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Centro storico crotonese tra notti insonni e movida selvaggia

I cittadini del centro storico crotonese non ci stanno più. Sono stanchi delle continue angherie subite per via di gestori di pub che, pur non avendo tutte le carte in regola, agiscono come se fossero i padroni di questo borgo. Viuzze, vicoli presi d’assalto dalla movida notturna, animati da musica da discoteca, con case a ridosso dei suddetti locali dove fino alle quattro del mattino si odono schiamazzi, canti da stadio e come se non bastasse avventori che urinano sui muri di un centro storico privato della sua storia. Qui, nei luoghi del ricordo, non si vede lo straccio di una divisa nemmeno a pagarla oro, nonostante le ripetute richieste di intervento da parte dei cittadini medesimi sempre più esasperati.

Si è intrapresa qualsiasi strada ma la situazione sembra degenerare. Da più parti si vocifera che si tratta di una questione di ordine pubblico e pur essendoci una denuncia alla procura della repubblica non si sa a chi rivolgersi per avere un minimo di giustizia. Chissà se a questo punto non si decida di scrivere al Presidente della Repubblica Mattarella perché si intervenga, e chi è preposto a scoraggiare atteggiamenti al limite della correttezza si svegli dal lungo sonno! Eppure le normative ci sono ma evidentemente i sindaci, indaffarati in tutt’altre storie, reputano che è meglio non guastarsela con i gestori di pub discoteche a cielo aperto, invece di tutelare gli interessi di tutti. Chi dovrebbe applicarle tali norme e perché sono continuamente evase? Se lavorare e fare imprenditoria da queste parti significa violare il diritto al riposo di chi ci abita per una questione di interessi personali, i cittadini interessati cosa devono fare? Lasciare le abitazioni in mano a privati per trasformarle in attività ristorative e adibire gli spazi e le piazzette del centro storico a luoghi deputati alla movida selvaggia? Basta alzarsi una mattina, trovare abitazioni o scantinati per trasformarli in locali privi di normative e tutela, aggirando le regole, non pagando spazi pubblici; il tutto sulla pelle di persone sulle quali si passa come se fossero degli scarafaggi. E non importa se si protesta, la protesta in questo angolo del sud si liquida con minacce contro chi osa parlare. Tanto si può fare, dal momento che la forza pubblica latita, le ordinanze sono ignorate e chi ha il problema si arrangiasse pure!

Parlare di legalità o corruzione ha poco senso quando sono calpestate le regole del vivere civile, negate le ragioni degli altri, per via degli affari e di un imprenditorialità che la dice lunga su come le mafie abbiano terreno fertile per innescarsi nei tessuti sociali sani. In pratica prevale l’arroganza, l’impunità, la voce del padrone, per cui a che serve votare per eleggere amministratori distratti e contigui ad attività che andrebbero stroncate sul nascere? Non parliamo di ndrangheta per favore. E’ l’illegalità che la genera e la rende forte.

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