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Calvi Risorta (Caserta). I canali etruschi dell’Antica Cales.

Questo articolo è stato pubblicato più di venti anni fa. Fa un certo effetto constatare che a distanza di decenni nulla è cambiato.

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Tremila anni di storia sepolti dalle sterpaglie, dagli scoli fognari e dall'immondizia: suscita scalpore lo stato di degrado in cui riversa un impianto di irrigazione, di epoca e realizzazione etrusca, risalente a 2700-3000 anni fa e che serviva, presumibilmente ad irrigare i vigneti del famoso vino di Cales. I caleni le conoscono da sempre con il nome di "Pozzole di Palombara", un vasto bacino artificiale laddove corsi d'acqua vengono canalizzati in voluminose caverne che sottoterra attraversano molti chilometri di perimetro del territorio caleno; mentre per studiosi ed archeologi sono una delle meglio conservate testimonianze delle capacità e delle tecniche di edilizia ed ingegneria del popolo etrusco nella irrigazione delle proprie colture. Ma, purtroppo, per le istituzioni politiche calene, invece, le pozzole sono soltanto un grosso e maleodorante scolo fognario, oltre che un ulteriore, e forse decisivo, passo verso quella "decomposizione" della memoria storica di tutto ciò che rappresenta o che ha rappresentato l'Antica Cales ed il suo glorioso passato.

Dopo lo scandalo della Croce di San Pietro, quindi, viene portato all'attenzione dell'opinione pubblica un altro esempio di come vengano lasciate nell'abbandono e nell'indifferenza stupende opere del passato che dovrebbero rendere orgogliosa qualsiasi comunità civile. " Si deve ritenere- commenta l'archeologo Stanislao Femiano - che le canalizzazioni di Palombara non siano di origine naturale, ma ottenute con un taglio sotterraneo artificiale del perimetro dell'antica città di Cales, questo lo si desume sia dal fatto che le alte pareti verticali sono fittamente segnate dai colpi di piccone su tutta la superficie, sia perché vi sbocca e vi scorre unicamente un rivo dal corso sotterraneo artificiale che aveva prima della deviazione un corso superficiale differente".

Sulla sinistra del tunnel, poi, si notano i resti di quelle che sembrano grandi vasche scavate nel tufo ora quasi completamente ricolme di sedimenti. L'ipotesi dell'uso agricolo per l'irrigazione di una terra pianeggiante e fertile adatta allo sfruttamento intensivo in clima mediterraneo molto secco d'estate, si può accettare pacificamente; mentre è da valutare con più attenzione e cautela l'ipotesi del rifornimento idrico urbano, suggerita dalla vicinanza delle cisterne con la città.La funzione di canale d'irrigazione è una delle funzioni peculiari dei cunicoli etruschi studiati da gli archeologi americani Judson e Kahane nella loro opera "Underground drainageways, in Southern Etruria and Northern Latium".

 

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