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Commercio al dettaglio a picco: - 150.000 unità. Addio ai negozi di prossimità

E' di pochi giorni fa la pubblicazione del nuovo studio di Confcommercio: si prevedono fino a 150.000 chiusure

Vi sono dei segnali, inequivocabili, delle cose che stanno accadendo. Anche se la tentazione, forte, è di chiuderci per quanto possibile entro le mura delle nostre certezze, già la sola vista attraversando una strada ci porta gli umori del mondo circostante. Le molte serrande abbassate dei piccoli negozi sono evento nuovo, innegabile, conseguenza diretta e non casuale di dinamiche ampiamente previste.

Sono di pochi giorni fa i risultati dello studio Confcommercio per quest'anno, e prevedono la chiusura di fino a 150.000 attività. I dati, pur soggetti a conferme, delineano comunque bene il quadro di riferimento. I giornali lo hanno raccontato a tutta pagina come effetto diretto della crisi, ma ci sono altri fattori ugualmente determinanti.

La proliferazione indiscriminata dei centri commerciali ha, nei fatti, spostato il "baricentro" degli acquisti, portandolo in "non luoghi", spesso avulsi dal resto della città. Al "negozio sotto casa", sono rimaste le briciole, gli acquisti di "prima necessità" ed i servizi. Questa dinamica si inserisce in un contesto più ampio che riduce gli spazi degli indipendenti, e li piega alle logiche della globalizzazione governate dai "brand" attraverso l'utilizzo dei contratti di franchising. Si lavora con il rischio dell'imprenditore, ma con i guadagni e lo spazio decisionale di un dipendente; una nuova forma di assoggettamento.

E' da sottolineare come alla crisi economica si affianchi quella dei "contatti" inerenti alla vendita: sempre piu' spersonalizzati, come se la conoscenza diretta fosse un peso e non un valore aggiunto del rapporto commerciale.

Inevitabile "progresso"?

A Berlino e Parigi le amministrazioni lo hanno ostacolato, mentre qui chi sproloquiava di città a misura d'uomo ha autorizzato cubature mai viste, cito Veltroni per tutti, recordman in negativo.

Resta il fatto che la chiusura dei negozi di prossimità impoverisce e nelle forma e nella sostanza i quartieri, creando un circolo vizioso che riguarda anche i fornitori, i commessi, i proprietari delle mura, e lascia una sensazione di "the day after"; senz'altro, si cammina meglio, ma forse è questo che intendeva l'ex sindaco.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.142) 7 settembre 2012 10:31

    E appena toglieranno l’uso del contante per i pagamenti superiori ai 50 euro, vedrete cosa succederà! Ma può essere che nessun pecorone reagisca alla coartazione delle minime libertà operata sfrontatamente dal potere finanziario e dai suoi volgari tirapiedi politicanti? Ma forse è normale che sia così. In fondo, le pecore o tacciono o belano. Sempre e comunque. Anche quando le portano al macello!

  • Di illupodeicieli (---.---.---.198) 7 settembre 2012 12:43

    Si deve accettare la realtà: c’è una guerra tra una buona parte delle attività commerciali e i grossi centri commerciali, (spesso facenti parte di multinazionali,società finanziarie , banche ecc). Da dire che alcuni ,almeno a Cagliari, commercianti hanno anche attività ubicate all’interno dei centri commerciali più noti. Una buona campagna promozionale continua, dovrebbe anche attraverso il web, veicolare i clienti,le persone, affinchè ritornino ad acquistare nei negozi delle strade e non nei grossi centri commerciali. Logicamente alcuni si aspettano, come minimo, un livello di gradevolezza nelle strade che ,troppo spesso, sono ridotte,almeno dalle nostre parti, maluccio e mancano di arredo urbano quali panchine e cestini. Sull’uso obbligatorio di carte o bancomat, occorrerà far leva sul fatto che tanti non sono in condizioni di adoperarlo, che alcune volte non c’è linea, che rallenta in locali tipo bar ad esempio, l’attività alla cassa,ma sopratutto perchè è un obbligo e non permette scelta. Forse qualche giurista potrebbe trovare l’escamotage per invalidare provvedimenti simili.

  • Di (---.---.---.23) 7 settembre 2012 12:51

    Ma di quale giurista farnetica?! E’ la gente che dovrebbe impedire certe coartazioni della libertà soggettiva! Questi vogliono rendere tutto virtuale per fregare megliuo il prossimo e per controllare tutti anche quando comprano le caramelle. Ma loro chi li controlla? Perché parlate di democrazia e non volete capire che essa in tanto può attuarsi in quanto la base controlla il vertice e NON VICEVERSA, come purtroppo sta succedendo? E’ prprio vero: la stupidità umana non conosce limiti!

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