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Bombe ad Ankara: stanno uccidendo la pace

di Luca SOLDI

Ad Ankara stanno per uccidere, ancora una volta, la pace. E per farlo hanno ucciso quasi cento persone (il numero delle vittime, secondo fonti curde è salito a 128, sarebbero invece 95 per il governo turco ndr) – 250 sono rimaste ferite – della grande folla umana che chiedeva: “pace, lavoro, democrazia“. Sono questi i valori sotto il fuoco nemico in tutto l’Occidente.

Le due esplosioni che si sono succedute sono il segno di quanto sia potente e devastante il muoversi insieme nel nome della Pace. Ancora una volta corpi di giovani, di uomini e donne che volevano gridare forte “PACE, LAVORO, DEMOCRAZIA”.

Le due esplosioni si sono verificate quando diverse persone si erano radunate sul posto per una marcia per la pace che aveva anche l’obiettivo di protestare contro l’escalation di violenza nelle regioni curde della Turchia. Al corteo stavano già arrivando migliaia di partecipanti.

Suat Çorlu, vicepresidente del partito filocurdo Hdp e Selahattin Demirtas, leader dello stesso partito che ha conquistato il 13% alle precedente elezioni politiche non hanno dubbi: “La manifestazione per la pace è stata organizzata da civili. Tante persone, provenienti da città diverse, hanno preso parte all’iniziativa. Ecco, questo tipo di manifestazioni sono oggi pericolose perché è difficile controllarle”.

“E’ evidente che dietro l’attentato di Ankara sia dietro quello di Suruc (dello scorso 20 luglio) ci sia l’Akp – ha affermato a Il FattoQuotidiano Suat Çorlu– vogliono aumentare la paura nelle persone, paura che loro stessi hanno creato, e dare come unico antidoto la vittoria del loro partito alle prossime elezioni. Questa è la loro propaganda.” Si ferma, alza il tono di voce e poi attacca l’Akp senza mezzi termini: “La loro campagna elettorale è sporca di sangue. Erdogan sta utilizzando le bombe per fini elettorali, per riprendere il potere assoluto in Parlamento. Ma non ce la farà neanche questa volta”.

Intanto, il PKK ha deciso il “cessate il fuoco” unilaterale in relazione alle aggressioni del governo turco.

Una domanda.

Cosa succederà quando in tutta Europa i popoli grideranno in piazza: “PACE, LAVORO, DEMOCRAZIA”?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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