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Berlusconi e la nuova costituente

 

“Dio fa impazzire coloro che vuol mandare in rovina” ammonisce la sapienza classica. Ed ancora una volta ha ragione. Il Pd, non contento di quello che ha fatto con il governo Monti, con le elezioni politiche, con l’elezione del Presidente, con la formazione di questo governo, prosegue imperterrito sulla via dell’autoperdizione e subito ha una alzata di ingegno proponendo una commissione bicamerale per una revisione organica della Costituzione. Si badi: non ritocchi marginali, ma proprio revisione di tutta la seconda parte della Costituzione.

Questo è il Parlamento meno rappresentativo di tutte le democrazie del Mondo: eletto con un sistema elettorale demenziale e con un numero di astenuti senza precedenti, per cui una coalizione con circa 1/5 degli elettori ottiene la metà dei parlamentari che, per di più, non sono stati scelti dai cittadini ma dalle segreterie dei partiti, e nel quale circa 2 milioni di voti non sono affatto rappresentati. E questo Parlamento dovrebbe assolvere ai compiti di una Assemblea Costituente. Questo sì che è un colpo di Stato.

Poi, tanto per rendere la cosa più digeribile, alla Presidenza di questa Commissione, si candida il senatore Silvio Berlusconi che, in questo modo, potrebbe ottenere, magari con una leggina ad hoc, di fermare i suoi processi. Il Pd insorge: non può essere lui. E propone uno della Lega. Ma perché della Lega? Se lo si vuol dare alle opposizioni, il M5s è molto più rappresentativo, o, se si pensa con non abbia nomi da proporre, a Sel che ha il doppio dei parlamentari? Ma lasciamo andare, vada alla Lega. E chi della Lega? Calderoli.

Cioè l’autore di quella riforma elettorale, il Porcellum, di cui non riusciamo a liberarci. Calderoli? A questo punto meglio Silvio che non è esattamente una brava persona, è uno che fa solo i suoi interessi, non sa cosa sia la vergogna, però se gli parli capisce costa stai dicendo.

La cosa più demenziale è che si rilancia la campagna contro Berlusconi mentre ci si fa un governo insieme. Ma come si fa a prendere sul serio gente così? Eppure dobbiamo alzare le antenne: questi ci sfilano la Costituzione da sotto, e così il processo di sfascio costituzionale, iniziato ad opera del Pds nel 1993, arriverebbe al suo sbocco definitivo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.149) 4 maggio 2013 12:22

    Si sfascerà prima l’economia... Ci saranno i primi gambizzati illustri. I politici più svegli si chiuderano in casa e i politicanti più furfanti si prenderanno una vacanza (forse a vita) all’estero (dove hanno messo da parte un enorme malloppo per il "vitalizio" da nababbi in nero).

  • Di (---.---.---.9) 4 maggio 2013 18:12

    Cosa ci sta a fare REnzi in mezzo a un gruppo di OLIGARCHI FALLITI ???

    Che aspetta ad andarsene e a fondare una nuova sinistra?

    Se continua a restare nel PD fara la fine degli oligarchi anche lui.

  • Di (---.---.---.93) 4 maggio 2013 19:56

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    Secondo Grillo “maggioranza” è quella che ‘condivide’ la sua “iperdemocrazia”.
    Quelli, di M5S, che si dicono d’accordo rappresentano la sola maggioranza che conta. Anche se ad esprimersi sono meno della metà degli aventi diritto.

    Esempio.
    Sulla decisione di espellere il senatore Mastrangeli si è espresso il 44% dei parlamentari ed il 40% degli “iscritti” M5S. Favorevoli (“a maggioranza”) sono quindi risultati il 38% dei parlamentari ed il 35% degli “iscritti”.

    Ancora.
    Grillo contesta il premio di maggioranza che, alla Camera, è stato assegnato al Centrosinistra. Motivo.
    Detta coalizione non ha formato un proprio governo e quindi tale premio spetta al partito più votato che, guarda caso, è M5S.
    Obiettivo. M5S avrebbe il diritto di presiedere a diverse Commissioni.

    Grillo sembra dimenticare (?) un paio di aspetti.
    Al Senato, il suo Movimento sarebbe ancora terzo come numero di seggi (dopo PD e PDL) e non potrebbe perciò formare un suo governo.
    Visto che il premio ha senso (anche per Grillo) solo se serve ad avere un governo, non resterebbe che informare i cittadini che dovranno ripetere le elezioni fino a quando un singolo partito non avrà ottenuto la maggioranza “assoluta” in entrambe le Camere.

    Conclusione.
    Grillo propone una maggioranza “a soglia minima”. Quella che basta per incassare, di volta in volta, il risultato cercato.
    Per governare la crisi non serve un copione da teatrino di Pantomima e Rimpiattino

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