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Bendtner e Rommedahl in gol, per il Camerun eliminazione anticipata

Le speranze dell’Africa erano tutte per loro, ma alla fine anche i Leoni hanno fallito.
Dopo la sonora sconfitta del Sudafrica, già praticamente fuori dalla competizione, fra le nazionali di “casa” erano proprio loro i favoriti alla grande impresa, assieme alla Costa d’Avorio di Didier Drogba.
 
Il Camerun sentiva sulle spalle il peso di questo compito. Il popolo africano aveva riempito gli spalti per sostenerli, dopo migliaia di chilometri percorsi in direzione Sudafrica. Alle voci che circolavano, di uno spogliatoio diviso e in crisi come quello francese, aveva risposto subito Eto’o: il Camerun è compatto, i suoi giocatori daranno il massimo.
 
E il massimo i camerunensi provano subito a darlo, partendo a razzo e portandosi subito nell’area avversaria. La Danimarca aveva dato filo da torcere persino all’Olanda favorita, il che la rende un ostacolo da non sottovalutare. La grinta di Eto’o si vede fin da subito, dopo nemmeno dieci giri d’orologio sfrutta un errore difensivo dei difensori danesi per piazzare in rete la palla che vale il vantaggio.
Ora ha ripreso davvero la sua vera posizione da centravanti, e i risultati si sono fatti vedere.
 
La sua è un’esultanza rabbiosa, viscerale, si lancia in una corsa liberatoria, ogni muscolo teso, l’urlo di gioia impresso sulla mascella. Sfortunatamente per lui, la partita è tutt’altro che conclusa.
 
Il Camerun non gioca male, anzi. Ma spreca troppo.
Si riconferma questa l’inguaribile malattia delle squadre africane. Alla fine i tiri da parte dei giocatori camerunensi saranno quasi il triplo di quelli avversari, ma il punteggio racconterà un’altra storia.
 
La Danimarca è solida, corta, difende bene e attacca in ripartenza, sfrutta la qualità e l’esperienza di Bendtner, Rommedahl e Thomasson.
 
E’ proprio su una ripartenza l’attaccante del Feyenoord confeziona un assist col contagiri per Bendtner, che non deve fare altro che spingere il pallone oltre la linea, a portiere battuto.
 
Il Camerun corre e tira con la forza della disperazione. Una sconfitta li eliminerebbe matematicamente dal girone, senza possibilità di appello.
 
La Danimarca viene chiusa nella sua metà campo, ma grazie a un’altra incursione in contropiede Rommedhal addomestica un ottimo pallone, fa secco il difensore e piazza secco il gol del vantaggio danese.
 
Fuori così presto, e davanti a tutto il suo pubblico. Eto’o proprio non ci sta, e macina gioco a ritmi impressionanti, è praticamente dovunque, ma i suoi compagni sprecano fino all’inverosimile.
 
Contando con pallottoliere alla mano, la partita sarebbe potuta finire anche 6-2 per gli africani.
 
Webo è il simbolo di questo masochistico spreco di occasioni gol. Sarebbe potuto divenire in una notte il capocannoniere del Mondiale, e invece verrà ricordato come l’attaccante-sprecone per antonomasia nei secoli a venire.
 
Il volto e le espressioni di Le Guen sono tutto un programma.
 
Come dargli torto. E’ una partita che non dimenticherà facilmente. E nemmeno i giocatori del Camerun, che hanno gettato alle ortiche un’occasione d’oro che difficilmente gli ricapiterà una seconda volta. Ora tocca alla Costa d’Avorio guidare il riscatto africano, ma avranno davanti un cliente difficile: il Brasile di Dunga.

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