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Benetazzo, Neurolandia e la crisi troppo onerosa

Il guru Eugenio Benetazzo ha da poco pubblicato "Neurolandia” (Chiarelettere), un saggio agile e polemico incentrato sulle crisi finanziarie europee che rischiano di annichilire l’euro. “Vedi, Max, quei poveretti [operai] non hanno ancora capito che, oggigiorno, le catene dei popoli sono fatte con la carta dei ministeri”. Franz Kafka.

Benetazzo è un economista giovane e indipendente che paragona l’Europa a un manicomio, dove i membri delle classi dirigenti si improvvisano medici e infermieri e imbottiscono i cittadini di "psicofarmaci per non farci prendere coscienza del disastro che essi stessi hanno causato”. L’Europa è schiava delle grandi banche d’affari e non oppone resistenza alla stagflazione degenerante che combina la stagnazione dei consumi con l’inflazione: “il destino più funesto a cui un paese sviluppato o un’economia avanzata con un gradiente di debito molto consistente possa andare incontro […] infatti provoca una riduzione del gettito fiscale, il che obbliga i governi a imporre altre gravose politiche di raccolta per reperire nuove risorse finanziarie”. E la cattiva gestione dell’unione monetaria rende più complicate le cose.

Sono molti anni che paesi come Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia aumentano i propri debiti pubblici senza investire in ricerca e sviluppo e prima o poi i nodi vengono al pettine. In realtà l’euro ha causato solo indirettamente le attuali difficoltà finanziarie di molti paesi europei, poiché le agenzie di rating, i centri finanziari anglosassoni e “gli Stati Uniti non vogliono un’Europa capace di imporre la propria moneta, particolarmente forte in Oriente. L’ascesa dell’euro come alternativa alla vecchia egemonia del dollaro negli scambi internazionali deve perciò essere bloccata”.

Se si indeboliscono i mercati e le aziende dei paesi alleati si favoriscono le economie dei paesi non alleati ed è quindi un grande errore strategico a medio e lungo termine. Lo storico Carlo Cipolla affermava che le persone più pericolose sono gli stupidi. E i politici dalla vista corta e gli economisti masterizzati con il pensiero unico finanziario sono diventati gli stupidi più pericolosi del pianeta. Non si tratta solo di ridimensionare l’egoismo e l’avidità, ma bisogna soprattutto ritornare a garantire il rispetto della legalità.

Il ritocco truffaldino del Libor, il tasso interbancario di Londra, è l’ulteriore prova che finché qualche vecchio banchiere anglosassone non finirà imprigionato, esiliato o malmenato, la crisi non finirà. Anzi, peggiorerà a livelli drammatici quando i multimilionari decideranno di levare quasi tutti i loro capitali dalle grandi banche occidentali coinvolte nella compravendita dei derivati, la nuova versione istituzionalizzata del famigerato schema Ponzi e del mercato delle tratte mirabilmente raccontato da Adam Smith nel saggio “La ricchezza delle nazioni”.

Comunque l’economista anticonformista si diverte a fustigare le idee populiste e piccolo-borghesi e afferma: “Amici nostalgici della liretta, mettetevi il cuore in pace: non si può fare”. Infatti l’energia e i beni di primi necessità potrebbero aumentare in modo insostenibile e bisogna considerare che quando avevamo la lira nel Wto non c’erano la Cina, l’India, il Brasile, la Corea del Sud, Israele e tanti altri paesi che hanno investito nell’istruzione e nei giovani, attraendo capitali da tutto il mondo.

Però è possibile e forse vitale creare delle obbligazioni europee: gli Eurobond a tasso fisso e ridotto. Dopo una guerra molti paesi hanno usato i tassi fissi ridotti all’uno per cento per far diminuire progressivamente i debiti. Invece l’attuale fondo salvastati è un banale “consorzio di garanzia” che non incide più di tanto sull’abbassamento degli alti tassi di interesse che gli stati dissanguati sono costretti a pagare per favorire pochi membri psicopatici della casta bancaria e finanziaria. Infatti le nazioni condannate a pagare interessi intorno al 5 o al 6 per cento trimestrali sui vari titoli di Stato sono condannate al coma economico e alle rivolte civili durature.

Per quanto riguarda l’Italia, Benetazzo propone di nazionalizzare il debito pubblico attraverso “delle obbligazioni del tesoro con incentivo fiscale (Otif), uno strumento di finanza straordinaria che consentirebbe agli italiani di acquistare progressivamente e velocemente il margine residuo dello stock di debito detenuto da investitori istituzionali esteri. Eventuali tassi intorno al 2 per cento permetterebbero l’emancipazione dalle lobby dei mercati anglosassoni e potrebbero consentirci di respirare molti mesi in attesa del naturale ritorno della ripresa economica, che viene ripetutamente ritardata da scelte politiche inique, perverse e fallimentari.

Infine nell’appendice del libro c’è anche il contributo del giornalista Gianluca Versace che riporta la sintesi del pensiero di Luigi De Marchi, psicologo e politologo morto nel luglio del 2010. Il libero pensatore era dell’opinione che “la vera lotta di classe non è quella tra lavoratori dipendenti e indipendenti del privato (come vuol far credere da cent’anni almeno la sinistra tradizionale) ma quella tra la classe politico-burocratica sfruttatrice e il popolo sfruttato dei produttori dipendenti e indipendenti del privato”. E così De Marchi è stato ingiustamente emarginato dai mediocri circoli mediatici che prosperano grazie al servilismo e alla partitocrazia della penisola italiota dei media.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.39) 27 luglio 2012 10:22
    Damiano Mazzotti

    Naturalmente chi vuole approfondire la conoscenza del sistema piramidale truffaldino Ponzi può cercare Schema Ponzi su Wikipedia.

