, se avessi tutte 'ste raccomandazioni oggi Marco, che è ingegnere, non sarebbe ancora disoccupato". In effetti il primogenito Marco fu assunto per quattro mesi a 1600 euro mensili, mentre Paolo per 45 giorni per un totale di 3200 euro lordi.

Emerge dall'intervista come sia una pratica diffusa quella di far assumere familiari con contratti da enti pubblici, una pratica che non tutti sono pronti a condannare. Ecco perché Rocca alla domanda se si fosse pentito del gesto risponde:

"No. Non ho fatto errori. Qual è il compito di un padre che vede due figli disoccupati in casa? C'è stata un'occasione e l'ho sfruttata. Ma guardi che io in ogni mio atto garantisco sempre la legalità. Quando ero all'ufficio di presidenza del consiglio regionale c'era un budget a disposizione per spese politiche e personali. Io ho chiesto ‘Posso assumere anche mio figlio?’ e mi hanno detto di sì".

Durante l’intervista di Marco Preve emerge anche una altro fenomeno interessante, non sono solo i parenti ad assere assunti, a quanto pare anche chi ricopre incarichi istituzionali punta ai contratti con gli enti. Tutto parte quando Rocca ammette di aver fatto assumere il sindaco Rita Nichel: "Sì, ma lei deve capire che mica nascono tutti ricchi, e fare il sindaco non ti mantiene nonostante il grande impegno che richiede... e infatti lo sa quanti sindaci e assessori lavorano a contratto in Regione?".

Noi non lo sappiamo, e non sappiamo neanche quanti figli e parenti lavorano con contratto in regione, ma su questo punto Rocca è stato chiaro: "Io lo spione non lo faccio". 

 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.190) 6 febbraio 2013 16:49

    Tengo famiglia, com’aggia fà p campà! 

  • Di (---.---.---.86) 6 febbraio 2013 17:53

    Problema spinosissimo, comportamento antico come il mondo, sempre esistito e che sempre esisterà.
    Presupponendo che i figli avessero le giuste referenze per occupare quei posti, si potrebbe anche liquidare con la frase di Gesù: "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra".
    Frase che, adattata al caso in esame, è da intendersi: chi in coscienza può affermare che al suo posto si sarebbe comportato diversamente? Magari indicendo una specie di concorso pubblico per essere sicuro di scegliere secondo meritocrazia.
    Piuttosto mi rimane solo un dubbio: perchè c’era un budget a disposizione per spese politiche e personali? Quali sono queste spese che può essere giustificato pagare con soldi pubblici? E poi, supposto che in un prontuario siano elencate tutte le tipologie di spesa definibili come "politiche e personali", chi può entrare nel merito di vicende simili ed eventualmente contestarne la correttezza Ope Legis?
    Bravo chi lo sa.
    rBle

  • Di (---.---.---.191) 6 febbraio 2013 18:09

    PaoloM.
    E’ veramente incredibile che un funzionario di una Regione possa assumere in qualsiasi forma suoi figli, parenti, amici, ecc. E’ ancor più grave che nel bilancio di una Regione possano rientrare spese "personali". Il tutto con i nostri soldi!

  • Di (---.---.---.242) 7 febbraio 2013 10:41

    non mi sorprende. ma almeno lui non si nasconde dietro un dito. Non è giusto x niente, poiché elimina il concetto di PARI OPPORTUNITA’ tra le persone. Ma mi chiedo: nei suoi panni i nostri padri come si sarebbero comportati? Lì casca l’asino!

  • Di paolo (---.---.---.161) 7 febbraio 2013 11:50

    Quando un elettore va a votare deve sapere che il suo voto servirà a colui che lui contribuisce ad eleggere per sistemare famigliari ed amici .

    A discapito di chi ? ma di quei bischeri di elttori ovviamente ,i cui figli dovranno arrangiarsi perché i posti sono tutti occupati dai figli di quelli che lui ha votato.

    Come ovviare nel caso specifico dell’articolo ?
    Intanto accompagnare alla porta ,possibilmente con una pedata nel sedere ,il consigliere ,poi recuperare gli stipendi pagati ai figli .
    Ma vedrete che non succederà nulla di tutto questo .
    Si chiama greppia per l’eletto e autolesionismo per l’elettore.

    • Di (---.---.---.52) 7 febbraio 2013 19:12

      Prima di fare il Robespierre della situazione e distribuire pedate, bisognerebbe chiarirsi e chiarire quali leggi ha effettivamente violato. Bisognerebbe anche chiarire con quali metodi e criteri assumere i MIGLIORI.

    • Di (---.---.---.26) 14 febbraio 2013 12:00

      Secondo me prima ancora che di di leggi violate è un problema opportunità politica. Non posso dare l’impressione agli altri di approfittare della mia posizione per favorire parenti e amici.


      Come scegliere i migliori io non lo so, ma sono sicuro che, stante la situazione, alle prossime elezioni si potrà comodamente cambiare uomo (o donna) e con un po’ di fortuna trovare qualcuno di meglio. 

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