Correva l’anno 1924...del fascismo imperante

Forlì - "Augusto Benini di Licurgo e fu Geltrude Romanini, nato a Rocca San Casciano (allora prov. di Fi ndr) il 18 febbraio 1895, ivi residente di professione calzolaio...detenuto dal 3 febbraio 1924"...Inizia così la storia di un vero antifascista, vittima delle leggi speciali, incarcerato dal regime per un reato allora molto diffuso in Romagna e nella vicina Toscana: ossia quello di "essere prima diffidato ai sensi dell’allora art. 261 del c.p.p, previa contestazione che dalla Circolare dell’Esecutivo Comunista Prov.le di Forlì giugno 1922, risulta che esso Benini, fu nominato fiduciario politico per la zona di Rocca San Casciano e come tale ebbe a curare non solo l’inquadramento politico, bensì l’inquadramento militare, avendovi diretta vigilanza delle squadre costituite presso ciascuna delle sezioni da lui dipendenti; squadre costituite a seguito della circolare 2 giugno 1921, nelle quali gli esecutivi federali: Adulto e Giovanile eseguendo l’ordine ricevuto dall’esecutivo nazionale centrale, stabilirono che dovesse farne parte tutti gli iscritti alle sezioni Adulti e Giovanili che non avessero reale impedimento fisico e tale funzione e previa contestazione che esso Benini per effetto della carica ricevuta per attuare ed accettata partecipò nel lunedì 15 maggio 1921 al convegno dei Fiduciari di zona, nella sede della federazione in Forlì, dove mensilmente dovevano i fiduciari adunarsi per attuare il programma rivoluzionario del partito.

Questa la risposta del Benini alle accuse verso di lui e tutte inventate su schemi standardizzati delle regie questure italiane.

"Di ritorno dal servizio militare nel 1920, secondo quanto avveniva in quell’epoca, per ragioni di lavoro, mi inscrissi alla Sezione socialista di Rocca San Casciano e feci parte della Sezione Giovanile,occupando fra la fine del 1920 e metà del 1921, la carica di segretario di detta Sezione, ma in quell’epoca non furono costituite le squadre alle quali non feci parte. Successivamente avendo io 26 anni, passai alla sezione Adulti e da allora in poi non volli sapere di cariche, avendo già tre figlioli e dovendo pensare a mantenerli. Può darsi che io sia stato nominato dall’Esecutivo federale di Forlì, fiduciario plitico della zona di Rocca San Casciano, ma io non ho mai saputo di avere quella carica, ne ho ricevuto il documento che la S.V. mi contesta.

Non è vero che io abbia partecipato alle adunanze mensili dei fiduciari di Zona della federazione di cui V.S. mi contesta il verbale del 15.5.1922 in cui si tenne il convegno a Forlì.

Continua così una sequela di domande e risposte, distribuita in diverse udienze alle quali partecipano come testimoni a favore di Augusto Benini, parenti amici e qualche personaggio noto di allora , tra cui l’editore amico del fascio Federigo Cappelli, Il comandante della milizia fascista locale Bardi Andrea, il segretario del fascio locale Leoncini oltre al farmacista del luogo ,certo Ameli, lo stesso fratello dell’imputato Benini Mario, fascista e membro della milizia oltre Chiadini Paolo impiegato della SITA. 

Costoro,con le proprie testimonianze a favore di Augusto Benini detto E Mor, contribuirono ad alleviarle la pena, che allora consisteva nel carcere duro in una località insulare,dove se l’individuo resisteva alle pesanti torture fisciche poi ne seguiva il confino, sempre in altre piccole isole del centro Italia. Il Benini venne condannato a 10 anni di carcere, che scontò dignitosamente.