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Cassazione "i bambini vanno sorvegliati anche in bagno". Come?

Cassazione "i bambini vanno sorvegliati anche in bagno". Come?

Il fatto:

C. P. ed A. N., in proprio e quali esercenti la potestà genitoriale sulla minore S. P., convenivano, davanti al tribunale di Lecce, M. M. ed il Ministero della Pubblica Istruzione, chiedendone la condanna al risarcimento dei danni subiti dalla minore in occasione di un incidente occorsole all’interno della scuola materna dalla stessa frequentata. Precisavano, a tal fine, che verso le ore 10 del omissis la bimba era stata accompagnata dalla maestra M. M., che poi era ritornata in classe, in bagno; che la bimba aveva tirato la cordicella dello scarico, il cui gancio si era rotto e, cadendo, le aveva colpito l’occhio sinistro procurandole gravi lesioni.

Si costituiva la M. sostenendo che nessuna colpa le poteva essere addebitata per l’incidente, ed il Ministero della Pubblica Istruzione che eccepiva il proprio difetto di legittimazione passiva, essendo l’obbligo della custodia e della manutenzione degli edifici adibiti a scuola materna a carico del Comune di omissis, concludendo per il rigetto della domanda.

(Il Ministero ovviamente prova la politica dello scaricabarile...).

Il giudice ordinava la chiamata in causa del Comune, che si costituiva negando la propria responsabilità, non essendogli mai stati richiesti interventi di custodia e manutenzione che, peraltro, non gli competevano.

(Ma il Comune dice noi non abbiamo responsabilità non ci hanno mai interpellato...ed intanto le scuole cadono letteralmente a pezzi...).

Il tribunale, con sentenza del 14.9.2001, accoglieva la domanda sul presupposto che l’incidente si era verificato per culpa in vigilando dell’insegnante, condannando il Ministero della Pubblica Istruzione al risarcimento dei danni e rigettando la domanda nei confronti del Comune di omissis.

Ad eguale conclusione perveniva la Corte d’Appello che, con sentenza del 7.10.2005, rigettava l’appello proposto dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Quest’ultimo ha proposto ricorso per cassazione affidato a tre motivi.
Resistono C. P. ed A. N. nella qualità indicata.

Gli altri intimati non hanno svolto attività difensiva.


La Cassazione sez. III, 26 aprile 2010, con la sentenza n. 9906 enunica tre principi importanti:

Il rapporto contrattuale tra studente e scuola:
Fra allievo ed istituto scolastico - con l’accoglimento della domanda di iscrizione e con la conseguente ammissione dello stesso alla scuola - si instaura, infatti, un vincolo negoziale, dal quale sorge, a carico dell’istituto, l’obbligazione di vigilare sulla sua sicurezza ed incolumità nel periodo in cui questi fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni, anche al fine di evitare che l’allievo procuri danno a se stesso.

Il rapporto rapporto giuridico tra allievo e docente:
Quanto al precettore, dipendente dell’istituto scolastico, tra insegnante ed allievo si instaura, per contatto sociale, un rapporto giuridico (che quindi può dare luogo ad una responsabilità di tipo contrattuale e non aquiliana), nell’ambito del quale l’insegnante assume, nel quadro del complessivo obbligo di istruire ed educare, anche uno specifico obbligo di protezione e vigilanza, al fine di evitare che l’allievo si procuri, da solo, un danno alla persona.

L’azione di rivalsa dell’Amministrazione nei confronti del personale scuola:
Amministrazione, salvo rivalsa nei casi di dolo o colpa grave, nelle responsabilità civili derivanti da azioni giudiziarie promosse da terzi - esclude in radice la possibilità che gli insegnanti statali siano direttamente convenuti da terzi nelle azioni di risarcimento danni da culpa in vigilando, quale che sia il titolo - contrattuale o extracontrattuale - dell’azione.

