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Berlusconi: "Non mi ricandido"

Il dimissionario Premier lascia il suo trono ad Alfano. Sullo sfondo, la corsa al Colle del 2013.

Al di là dei dubbi, più o meno legittimi, sull'opportunità di presentare delle dimissioni differite, Berlusconi, questa volta, sembra fare sul serio. "Non ci sono altre maggioranze possibili - ha detto il dimissionario Premier a Mario Calabresi, direttore de La Stampa -, vedo solo le elezioni all'inizio di febbraio, elezioni a cui non mi candiderò più". L'uomo del Pdl, a questo punto, dovrebbe essere Angelino Alfano, l'ex ministro delle giustizia e attuale segretario del partito.In ogni caso, Berlusconi non esclude l'ipotesi delle primarie: "Comunque, decideranno gli iscritti, sono un milione e 200mila". E comincia così la nuova campagna elettorale.

Parlare di "fine di un'epoca", però, potrebbe essere sbagliato. Il ventaglio di ipotesi per il futuro del Cavaliere è ristretto, fondamentalmente, a due opzioni. Escluso il ritiro dalle scene ("Rimango a disposizione del partito"), si parla di nomina come senatore a vita, oppure, più verosimilmente, di grande assalto al Colle. Già, perché nel 2013 dovrà essere eletto dal Parlmento il nuovo Capo dello Stato e Silvio non ha mai nascosto che quello sarebbe il modo migliore per chiudere la sua attività politica, cominciata diciassette anni fa, ormai.

Oltre ai risvolti politici, ancora tutti da chiarire, la permanenza di Berlusconi all'interno del Palazzo significherebbe il tramonto definitivo di tutti i processi in cui il presidente del Consiglio è coinvolto. Una mossa tattica, dunque, queste dimissioni? Non solo, anche un segnale di resa, per lo meno momentanea. Il Cavaliere non è riuscito a sopravvivere a se stesso e alla crisi economica che sta dilaniando l'Europa intera, e questo l'aveva capito anche lui: le forze che agivano in senso contrario al suo governo, questa volta, sono state troppo forti. Alla fine, i numeri alla Camera non c'erano più. Poco da discutere, soltanto un verdetto dura da accettare.

In un ideale tentativo di salvataggio in extremis, Silvio scommette tutto sul prossimo anno e mezzo: un nuovo governo difficilmente durerà a lungo, i sondaggi, almeno per il momento, parlano di un voto che sarà molto frammentato, con il nuovo esecutivo che potrebbe avere seri problemi di numeri. E sarà lì che il Cavaliere tornerà, presentandosi ancora una volta come unica salvezza del Paese.

Sullo sfondo, la corsa al Colle, magari una riforma dei poteri di presidente del Consiglio e presidente della Repubblica, forse il sogno di ritornare a condurre i giochi quando le acque si saranno calmate. Mosse e contromosse che lanciano l'ennesima volta: tutto cambi perché tutto resti come prima.

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