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Blitz contro i Casalesi: 60 in manette. Richiesto l’arresto di Cosentino

«Il principe e la ballerina», questo il nome che dalle prime ore di oggi ha consentito ai carabinieri del Comando provinciale di Caserta e del centro Dia di Napoli di ammanettare sessanta affiliati del clan dei Casalesi appartenenti alle fazioni Bidognetti-Schiavone. Un’esplosione di giustizia coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che non ha visto il suo epicentro solo in Campania. 

Ad essere coinvolti anche personaggi del settore bancario ed imprenditoriale attivi anche nel Lazio, in Toscana, nell'Emilia Romagna, in Lombardia ed in Veneto. 
 
Ad esempio, a Sora, nel Frusinate, la Direzione investigativa antimafia di Napoli ha arrestato due noti costruttori - padre e figlio - La Rocca, con l’accusa di aver mediato attraverso alcuni istituti di credito per la fidejussione di mutui bancari a favore del clan dei casalesi. 
 
Secondo quanto si apprende l'indagine riguarda vicende di infiltrazioni del clan dei Casalesi nella pubblica amministrazione ed in particolare tra ex amministratori del comune di Casal di Principe dove il clan ha la sua roccaforte. 
 
L'inchiesta nella quale sono indagate complessivamente oltre 70 persone è considerata la più significativa tra quelle finora svolte sui rapporti tra camorra e politica. 
 
L'operazione è considerata la più significativa tra quelle finora svolte sui rapporti tra camorra e politica.«Quella odierna - ha detto il capo della Direzione investigativa antimafia di Napoli, Maurizio Vallone - è una delle operazioni più importanti che siano mai state eseguite nei confronti dei Casalesi e coinvolge personaggi di primo piano». 
 
 
Certo è che a far tremare i polsi tra i 60 arrestati, ai quali vengono contestati, a vario titolo, le accuse di associazione camorristica, riciclaggio, corruzione e falso, è la potenza dell’attività di giustizia che ha bloccato anche i polsi di politici. 
 
Per questo la magistratura di Napoli ha chiesto alla Camera dei deputati di autorizzare l'arresto dell'ex sottosegretario all'economia Nicola Cosentino, deputato del Pdl, indagato per corruzione ed altri reati in un'inchiesta sulle collusioni tra camorra e politica. Cosentino è definito nei capi di imputazione formulati dai pm «referente politico nazionale del clan dei Casalesi».
 
Nell’ordinanza di arresto risultano anche un consigliere provinciale di Caserta e tre ex pubblici amministratori di Casal di Principe. 
 
L’ordinanza di custodia cautelare lunga oltre mille pagine è stata firmata dal gip Egle Pilla, su richiesta dei pubblici ministeri Antonio Ardituro, Francesco Curcio e Henry John Woodcock (quest'ultimo applicato per questa inchiesta alla Direzione distrettuale antimafia). Nel documento diversi i reati contestati: associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, corruzione al falso; reati tutti aggravati dall'articolo 7, l'aver agito per favorire la criminalità organizzata. 
 
L'inchiesta della Dia verte sulla costruzione di un grande centro commerciale nel comune di Casal di Principe. Cosentino è accusato di avere fatto pressioni su funzionari di una agenzia Unicredit di Roma affinché concedessero un imponente finanziamento a esponenti del clan dei casalesi per la realizzazione del centro commerciale. 
 
Gli inquirenti hanno ricostruito che il finanziamento venne concesso ma successivamente in parte bloccato perchè la documentazione presentata era falsa. Il parlamentare del Pdl avrebbe anche imposto al dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di dare via libera alla concessione per la costruzione del centro in violazione di tutte le norme urbanistiche. 
 
Sarebbero accertati episodi di voto di scambio relativi alle elezioni amministrative 2007 e 2010.
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