Il succo della sentenza è il seguente:
Sulla base di questi principi, la Corte di merito, nel riconoscere la responsabilità dell’insegnante per culpa in vigilando, ha, a tal fine, precisato che “... La piccola S. dell’età di omissis anni, accompagnata in bagno dalla maestra che è ritornata immediatamente in classe ove aveva lasciato incustoditi altri 26 bambini, non doveva essere lasciata sola”, avvalendosi eventualmente dell’ausilio e l’intervento del personale non docente, “ma sempre su interessamento della maestra che aveva la responsabilità di vigilare sui bimbi ad essa affidati”; concludendo che, al di là della circostanza che la rottura della catenella del W.C. era circostanza imprevedibile, “resta comunque la mancata sorveglianza necessitata in considerazione dell’età della bambina che non era in grado di valutare le conseguenze di un gesto apparentemente innocuo...”.Cass. civ., sez. III, 26 aprile 2010, n. 9906, pres. Di Nanni, rel. Amatucci. 


Premessa:
Il caso di cui sopra anche se riguardante evento verificatosi in scuola materna è esemplare per i principi espressi dalla Corte di Cassazione e quindi estendibile in tutte quelle scuole ove vi sono allievi minorenni.

Riflessioni:
Come si può pretendere oggi, alla luce dei tagli e di tutto ciò che vi è correlato, di garantire, nel mondo della scuola, pienamente la vigilanza degli allievi?


A parte il ridicolo ma tipico concetto dello scarica-barile tra Ministero ed Enti Locali, il tutto con pericolose ricadute sulla salute dei lavoratori e studenti, emerge un qualcosa che deve fare riflettere e seriamente, poichè casi come questi aumenteranno.

In primis emerge il fatto che i Giudici ancora una volta confermano il distacco dalla realtà, immersi nei concetti di responsabilità contrattuali o extracontrattuali, con tale sentenza rischiano di porre in grave difficoltà i docenti e non solo.

Ciò lo sostengo alla luce del quadro reale della situazione in essere nelle scuole.
Come tutti sapranno è in atto un pesante ridimensionamento del personale scuola, ovvero licenziamento di massa.

Il rapporto tra studenti e docenti per classe è in aumento, come previsto anche dalla circolare Ministeriale.

Il personale Ata non è in numero idoneo presente nei plessi scolastici per poter garantire il corretto e buon funzionamento delle funzioni scolastiche
.

Intanto il Ministero promette incrementi stipendiali, si parla di 3 mila euro l’anno, per i docenti più meritevoli, nulla si dice per gli Ata. Meritocrazia nella meritocrazia...

Voglio sapere come può un docente accompagnare in bagno il proprio allievo, lasciare la classe incustodita visto che gli Ata non riescono a garantire pienamente la sorveglianza, ciò non per loro demerito, ma per impossibilità oggettiva della situazione in essere.

Meno docenti, meno Ata, più studenti, scuole precarie a livello strutturale ed i Giudici cosa dicono? E’ responsabilità del docente garantire la vigilanza anche di chi va in bagno...

Ciò è forse comprensibile a livello giuridico, ma bisogna anche comprendere come funziona la realtà effettiva.

Deve accadere forse qualche evento tragico perchè si smuova qualcosa nel mondo della scuola?

Bisogna forse arrivare al punto che in mancanza di personale Ata e docente, non potendo la maestra lasciare la classe incustodita, non permetta allo studente di andare in bagno? Se il rischio da pagare è quello poi di avere un’azione di rivalsa da parte del Ministero per una sua inadempienza, forse è il caso di porselo il dubbio. Ma il problema è che se il bambino ha necessità di andare in bagno, non si può non permettere che lo stesso non vada ciò perchè il docente rischierebbe altre azioni sia disciplinari che civili se non penali nella peggiore delle ipotesi.

Situazione senza via di uscita?

In casi come questi suggerisco di contattare il Dirigente Scolastico e farsi autorizzare ,con immediatezza, con nota scritta sul da farsi ovvero se lasciare temporaneamente la classe scoperta, o accompagnare il bambino in bagno.
Può sembrare incredibile come situazione ma visti i tempi che corrono è la cosa più opportuna da formalizzare. Le parole volano, gli scritti rimangono nel tempo e potranno tornare utili a tutela del docente.


