• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Media > Considerazioni attorno a Santoro

Considerazioni attorno a Santoro

Considerazioni attorno a Santoro

Allora. Calma. Proviamo a tirare 3 o 4 punti sull’apertura di Annozero di ieri sera (video). Un esordio reso spasmodico, eccessivamente, dal rincorrersi di cifre e motivazioni. Non mi sento di ritoccare nulla del detto, né di fare messinpiega. Il monologo è dilagante, e altro non ci si poteva aspettare considerato l’ingombro. Ma vedremo.

In questi anni ho sempre considerato più vicini a me la prassi e il metodo di Santoro, il suo fare giornalismo e pensarlo, che non quello di altre firme note – leggasi Travaglio. Perché? Perché è stato capace di farsi egli stesso format, senza svendere comunque la funzione informativa del suo programma, e persino ammiccando al gusto pop della divulgazione. Già che la situazione è infame, e l’alfabetizzazione informativa necessaria. La nave corsara che s’adegua ai venti, tirando le reti.

Opinabile quanto si vuole, ma unica fonte televisiva dalla quale poter apprendere, in prima serata, e – badate bene – con punte di share estremamente alte, le fattezze e i contorni della trattativa stato-mafia, della corruttela diffusa, dei diritti umani traditi in Africa, delle difficoltà nell’universo-lavoro. Alcuni al giovedì gli preferiscono l’Nba, che fa più Sofri, ma vabbé. Pace.

Santoro sa cosa significa Annozero per questa tv, e per il panorama informativo. Non è un martire, no. Ma è stato ed è vittima di un ostracismo logorante, che in nessun paese al mondo avrebbe modo d’essere. Non mi sento di dargli contro, su nulla. Incassi quel che incassi – peraltro, cifre neppure scandalose, considerati i profitti che garantisce alla rete.

Bene. Non mi sento di contraddirlo, su nulla dicevo. Ha semplicemente, sensatamente ragione. Il contatto con una piattaforma culturale, sociale, democratica, occidentale lo si sta smarrendo a grandi passi, è evidente, e evidenza ne sia il fatto che un programma televisivo possa essere considerato argine per una democrazia informata, un black out. Ecco, Santoro questo lo sa più che bene. E il black out ha saputo sfruttarlo, facendo delle carenze mediatiche un terreno di conquista. E’ evidente, il problema è lui.

Su questa tirata, allora, ha ragione a chiamare in ballo Repubblica, tacciandola di timidezza. Ha ragione a credere poco e credere male dell’opposizione, e dei suoi membri in quota a viale Mazzini. Ha ragione, adesso, a implorare che il black out venga sanato. Sa che è impossibile, e s’appella a quei pochi che in Rai gli chiederebbero di rimanere. Malgrado tutto.

Ma il black out c’è, e Santoro - in vario modo – ha cercato di mostracelo. Quel black out che ci fa ritenere possibile un intervento-fiume di quindici minuti a titolo personale prima di un programma. Quello che ci ha ricordato l’Howard Beale di Quinto Potere, ma con la licenza. Che ha reso paradossale l’antipasto ad un talk show sulla pedofilia in Vaticano. L’anomalia è evidente. E al gobbo il vestito bisogna farlo con la gobba. Spero resti.
U‘

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares