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Chiedere alle persone di scegliere la legge elettorale non serve a niente

La discussione sulla scelta della legge elettorale non può essere consegnata nelle mani dei semplici cittadini, perché non sono in possesso degli strumenti conoscitivi adatti.

Nel mio modesto mondo, frequento persone di diverse estrazioni sociali e culturali. Per lo più persone semplici - anche nelle loro diversità - lineari e chiare; ma non mancano gli stronzi e gli ignoranti, i razzisti e i qualunquisti, gli juventini, i vegetariani, i paciocconi, i timidi, gli estroversi, i brillanti, i modesti, i mediocri, i professori, i manager, i netturbini, gli intellettuali, e via dicendo: un campione abbastanza rappresentativo del Paese, insomma.

Dunque: sono diversi giorni che provo, in vario modo e rispettando le proprie diversità, ad interpellarli sulla legge elettorale: chiedendo se preferiscano il maggioritario al proporzionale, le preferenze alle liste o ai listini bloccati, i collegi uninominali, uninominali proporzionali, uninominali maggioritari, i sistemi nazionali unici, sistema spagnolo, Italicum, Mattarellum e via dicendo.

Sono onesto: pochi, davvero pochi (per non dire nessuno), sono riusciti quanto meno a barcamenarsi e a costruire una definizione attendibile alle varie cose sopra elencate. Non è roba che interessa le sensibilità delle persone - per lo più mi è stato risposto in un modo del genere.

Soprattutto, però, davvero sopra a tutto, c'era una questione, che andava oltre il conoscere (o capire) quello di cui si stava parlando: nessuno ha saputo dare una spiegazione su quale fosse il migliore sistema elettorale per il nostro Paese, oggi e in futuro - e salvo fraintendimenti, tutti avrebbero voluto saperlo, avrebbero voluto avere la soluzione in tasca, e soprattutto, di nuovo, tutti erano d'accordo su una cosa: serve, adesso, trovare la soluzione.



È solo che quella soluzione non passa attraverso le decisioni della gente comune. È completamente inutile fare consultazioni popolari, referendum on line, scelte di qualsiasi genere, su certi temi. Meccanismi, e conoscenze necessarie, sono troppo lontani dalla gran parte delle persone.

Per essere chiari, non serva a un cazzo quello che sta facendo il Movimento 5 Stelle sul blog di Grillo: non serve perché quei pochi - sempre più pochi - che partecipano alle votazioni, non ne sanno un cazzo di quello per cui stanno votando. Perché quelli che votano, sono il mio mondo, il mio campione, il mio Paese.

E dunque al di là delle spiegazioni dell'intellettuale organico di turno, non hanno minimamente idea su cosa stiano decidendo - e soprattutto, ancora, di quale sia la proiezione futuribile delle proprie scelte. Soprattutto, di nuovo, la definizione "collegio intermedio proporzionale" che hanno votato, non significa granché: anzi somiglia più a quelle cose che si fanno quando si sceglie "la via di mezzo", che mai guasta, e che ti tiene in salvo dal peggio (?) portandoti un po' vicino al meglio (?) - ma questo sarebbe un discorso di sostanza, e qui si parla di metodo, dunque andiamo oltre.

Esiste in questo Paese una democrazia rappresentativa, grazie a Dio. E quel "rappresentativa" sta a indicare che noi abbiamo dato delega a qualcuno di rappresentarci, lo abbiamo scelto - al di là delle chiacchiere sulle preferenze - e ci siamo affidati a lui, o al partito che lo ha scelto - è indifferente, francamente.

Lo abbiamo messo lì per fare queste cose, le leggi appunto, al posto nostro: perché noi non siamo legislatori, e nella fattispecie non siamo costituzionalisti, o non frequentiamo abitualmente (almeno non tutti) Sartori a cena - con tutto il beneficio del dubbio, anche perché Sartori di confusione a 'sto giro, un po' ne ha fatta. Facciamo così, affinché noi si possa stare nei nostri posti di lavoro, e loro, i politici eletti, nei loro: a studiare, a discutere, a scegliere, per noi.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.80) 3 febbraio 2014 19:38

    Salve sig. Rossi,

    interessante esposizione la sua, sulla quale concordo in parte. C’è solo un piccolo problema: che alla fine del discorso salta fuori che il popolo è ignorante e, se è ignorante, allora è meglio che sia governato da una dittatura, una dinastia, un’oligarchia, insomma qualsiasi cosa che non sia la democrazia.

    Ma il punto sul quale sono meno d’accordo è il seguente. Io non voto un rappresentante perché penso che lui sappia fare meglio di me. Lo voto perché lui dice le cose che mi piacciono, e su queste cose io lo giudico. D’altra parte le parole "delegato" e "rappresentante" significano proprio questo. Il giudizio del popolo è NEL MERITO, contrariamente a quello che dice lei. Faccio un parallelo per spiegarmi meglio. Se non sto bene vado dal medico e, per buona parte, devo fidarmi di quello che egli mi dice. Questo è l’esempio che fa lei, quando dice che il popolo delega perché non ha sufficienti conoscenze. Quando esprimo il mio voto, invece, ascolto i programmi o le promesse elettorali, e quindi decido per chi mi piace di più.

    Pazienza, quindi, dire che il popolo non sa se è meglio il maggioritario o il proporzionale (secondo me lo può sapere benissimo!), ma proprio non accetto la proposta dei listini bloccati, che mi impediscono di scegliere la persona che voglio io.

    Cordiali saluti,
    Gottardo

  • Di (---.---.---.49) 5 febbraio 2014 01:07

    quello che l’autore non sa è che prima del voto online ci sono dei video che spiegano tutte le varie opzioni e ci mettono in grado di decidere!
    Se c’è volontà ci si informa! Il pensare che la gente sia ignorante è sbagliato e presuntuoso!

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