    Poi bisogna aggiungere che molti paradisi fiscali sono controllo e repressione, tranne naturalmente quelli sotto tutela anglosassone e quelli sotto tutela cinese.


    La potenza del denaro e dell’economia ha il suo bel perché. Ma è bella finché dura, proprio come l’amore.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.157) 27 luglio 2012 21:53
    Renzo Riva

    Ecco l’ultima fatica di Eugenio Benetazzo

    RISANAMENTO ITALIANO

    Se volete limitare i danni in questa fase epocale per il nostro paese, evitando di vivere i prossimi anni in piena depressione economica, allora non ci sono tante soluzioni, ma solo una: sospendere la democrazia per qualche anno e affidarci a un regime totalitario, decidete voi se preferite uno di sinistra o uno di destra. Tutto il resto sarà pura perdita di tempo, portando ad un aggravamento ulteriormente delle condizioni di salute della nazione. MI rendo conto che questa affermazione scatenerà l’ira e il disprezzo di molti lettori e supporter, ma se vuoi fare del bene, a volte devi iniziare facendo del male. Non che sia sia entusiasta di questa soluzione, ma l’operazione che mi sento di battezzare Risanamento Italiano (se effettivamente venisse realizzata) potrebbe gettare le basi per una lenta guarigione del nostro paese. Le rincuoranti affermazioni di BCE sulla sostenibilità dell’Euro fanno presagire proprio al peggio, forse adesso dopo il voto greco e l’incendio in corso in Spagna ci si rende conto che non si potrà continuare a nascondere la verità: qualcuno dovrà fallire e dichiarare bancarotta, non so se sarà la Spagna, la Grecia, o la Germania per voce della sua tanto desiderata creatura, l’euro.

    Con un Italia che ha perso oltre 500 mila posti di lavoro in pochi anni causa fallimenti per inasprirsi della concorrenza con l’Oriente e delocalizzazioni per sfuggire alla aberrante pressione fiscale, il Risanamento Italiano deve ricorrere inesorabilmente a licenziamenti di massa nel settore della pubblica amministrazione, obbligando chi viene “graziato dalla fase dei tagli” a contribuire con ammortizzatori privati chi ha perso il posto di lavoro. Sostanzialmente una parte dello stipendio di chi continua a lavorare deve supportare chi ha perduto il posto di lavoro, evitando di scaricare sulla collettività l’onere sociale. Le banche dovranno essere obbligate a congelare le posizioni di debito senza aggravio di interessi sino a quando non si verificherà un nuovo insediamento nel settore privato. Gli organi costituzionali dovranno essere congelati, privilegi, compensi e rendite revocati completamente anche retroattivamente. L’IRAP sostituita con la Health Tax (come già precedentemente descritto). A questo punto potrebbero sussistere le condizioni per un abbassamento repentino della pressione fiscale complessiva per tutti i contribuenti, soprattutto le piccole e medie imprese, con una stima di oltre i 15 punti percentuali.

    In parallelo dovranno essere adottati gli OTIF (Obbligazioni del Tesoro con Incentivo Fiscale) con lo scopo di ricomperare velocemente almeno il debito estero e sottrarlo al pagamento di interessi per oltre il 5%. La prostituzione dovrà essere istituita, normata e tassata, generando un gettito annuo stimato tra i 20 e 25 miliardi di euro (l’IMU ne genera meno di 20). Le partecipazioni nelle banche italiane detenute dalle fondazioni bancarie dovranno essere commissariate e gestite in ottica di regia nazionale dal Ministero dell’Economia per supportare il finanziamento delle piccole e medie imprese. Chi governerà autoritariamente il paese inoltre dovrà porre delle severe restrizioni a tutta la merce in entrata proveniente dall’Oriente, non istituendo dazi doganali, ma requisiti e attestati di qualità (questo è l’unico modo per ovviare al dictat del WTO). Gli enti locali (comuni, province e regioni) saranno soggetti coattivamente agli accorpamenti amministrativi in piena sinergia con il piano di snellimento dell’apparato statale. I flussi di immigrazione provenienti dai confini extracomunitari saranno obbligati a soddisfare per il visto di ingresso il requisito della sponsorizzazione aziendale ovvero la richiesta specifica di esigere il lavoratore in virtù della sua professionalità e competenza (al pari di Australia e Svizzera).

    Chi decide di insediarsi in Italia o aprire uno stabilimento di produzione godrà di consistenti benefici fiscali: come il concordato fiscale (stabilire in anticipo il carico fiscale complessivo) o la fruibilità di rapporti di lavoro dipendente desindacalizzati. Per la multinazionali che si volessero insediare nelle regioni del mezzogiorno sarà ipotizzabile anche la totale sospensione delle imposte dirette per un decennio. La presunzione oggettiva dell’Agenzia delle Entrate verrebbe destituita e in conseguenza anche il modus operandi di Equitalia. Con queste innovazioni o sconvolgimenti epocali si potrebbe in poco tempo rimettere in moto la macchina Italia, ricreando le condizioni per una migliore vivibilità e per una ripresa dell’occupazione, in tutti gli altri casi non faremmo altro che assistere ad una lenta moria prima industriale e poi sociale. Capite anche Voi che con una frammentazione politica e partitica che ci contraddistingue, solo con un regime autoritario sarebbe possibile implementare quanto fin qui rappresentato. Mi auguro che il futuro primo ministro italiano abbia un consenso tale da poter agire tempestivamente al pari di un dittatore totalitario e nell’interesse di quasi tutti. In caso contrario, preparatevi a vedere in Italia le scene di guerriglia civile che avete visto sino ad oggi in Grecia e a perdere gran parte dei risparmi che avete sino ad oggi accantonato.

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