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Carprotest in Palestina per la libertà di movimento

Una manifestazione per rivendicare il diritto alla libertà di movimento. Nel proprio paese.

Questo è il senso, apparentemente paradossale, della mobilitazione che si è svolta ieri (l’unico strumento per averne notizia sembra essere Twitter: l’hashtag di riferimento è #carprotest).

Ma paradosso non è perché parliamo della Palestina: in Cisgiordania ci sono delle strade sulle quali è vietato il transito ai palestinesi, costretti a seguire purtroppo tragitti più lunghi e scomodi oltre a superare le centinaia di controlli dell’esercito israeliano.

Ieri hanno deciso di manifestare contro questa violazione di una libertà fondamentale – che insieme ad un insieme di altre misure discriminatorie sembra configurare un regime di apartheid - e si sono messi in marcia, una cinquantina di auto, sulla strada tra Gerico e Ramallah. Le ultime notizie, ancora non confermate, parlano già di qualche arresto.

Come riportato dal magazine +972, l’Onu ha censito nel 2011, 522 posti di blocco fissi sparsi sul territorio della Cisgiordania, ai quali vanno aggiunti quelli temporanei (in media 495 al mese). C’è da aggiungere che quattro su cinque delle più importanti strade per raggiungere la valle del Giordano sono inaccessibili ai veicoli palestinesi.

In novembre ci fu la mobilitazione dei Freedom riders: attivisti palestinesi che cercarono di salire a bordo degli autobus che collegano i Territori Occupati a Gerusalemme, riservati esclusivamente ai coloni ebrei.

Credit photo: @Ibnezra

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