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 Home page > Attualità > Politica > Chi vuole cambiare il mondo alzi la mano

Chi vuole cambiare il mondo alzi la mano

Carissimi amici,

ripensando al risultato elettorale, che si sia di destra o di sinistra, un dato appare lampante: quando non ci sono forzature dei colossi partitici che richiamano al voto utile, la gente si esprime confidando nelle proprie idee, non tappandosi il naso in vista del "meno peggio".

Senza citare la Lega, che deve i suoi voti anche ad azioni di governo oltre che ad agitazione popolare, la sinistra prende più del 6% dei voti, il doppio delle scorse politiche. L’Udc si alza di un punto percentuale e l’Italia dei valori, forse anche per meriti propri, si innalza di svariati punti percentuali.

Prendiamolo come un buon segnale, una buona occasione.
Non siamo i soli a credere ancora in qualcosa.riciardengo.blogspot.com

Riprendiamo da dove avevamo lasciato, ovvero la questione della figura femminile all’interno del mondo del lavoro. Siamo partiti dal tema della maternità, e magari ci torneremo sopra, ma sembra che tutti voi siate mossi dalla volontà di cambiare tutta la meccanica di inserimento della donna nel mondo del lavoro.
Un progetto ambizioso da cui iniziare, ma indubbiamente utile, insindacabile, forse non procrastinabile.

Vi segnalo un nuovo tassello, proveniente da quello che davvero sembra un altro pianeta (Cronache Marziane):

"La dirigente inizia a spiegare come è composto il suo ufficio. Son Tutte donne. Dal pubblico una domanda "ma perchè solo donne?" Gelo in sala.... Una timida risposta "Mah, è un caso.." una Indicibile realtà: I maschi fanno carriera e cambiano settore. Per le rogne, ci son le donne."

Massimo scrive questo racconto breve di giornata lavorativa e reale, e mette gli accenti sulle i al nostro discorso, come avevano fatto Donatella, Annalisa e Rossaura le volte scorse.

In questi giorni non ho ricevuto vostre proposte o commenti, e vi devo dire che me ne sono rammaricato. E’ così bello ogni giorno frequentare un giardino colmo di idee, proposte, spunti da cui ripartire. Tutti insieme sono piante verdissime che non temono di crescere.


Per cui vi chiedo semplicemente se volete qualcos’altro da bere, cosa vi posso offrire; davanti a un buon bicchiere si parla ragionevolmente meglio.
Ma non mi fermo qui.

L’unico metodo che io conosca che prevede un inserimento di una minima percentuale di donne è quello politico delle "quote rosa", meccanismo talvolta usto anche in ambiti di concorsi di studio e simili.


Mi sono sempre chiesto se siano anch’esse forme di discriminazione.
Obbligare le donne a candidarsi non fa sì che chi effettivamente arriva al seggio, alla poltrona, a quello che è, sia meritevole, non è detto. Lo dimostra pienamente la nostra classe politica piena di maschi travestiti da donne.

Il meccanismo delle quote rosa è ritenuto da alcune donne offensivo, come una misura verso una specie rara, in estinzione, ed è un po’ l’effetto che fa veramente a me.

Tuttavia mi chiedo quante donne sarebbero presenti in alcuni ambiti se questo metodo non fosse applicato.



Vorrei sapere cosa ne pensate, se credete tale meccanismo giusto, applicabile, o come pensate possibile modificarlo.

Credete che un meccanismo delle quote rosa sia appicabile anche nel mondo del lavoro?

O forse è più plausibile intervenire, quantomeno nel pubblico, nelle commissioni che valutano effetitvamente i candidati, chiedendo una "quota rosa" tra i valutatori?

Riciard

P.S. Vi chiedo di partecipare, numerosi, tra i commenti qui su Agoravox, o sul blog Riciard’s, oppure, semplicemente, scrivetemi una mail...

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