Intanto i docenti tra situazioni di difficile gestione delle classi, tra i ricatti a cui oggi sono soggetti da parte spesso delle famiglie e studenti che hanno compreso pienamente di avere il coltello dalla parte del manico essendo gli utenti della scuola ed i docenti i responsabili diretti del servizio offerto (rapporto utenza-servizio) si vedono quotidianamente condizionata la libertà un tempo importante quale quella dell’insegnamento che oggi è sacrificabile nel nome del buon servizio,ma in più rischiano di vedersi accollate responsabilità, per i tagli sia di fondi che di personale quindi strutturali posti in essere dal Ministero dell’Istruzione, che devono ricadere solo sulle spalle delle Istituzioni!

La scuola non è più luogo ove si formano menti pensanti e critiche, ma il luogo ove, tra progetti finanziati da privati, tra autonomie varie destinate a divenire sempre maggiore espressione di attività concorrenziale (vedi il Pof), luogo che vende prodotti spesso irrealizzabili, che deve produrre manovalanza per il sistema capitalistico è veramente giunta alla fine della sua originaria funzione.

Ritornando al commento della sentenza di cui sopra, si potrebbe leggere il contenuto della come una provocazione rivolta al Ministero ovvero state attenti perché se non siete nelle condizioni di garantire pienamente (come dovrebbe essere) la tutela degli allievi siete direttamente responsabili e dovrete risarcire i danni.

Ma chi pagherà le conseguenze direttamente ad oggi sono in primis gli allievi, quindi il personale scuola, intendendo per tale sia quello docente che ata, ciò alla luce di una inesistente attività prevenzionale, di investimento vero nel settore della scuola, dove tra indebitamenti, mancanza di fondi, di personale, voglio proprio vedere come si può pretendere di garantire pienamente la vigilanza degli allievi, ma anche l’effettivo funzionamento della scuola.

Tutto ciò ha una logica ben definita.

Siano essi governi di destra o sinistra, sono sempre governi che operano all’interno del sistema neoliberistico che vuole la fine di tutto ciò che è pubblico e la privatizzazione anche dell’aria che respiriamo, ciò perchè rientra nella logica del capitale-profitto.

Le peggiori riforme sono state attuate dai governi di sinitra non dimentichiamolo!
Quindi, tagliare fondi, lasciare le scuole senza soldi, tagliare personale, porre a rischio la tutela della salute di chi valica il portone del plesso scolastico ha un disegno ben chiaro.

Costringere i privati (cosa che lentamente trova affermazione) ad intervenire per garantire il funzionamento della scuola, visto che lo Stato non ha soldi...

Qual è il prezzo da pagare?

La fine della scuola pubblica. Nel momento in cui si percepisce un solo centesimo dal privato che magari si pone come il benefattore che ha permesso ai bambini di avere la carta igienica, i gessi, le sedie nuove ecc, controllerà la scuola stessa... e la libertà di insegnamento, di educazione laica ecc, andrà a farsi friggere.

Daltronde è tutto scritto. E’ tutto chiaro.

Creare l’emergenza per distruggere ciò che è pubblico .

Voglio ricordare al personale scuola che quello che è accaduto alla maestra può succedere a chiunque, e muoversi quando i giochi son definiti è inutile!

Solo con la lotta vera senza strumentalizzazioni politiche e sindacali, una lotta che abbia come fine la tutela e difesa della scuola pubblica si può porre un freno al processo di aziendalizzazione in essere, per poi arrivare ad un fine più ampio, al ribaltamento del sistema.

La scuola nella storia delle principali lotte sociali è stata sempre il luogo ove hanno avuto origine le più importanti forme di lotta e protesta sociale che lentamente hanno trovato estensione in vari settori ed ambiti apparentemente non collegati tra di loro.

Oggi ci sono tutte le condizioni perché si possa ripartire (ed io dico si deve) dalla scuola, nella scuola, per lottare, per arrivare a fare espoldere le contraddizioni presenti in questa società con cui prima o poi tutti quanti faremo i conti.

Nessuno è immune dalle reti del sistema, è solo questione di tempo!

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