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Berlusconi si è dimesso! (Cronache dal futuro)

Cronaca dal futuro

Silvio Berlusconi, prima del pronunciamento della Corte Costituzionale del 6 ottobre, si è dimesso dalla carica di Presidente del Consiglio.

Roma. Il nostro amatissimo Duce, dopo aver leggermente modificato la Costituzione, ed essersi proclamato Re d’Italia, ha rassegnando le dimissioni da Presidente del Consiglio, consegnandole nelle mani di Sua Maestà medesimo, affinché egli voglia, per l’onore e la salvezza della patria, assumere con l’effettivo comando delle forze armate di terra, di mare e dell’aria, secondo l’articolo 5 dello Statuto del Regno, quelle supreme iniziative di decisione che le nuove istituzioni a lui attribuiscono".

Il Re (medesimo)ha accettato, con gran rammarico, le dimissioni del nostro Pres. del Cons., prendendo in carica l’importante onere attribuitogli dall’art. 5 dello statuto del regno. Articolo voluto dal nostro rinato Re e votato dalla sua stragrande maggioranza, unitamente al precedente lodo Alfano. Si pone fine, in questo modo, al tentativo di golpe orchestrato da massoni-pluto cattocomunisti e da pennivendoli al soldo di una sinistra calunniosa ed infame, (vadano a morì ammazati, ha esclamato).

Iniziano così le "grandi manovre" del sovrano, di cui è stata messa al corrente solo una piccola cerchia di fedelissimi (anzitutto il ministro della Real Casa duca Acquarone Bondi, il capo di Stato maggiore generale Ambrosio La Russa, e poi il generale Castellano Cicchitto, plenipotenziario politico nelle trattative con gli alleati di governo), che trovano in Grandi Brunetta e in Ciano Carfagna (amica del Duce) gli alleati del Partito di cui aveva bisogno, utilizzandoli per i propri fini e probabilmente senza che questi si accorgano del vero scopo cui serviranno, in particolare per Ciano Carfagna. Finalmente Roma si desta, capisce di che cosa si tratta. Il silenzio della notte autunnale è stato rotto da canti, da grida, da clamori. Un gruppo uscito da Aragno risale il Tritone, urlando con pazza esplosione: ’Cittadini, sveglia, hanno proclamato Re B. Mussolini due, W B. Mussolini due, abbasso la repubblica. Via Veneto alle 18 era una adunata di persone che sussurrano e si fanno sussurrare i segreti sessuali del Duce. Negli atri dei grandi alberghi apparivano e scomparivano persone affaccendate, che lanciano parole a mezz’aria; ogni tanto un’automobile partiva con fracasso, recando un personaggio conosciuto a Rebibbia.

Re B. Mussolini dopo essere stato proclamato Re dal Gran Consiglio, è partito per la Rocca delle Caminate’, dove si è radunato il consiglio della Conora’, per decisioni storiche. Un giornalista rivolge la parola ad un passante: Lei che ne pensa?’. Un senatore della milizia padana che è vicino, in uniforme, armato, si volta di scatto: Non si dà più del Lei’, grida. Scusate, risponde il giornalista, l’altro ribatte: Le cose sono cambiate per voi giornalisti disfattisti! Due o tre lo spalleggiano. Una camicia verde, tale Padovani Borghezzio, gli rompe, democraticamente, una sedia sulla testa, il tafferuglio s’allarga, volano vassoi, si rovesciano tavolini, si spaccano bottiglie, l’ufficiale della milizia agita il suo manganello, il povero giornalista è sepolto sotto una piramide di seggiole; in quel momento entra Italo Balbo Bocchino, gridando: Hanno proclamato Re B. Mussolini due, sembra la fine dell’anno. Il trambusto diventa un bailamme di evviva, di urli, di abbracci, tutti si riversano fuori sulla strada, vogliono correre ai giornali per le altre notizie. I cittadini aprono la TV alle ore “25.07.1943” al posto del solito telegiornale trovano, a reti unificate, Fede Alfieri Emilio, portavoce ufficiale di tutta la stampa e dell’informazione televisiva, che annuncia il grande evento, descrivendo le seguenti direttive: Il Gran Consiglio del Berlusconismo passa, da vertice gerarchico del partito, ad organo dello Stato, sovrapposto a tutti i poteri e agli istituti designati dallo Stato.
 

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