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Berlusconi da Santoro: ha vinto "’o sistema"

Come al solito, le motivazioni che hanno spinto La7 e Santoro ad ospitare il “caimano” non sono di ordine informativo né di rispetto delle regole di par condicio, ma credo che l’ultima parola se invitare o no il Cavaliere l’abbia avuta il denaro, nella forma del ritorno pubblicitario.

Nessuna persona seria può considerare Berlusconi un interlocutore interessante per la politica o l’economia, visto che ci troviamo di fronte ad un mentitore professionale, un piccolo dittatore che nel suo partito nomina e licenzia segretari, come se ciò fosse la cosa più naturale del mondo, un tizio che non si prende la responsabilità del fallimento economico e morale dell’Italia, pur avendo governato per la maggior parte degli ultimi 20 anni.

La trasmissione di Santoro ha fatto un regalo principesco a Silvio B., non tanto per la visibilità televisiva già debordante, ma per il fatto di trattare come interlocutore politico un personaggio che in un paese serio sarebbe stato allontanato dal Parlamento e dal potere fin da quando si seppe che si avvaleva del mafioso Mangano per proteggere se stesso, la famiglia, i suoi affari.

Ciò di cui non sembra rendersi conto Santoro è che la gigantesca visibilità che ti dà il mezzo televisivo, nel bene o nel male, ti fa esistere, ti legittima, ti fa popolare, mentre l’assenza dagli schermi ti fa scomparire, ti invecchia, ti emargina, soprattutto in politica, dove si è abbandonato da tempo lo stretto rapporto sul territorio tra cittadini e rappresentanti politici, ora nominati dalle segreterie dei partiti.

Un vero “servizio pubblico” dovrebbe dare voce esclusivamente a chi voce non ha, a quella maggioranza di cittadini italiani, salariati, stipendiati, pensionati, disoccupati, che non hanno nemmeno un partito di riferimento, non un giornale, non una sola TV, diventati invisibili negli ultimi venti anni, ingrigiti, fuori moda, in un sistema comunicativo che fa apparire solo i vincenti, i potenti, le donne in possesso di culi e tette fuori misura, gli sportivi più belli e famosi, i preti.

Se si vuole che la politica torni sul territorio bisogna annullare la presenza dei politicanti negli immondi teatrini come Porta a Porta e simili, fino a Santoro. I politici devono guadagnarsi i voti battendo il proprio collegio elettorale, occupandosi di iniziative che migliorino la vita dei cittadini, di cui devono farsi semplici portavoce e sparire dopo due legislature.

Non mi sembra che Santoro abbia questa visione strategica della comunicazione televisiva. Non vuole sputare nel piatto in cui ha sempre mangiato, ma se vuole ancora definirsi “servizio pubblico” deve proporre che sia abbattuto il duopolio RAI-Mediaset, ciascun gruppo deve vendere due reti sul mercato, la RAI deve restare con un solo canale senza pubblicità, e i cittadini che pagano il canone hanno il diritto di eleggere ogni 5 anni il direttore generale con tutti i poteri in concomitanza con le elezioni politiche.

Mi sarebbe piaciuto ieri sera vedere la faccia del Caimano se Santoro gli avesse comunicato di volere, in nome della democrazia, distruggere il suo controllo su 5 reti nazionali, perché si sospetta che lui sia diventato primo ministro proprio grazie a questa mostruosità.

Commenti all'articolo

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.94) 12 gennaio 2013 11:25
    Giacomo Nigro

    Purtroppo Santoro non è nuovo a questi "regali", già nel 1994 (Samarcanda o altro nome non importa, tanto fa sempre lo stesso programma) fece campagna elettorale per Berlusconi che ebbe modo di ringraziarlo successivamente con una bella assunzione. Con questo non voglio parlare di rapporto causa effetto, ma di dati obiettivi. Non si capisce veramente come mai Santoro abbia deciso di dare ulteriore visibilità a uno che in queste settimane è sovraesposto mediaticamente in maniera vergognosa, visto il periodo di campagna elettorale: ma quale servizio pubblico questo è uso privato di servizio pubblico (al netto del fatto che l’emittente non è la Rai).

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