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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Com’è bello far l’amore con Claudia Gerini

Com’è bello far l’amore con Claudia Gerini

L’idea di base con cui parte Fausto Brizzi per questo suo nuovo lavoro non è malaccio, come pure la realizzazione iniziale. Purtroppo andando avanti Com’è bello far l’amore si perde decisamente nelle solite banalità.

Andrea e Giulia vivono una tradizionale e monotona vita familiare, ma l’arrivo di Max, vecchio amico di Giulia che ora fa il pornoattore, sconvolge inevitabilmente la loro routine.

Il nuovo arrivo mette in dubbio tutte le sicurezze della coppia, ovviamente stimolandoli ad una più piena e libera esperienza sessuale.

L’obiettivo è quello di riattivare la passione nella coppia ma i risultati sono scarsini. Nel gioco finisce anche il giovane figlio della coppia, impegnato col suo primo amore adolescenziale.

Poche righe sufficienti a far capire di cosa si tratta.
Una commedia comunque divertente che gioca tutto sull’imbarazzo di due tranquilli genitori nel trovarsi di fronte ad una vita sessualmente spregiudicata.

Brizzi inizia alla grande, con un’intro ben fatta e vagamente colta che tira in ballo il cinema e l’amore, inestricabilmente legati a doppio filo da sempre.
Poi continua ancora bene con una serie di doppi sensi su cui si gioca la prima parte del film, con l’arrivo dell’ospite e l’imbarazzo fino alla scoperta del suo lavoro.

Da lì in poi si cambia registro e si viaggia sulla commedia classica con qualche battutina e qualche situazione divertente, ma niente più di memorabile.

Fabio De Luigi è il solito istrione che trova il modo di muoversi sullo schermo anche se è evidente che non è il suo ambiente naturale. Ambiente che è invece assolutamente perfetto per una splendida Claudia Gerini, capace di giocare col sesso e col suo corpo senza nessuna caduta di stile.

Rimane un po’ moscio (scusate il termine) Filippo Timi nel doppio ruolo di protagonista e narratore.

In definitiva Com’è bello far l’amore è una buona commedia, discreta ma non indimenticabile e Fausto Brizzi continua la sua carriera senza infamia e senza lode… ed è un peccato perché dà l’impressione a tratti di avere nelle corde qualche idea in più.

Nota finale: ho visto il film in 2D ma è evidente come alcune brevi sequenze della parte iniziale siano state pensate per il 3D, su cui comunque non esprimo giudizio.

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