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C’è grossa crisi

"Ciao, sono Franco. Ho 34 anni e sono disoccupato". Questo potrebbe essere il mio personalissimo biglietto da visita in questo ultimo anno e mezzo. In tempi non sospetti già il Quelo, al secolo Corrado Guzzanti, andava esclamando "c'è grossa crisi!" e a nulla serve sventolare una laurea o un master. 

 

C'è poi chi afferma che "il lavoro si trova, se si ha voglia di lavorare". Personalmente penso che ognuno debba seguire le proprie inclinazioni personali e solo in extremis "abbassarsi" a fare di tutto.
L'esperienza mi porta a rifiutare lavori di rappresentante commerciale, che sono i più diffusi in questo periodo insieme agli addetti ai call center, perché intanto si guadagna per provvigioni col rischio che le spese superino i guadagni e poi perché di truffatori in giro ne è pieno il mondo.

Allora pensi di avviare un'attività ma anche qui le difficoltà sono dietro l'angolo: pochi sono quei negozi che riescono a resistere alla crisi e a non chiudere entro un anno dall'apertura. Se poi c'è chi per lavoro vede chiudere tanti locali commerciali, e ti sconsiglia vivamente di buttarti in quest'avventura allora ti passa davvero ogni desiderio imprenditoriale.


È di un mese fa la notizia che la disoccupazione in Italia è sempre più critica. Il tasso di disoccupazione è all'11,1% senza contare i cassa integrati. Se poi prendiamo la disoccupazione giovanile, i numeri sono ancora più preoccupanti.

E in Europa i dati sono in peggioramento: ergo, di partire, checché ne dicano in tanti, non ne vale la pena. Se proprio devo fare il barbone preferisco farlo a casa mia. Se a questo aggiungo anche l'oroscopo che mi dice "per il lavoro almeno per ora non si muove molto", allora vale la pena davvero aspettare, continuare ad inviare curricula, comodamente seduto sulla poltrona di casa.

Il consiglio che viene dato da molti è quello di sapersi vendere e reinventare e chissà poi se l'idea originale di Adam Pacitti, ragazzo inglese, di ritrarsi su di un cartellone pubblicitario in cui scrive "datemi un lavoro, ho speso le ultime 500 sterline per questo cartellone", non sia un espediente fruttuoso da seguire se non per collocarsi lavorativamente almeno per far parlare di sé.

Il mio pensiero, però, subito corre a quell'imprenditore 61enne, Angelo Coriglianoso, che, scoprendosi malato, prima di morire aveva deciso di creare 50 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. Una bella iniziativa in un'epoca di degrado e di sprechi, che ha aiutato solo 7 persone; un piccolo contributo che dovrebbe essere d'esempio per tutti.

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