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Carceri: diamo voce all’emergenza

Il carcere fiorentino di Sollicciano è stato l’ultimo teatro della diffusa protesta che negli ultimi tempi ha coinvolto i penitenziari di tutto il paese. Anche a Firenze, così, i detenuti hanno nei giorni scorsi ripreso l’iniziativa e la parola, comunicando all’esterno l’invivibilità di una struttura costruita per 460 persone e che oggi ne contiene oltre il doppio. Un carcere dove si sono suicidati in molti – l’autolesionismo è spesso l’unico mezzo per affermare la propria esistenza – e in cui tante sono state le morti per i ritardi nell’assistenza sanitaria.


A Sollicciano la violenza è quotidiana: negli ultimi anni sono avvenuti a varie riprese pestaggi sistematici. Nessuno ha ancora fatto luce sulla morte di Niki Aprile Gatti, ventiseienne trovato senza vita il 24 giugno 2008 durante l’ora d’aria.(http://nikiaprilegatti.blogspot.com/).

Parlamentari e consiglieri regionali hanno visitato molte delle strutture in tutto il paese, toccando con mano una situazione vergognosa. Per risolverla dovrebbero innanzitutto smetterla di usare la parola "sicurezza" come strumento di propaganda politica e abolire le leggi Bossi-Fini, Fini-Giovanardi, ex-Cirielli e la recente varata dal Ministro Maroni. Il “piano carceri” poi, applicato così com’è, risulta solo un inutile spreco di soldi. Bisogna puntare di più sulle misure alternative alla detenzione, sulle politiche sociali, sull’immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari e delle carceri minorili. Ma niente di tutto questo sarà realizzato se un movimento ampio non tornerà a porre la questione sociale del carcere come prioritaria. Ed è dalla piena solidarietà con la lotta dei detenuti che bisogna partire.

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