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Banca Etruria: ci vorrebbe Poirot

Il Segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha recentemente rilasciato delle dichiarazioni che destano non poche perplessità. Il virgolettato a cui faccio riferimento è il seguente: "il Procuratore di Arezzo ha spiegato che non c'è nessun profilo penale per il padre di Maria Elena Boschi. La questione vera è che i risparmiatori sono stati fregati dalle banche, dai manager e dalle grandi tecnocrazie che dovevano vigilare". Queste dichiarazioni sono alquanto singolari e fanno pensare. Un signore (Pier Luigi Boschi, padre della ministra Maria Elena) che è stato vicepresidente (e quindi nel Consiglio di Amministrazione) di una Banca in crisi fino al 2015 non ha dato origine con il suo operato ad alcun rilievo penale (lo riferisce Renzi). Si evince sempre da queste dichiarazioni che, invece, il Presidente della stessa Banca e il quasi intero Cda (i "manager" ai quali fa riferimento) sarebbero (è doveroso usare il condizionale in assenza di una sentenza) colpevoli del dissesto insieme a ("grandi tecnocrazie che dovevano vigilare") Bankitalia. 

Accanto a queste dichiarazioni ci sono, però, alcuni fatti che è bene ricordare. Il liquidatore di Banca Etruria, Giuseppe Santoni, ha chiamato a giudizio davanti al Tribunale Civile di Roma gli ex massimi dirigenti dell'azienda. La sua richiesta è stata chiara. Gli imputati sono chiamati a sostenere un risercimento per oltre 400 milioni di Euro per tutti i danni causati ai correntisti e clienti dalla loro gestione. Tra Sindaci e diversi componenti dei tre consigli di amministrazione che si sono succeduti dal 2010 al 2015 si contano complessivamente trentasette persone. Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza Maria Elena Boschi, vicepresidente della Banca dal 2014 è tra queste. La sottile linea rossa tra le dichiarazioni del Segretario e i fatti, dunque, sta nelle diverse responsabilità che la Giustizia attribuisce alle cause Civili e Penali.

Tuttavia, lo "j'accuse" del Segretario del PD in nome della "chiarezza" non mi convince. Se Bankitalia (il controllore) è responsabile della regia di questo tragico dramma economico per tantissime famiglie italiane che si sono viste defraudare dei propri risparmi non basta, non è sufficiente, affermare che si sia chiesto spiegazioni. Basta andare sul sito istituzionale dell'Ente per leggere quanto segue: "L’Istituto rende conto del suo operato al Governo, al Parlamento e ai cittadini attraverso la diffusione di dati e notizie sull’attività istituzionale e sull’impiego delle risorse". Di fatto, Bankitalia già risponde alla politica. E' obbligata a farlo. Se le risposte non sono "chiare" e si teme che ci sia puzza di bruciato il Governo e il Parlamento hanno in mano gli strumenti necessari per indagare e addirittura per rinnovare le cariche dell'Istituzione. Già, proprio così. L'articolo 19, comma 8, della Legge del 28 dicembre 2005, n. 262 (Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari) afferma che la nomina del Governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del (udite udite) Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia. Tale procedimento si applica anche per la revoca dello stesso Governatore.

A me sembra che la situazione legata a Banca Etruria sia già abbastanza chiara così e mi urge il sospetto che si voglia creare un polverone che faccia deflagrare la situazione prima delle elezioni proprio per rendere necessario l'avvicendamento dei vertici dell'Ente. Alle urne non si sa mai cosa può succedere...

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