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Christy Doran all’Istituto Svizzero di Venezia

Il chitarrista e compositore svizzero-irlandese Christy Doran – diciamo così perché pur essendo nato a Greystones in Irlanda vive in Svizzera dall’età di 10 anni – è ritornato a Venezia dopo un periodo trascorso come “artista in residenza” tra gennaio e febbraio, per presentare il suo ultimo progetto alla testa di un nuovo quartetto, ‘Bunter Hund’, che potremmo tradurre ‘cane variopinto’. Nato nel 1949, Doran nel corso della sua attività ci ha abituati a progetti sempre nuovi e originali, che rendono difficile, per fortuna, ogni tentativo di etichettare la sua musica. I pezzi, tematicamente, presentano degli obbligati ben precisi, motivo per cui i musicisti tengono spesso l’occhio sulla partitura, prima di lanciarsi nell’improvvisazione. Il quartetto propone un accostamento inusuale di strumenti. Accanto al leader, che utilizza con sapiente moderazione una serie di delay, troviamo infatti Patricia Draeger alla fisarmonica, Lionel Friedli alla batteria e Jonas Tauber al violoncello. Quest’ultimo ha rappresentato la sorpresa della serata veneziana, poiché, nonostante fosse la prima volta che si esibiva con il gruppo, chiamato a sostituire il contrabbassista Christian Weber, ha sfoderato una sicurezza e una creatività stupefacenti. Oltre a pizzicare con le dita lo strumento in fase di accompagnamento, ha eseguito interessanti improvvisazioni con l’archetto soprattutto nell’ultimo bis ‘Hot Pot’.

Tra i 9 brani in scaletta, inanellatisi in un set unico di 80 minuti, abbiamo apprezzato ‘Armenochori’, in cui ogni musicista ha tratteggiato un aspetto naturale dell’isola che dà il titolo al brano, attraverso gradevoli ed azzeccati effetti onomatopeici.

Aggressivi i solo del batterista, che non si è voluto separare dall’amato strumento, portandosi da casa una preziosa Slingerland accostata a piatti turchi e che spesso ha attutito la sonorità delle pelli appoggiandovi sopra delle tele sottili, un fatto che ci ha ricordato i batteristi rock degli anni ’60, un nome su tutti Ringo Starr. Attenta e capace di infondere un colore particolare che bene si fondeva con i diversi suoni della chitarra, la fisarmonicista Patricia Draeger.

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