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Chiude (definitivamente?) Sardegna 24: domenica uscirà l’ultimo numero

E’ durata appena sette mesi l’esistenza di Sardegna 24, il quotidiano sardo diretto da Giovanni Maria Bellu, lanciato, dopo tanti ritardi, lo scorso luglio a stretta vicinanza del rivale Sardegna Quotidiano.

Il direttore ieri pomeriggio in una nota ha annunciato che “l’ultimo numero sarà in edicola domenica”, senza però parlare esplicitamente di chiusura definitiva della testata, ma solo della “prima serie”. Alla base della decisione, ha spiegato Bellu, c’è la dichiarazione nulla

dell’accordo che, lo scorso 16 novembre, mi aveva fatto assumere il controllo della maggioranza della Srl. La dichiarazione di nullità dell’accordo è stata determinata dal fatto che si è scoperta una differenza considerevole (circa 200mila euro, ndb) tra le passività dichiarate all’atto della cessione delle quote e la situazione reale. Scoperta avvenuta dopo che avevo permesso, attraverso il versamento di mie risorse personali e familiari, il proseguo delle pubblicazioni per altri due mesi”. In un editoriale Bellu spiegherà più in dettaglio i motivi della disdetta, lasciando aperti gli spiragli di un’evoluzione della testata e, soprattutto, lanciando strali velenosi all’editore: “Utilizzerò le risorse che arriveranno per l’avvio di una nuova iniziativa editoriale o per il proseguo di questa. Nonostante le enormi difficoltà di questi mesi, determinate dal quasi immediato abbandono da parte dell’editore del progetto al quale avevo aderito”.

Difficile non ricondurre le frecciate a Renato Soru, l’imprenditore sardo già (inconscio) proprietario de L’Unità (di cui lo stesso Bellu era condirettore), che aveva caldeggiato il progetto sostenendo, nell’ombra, alcuni imprenditori dell’isola.

Si fa dunque incerto il destino dei 25 giornalisti, compresi i collaboratori, che hanno già incassato il sostegno del FNSI, e della testata, di cui le indiscrezioni apparse nei blog sardi qualche giorno fa, parlavano di una molto probabile liquidazionevista la mancanza di risorse finanziarie, i debiti accumulati e il deludente andamento delle vendite”. Dopo neppure sette mesi di vita, fa strano assistere alla decomposizione di una testata frizzante e così attesa, purtroppo crollata in mano a teste abili a far di conto, ma molto meno ad improvvisarsi editori (e Soru, vista la situazione all’Unità, è il primo della lista).

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.43) 5 febbraio 2012 08:47

    Giovanni Maria Bellu è un ottimo giornalista ma il giornale non funziona. L’andamento delle vendite lo testimonia e, quindi, bisogna chiudere, fare autocritica ed, eventualmente, proporre un altro prodotto.

    Bisogna anche prendere atto della relatà: il giornale cartaceo, ormai, è più che altro letto da chi non ha competenze informatiche. Gli altri sarebbero anche pronti a fare un abbonamento per un giornale in rete diciamo per tre mesi da confermare. Parere personale.

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