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Berlusconi chiederà la fiducia (e soccomberà sul campo)

Uscito male dal voto sul Rendiconto, il premier mischia le ultime carte. Ma le dimissioni restano improbabili.

Come nel finale di 'Per qualche dollaro in più'. Clint Eastwood dice a Gian Maria Volontè: "Indio, tu il gioco lo conosci". Poi guarda Lee Van Cleef, lo arma, e gli fa: "Colonnello, prova con questa...". Come andò a finire lo ricordiamo tutti.

Berlusconi esce dalla seduta della Camera con 308 voti per la sua maggioranza. Otto in meno ai 316 che costituiscono la maggioranza assoluta. Con 321 astenuti che sono entrati in aula soltanto per far passare il Rendiconto.

La questione è semplice: il governo non ha più la maggioranza alla Camera dei deputati. Stop. Non c'è granché da dire, è una questione di numeri, le opinioni non c'entrano niente: undici del Pdl non hanno votato. Meno male che non si trattava di una mozione di sfiducia, altrimenti l'epopea berlusconiana sarebbe finita all'istante. In mattinata nel Pdl si sperava di arrivare a quota 311-312, a un passo dalla zona salvezza. Invece è arrivata la disfatta: il governo è sotto i 310, l'acqua è ben sopra la gola, il punto è quello del non ritorno.

Adesso, mentre tutti stanno ancora cercando di leggere il risultato, Berlusconi sta valutando la sua prossima mossa. Verdini cerca di rassicurarlo, dicendo che in caso di voto di fiducia, i consensi salirebbero a quota 319, ma la situazione è drammatica. E' da giugno che l'esecutivo è un morto che cammina e le nuove pressioni europee, invece di compattare tutti, hanno frantumato le ultime certezze di Pdl e Lega. Il Paese è su tutte le furie, anche i fanatici della prima ora cominciano a mostrare segni di cedimento. Colui che fu il re della comunicazione si è scoperto incapace di fare breccia nel cuore del suo popolo, gli ultimi discorsi di Silvio si sono distinti per mancanza di nerbo, senza più quel carattere che sopperiva ad una mancanza di contenuti politici conclamata. Un disastro.

Dimissioni? Difficile a dirsi, Berlusconi rimane un guerriero, uno che si arrende soltanto quando il suo esercito viene spazzato via completamente, quando l'arbitro fischia la fine e il tabellone segna inesorabilmente una sconfitta bruciante. Certo, il Cav. potrebbe fare leva su un governo Letta-Alfano, con lui in secondo piano, pronto a tornare in sella nel 2013 per diventare presidente della Repubblica. Ma il gioco, forse non vale la candela e, soprattutto, non si sa se le cose andrebbero bene.

A questo punto, lo scenario più verosimile è una visita di Berlusconi al Quirinale per chiedere la fiducia. E soccombere sul campo, travolto da un governo che non c'è più, battuto da un'opposizione che non c'è mai stata.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.172) 8 novembre 2011 20:03

    Disvelato >

    Berlusconi ha voluto vedere in faccia i “traditori” e la maggioranza è scesa a 308.
    Quella maggioranza “purchessia” che da un anno teneva “quota 315”, fedele solo all’appello “tutto tranne elezioni”.

    Lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha toccato i 500 punti. Sono oltre 10 miliardi all’anno di ulteriori interessi da pagare.
    Anche la Commissione UE ora stima che la strategia di bilancio pianificata non assicura il pareggio nel 2013 senza ulteriori misure.

    Intanto Berlusconi ripete che resta a Palazzo Chigi con “gran sacrificio”. Non lo fa, spiega, per il suo bene, ma per rendere il paese “più forte e più libero”.
    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce limiti o remore fino a …

  • Di Mario Di Vito (---.---.---.249) 8 novembre 2011 20:19
    Mario Di Vito

    Il problema è che la legge di stabilità spaccherà l’opposizione. le trattative per il dopo-silvio saranno un massacro.

  • Di Geri Steve (---.---.---.26) 9 novembre 2011 18:01

    Il problema e’ che Berlusconi e’ un pagliaccio alla Alberto Sordi e che la gente (Napolitano compreso) si fa incantare dalle sue inaccettabili pagliacciate: lui non ha piu’ la maggioranza, quindi cio’ che avrebbe dovuto fare era DIMETTERSI,  e non annunciare le sue dimissioni, ma soltanto dopo aver fatto una cosa che pero’ non puo’ fare un capo di governo senza piu’ una maggioranza.

    In Spagna, Zapatero, che e’ una persona seria, ha annunciato le sue dimissioni, ha indetto nuove elezioni e intanto continua a governare, ma avendo l’appoggio di una maggioranza parlamentare.

    E’ una cosa che anche Berlusconi poteva fare quando aveva ancora una maggioranza, ma che si e’ ben guardato dal fare: lo fa invece adesso, che non lo potrebbe piu’ fare, perche’ non ha alcuna maggioranza.

    Il mondo intero sapeva che Berlusconi e’ un pagliaccio: lo chiamano "clown", "showman"...   e adesso il mondo sa che gli Italiani si fanno ancora incantare da quel pagliaccio.

    Geri Steve

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