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Parcheggio mio ma quanto mi costi?

L’annunciato aumento delle tariffe nei parcheggi del centro si configura come un balzello aggiuntivo che non impedirà di far circolare comunque chi si può permettere di pagare di più, discriminando gli altri. E’ vero che in ogni paese civile esiste una progressione di tariffe dai parcheggi scambiatori gratuiti posti ai limiti della città e serviti da linee dedicate, a salire mano a mano che ci si avvicina al centro. Ma tutto questo sorretto da una campagna di informazione e da una sensata localizzazione dei parcheggi.


A Firenze niente di tutto ciò: i parcheggi scambiatori sono a pagamento e non collegati con bus o navette (e infatti sono vuoti) mentre alcuni dei più ampi parcheggi in città sono deserti perché sbagliati nella localizzazione: vuoto il parcheggio alla Fortezza (sì quello per cui il Comune ha sborsato circa 10 milioni di euro ai costruttori per mancati guadagni), vuoto il Parterre, desolatamente vuoto piazza Alberti. E sulla gestione fallimentare di Firenze Parcheggi, dove gli unici a far affari sono i costruttori, abbiamo spesso puntato l’attenzione.

Se davvero si vuol ridurre il traffico perché non si attivano bus ecologici cadenzati il cui biglietto vale anche per il correlato parcheggio scambiatore? Perché non si organizza un servizio di consegne a domicilio consorziando gli esercenti dei mercati centrali? Soprattutto perché non si fa funzionare in modo accettabile il trasporto pubblico? Ricorrere all’aumento delle tariffe, ingiusto e inefficace, significa ammettere il fallimento di una politica della mobilità cittadina.

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