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Caso Maurizio Lupi: raccomandati si nasce o lo si diventa?

“Raccomandare” è il verbo più usato del secolo, soprattutto in Italia. In fondo, in una nazione profondamente prosciugata dagli interessi ora di una fazione, ora di un’altra, che cosa ci aspettavamo? Succede ogni giorno che il figlio o la figlia del “pezzo grosso di turno” faccia ricorso all’autorità paterna per farsi “aiutare” ad ottenere il lavoro più prestigioso, lo stipendio più ambito, soffiandolo magari a chi lo merita di più, dopo anni di “sudate carte” e “gavette improponibili”. 

E’ successo ancora e continuerà a succedere, perché questa è l’Italia creata da tutti noi. Come cambiarla? Iniziando a cambiare noi. Il caso di Maurizio Lupi, Ministro delle Infrastrutture, è diventato uno scandalo a tutti gli effetti. Il suo gesto paterno di aiutare il figlio a prendere una bella scorciatoia per il “paese dei balocchi” non è piaciuto e ha scosso le masse, indignandole. E a buon diritto.

Il nepotismo, sistema vecchio quanto il mondo

Eppure non è la prima volta che in Italia girano i vocaboli “tangenti, mazzette, raccomandati”, solo che ci eravamo abituati a sentirli “sottobanco” e non in tv davanti a milioni di telespettatori sintonizzati su “Porta a Porta”. Chi non conosce la politica italiana potrebbe pensare che si tratti dell’ennesimo “sexy gate” o “bunga-bunga”, ed invece quando sente la parola “raccomandazione” strabuzza gli occhi, fa una faccia quasi “delusa” e commenta semplicemente dicendo “beh, siete in Italia. E’ normale, no?”. Ed invece “Non deve essere la normalità, ma l’eccezione”. Maurizio Lupi ha pensato bene di dare le dimissioni, sì, ma in Tv. Perché? Un modo per difendersi prima ancora di poter essere attaccato? Negare fino all’evidenza, questa la “ricetta magica” dei politici, anche quando le intercettazioni ti inchiodano al muro.

Le dimissioni di Maurizio Lupi approvate dai giovani

Tantissima delusione dei giovani italiani, sì proprio loro! Quelli che un tempo Vittorio Sgarbi definiva “culattoni raccomandati”, quei ragazzi over30 che vivono ancora a casa con mamma e papà, non perché non abbiano voglia di lavorare, ma semplicemente perchè vittime di un furto di status quo. “Dimenticatevi il posto fisso” tuonava Mario Monti e così continuò a gridare Matteo Renzi “Rivoluzioniamo il mondo dei contratti”, parole che si scontrano con una dolorosa certezza “Un posto fisso per la prole del ministro di turno c’è sempre!”. Fesso chi studia, dunque! Siate più Lupi e meno agnelli.

 

Foto: Lupi/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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