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Caserta: protocollo d’intesa concede cimitero per feti abortiti, plaude la Chiesa

L’Azienda ospedaliera ‘Sant’Anna e San Sebastiano’ di Caserta ha siglato un protocollo d’intesa con l’associazione ‘Difendere la vita con Maria‘ presieduta da don Maurizio Gagliardini. L’intesa è stata approvata con delibera lo scorso 22 luglio e permette il seppellimento dei feti abortiti, con la concessione da parte del comune di uno spazio apposito nel cimitero della città.

Il vescovo locale, mons. Pietro Farina, ha approvato decisamente il protocollo d’intesa. Ma protestano i medici del sindacato Fp-Cgil, che parlano di “violenza psicologica sulle donne da fermare” e temono altre iniziative simili, come invece caldeggia lo stesso don Gagliardini. Nel comunicato stampa si cita l’approvazione da parte della Regione Lombardia di un regolamento del 2007 che prevede la sepoltura dei feti. Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici, fa notare che “l’ospedale dovrebbe tutelare la salute delle donne” e che “la sepoltura nel cimitero può accrescere i sensi di colpa della donna, con il rischio di disturbi psichici post-aborto che possono insorgere anche dopo parecchi mesi, con sintomi di natura depressiva e ansiosa anche con un andamento cronico”. “Il servizio pubblico”, ha aggiunto, “non dovrebbe compiere scelte ideologiche di natura religiosa a danno della salute della donna ed in conflitto con la deontologia professionalità dei medici e degli operatori”. Si invita il presidente della Regione Stefano Caldoro a intervenire per “la piena e corretta applicazione della 194 in Campania”, dove già nel 2007 vi era “uno dei massimi numeri di obiettori tra i tra i ginecologi (oltre l’83%) e tra gli anestesisti (oltre il 77%)”.

Interviene anche il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, che parla invece di “iniziativa di civiltà, dal momento che, altrimenti, questi feti andrebbero a finire nei cosiddetti ‘rifiuti speciali’”. “La donna può avere sentimenti ambivalenti e spesso l’idea di una sepoltura del feto può consolare”, ha aggiunto, “ma è chiaro che non può essere un’imposizione”.

Valentino Salvatore

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