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Bambini sfrattati da una scuola per farne uffici comunali, chiesto il referendum

A Castellammare del Golfo la politica vince sull’istruzione e l’ufficio tecnico si insinua in uno storico edificio scolastico prendendo il posto dei bambini. Inaugurato il trasferimento a fine gennaio nonostante sia in corso un referendum (firmato da 1.870 persone) che chiede il blocco dell’iniziativa.

La vicenda ha del grottesco, ne abbiamo parlato tempo fa anche qui, e racconta del plesso Buccellato: un edificio scolastico storico per un paese in cui molti dei 10.000 abitanti hanno passato la loro infanzia. Circa 150 alunni tra la scuola dell’infanzia e quella primaria sono stati spostati in altri edifici per far posto ai nuovi uffici comunali secondo disposizione del sindaco di centro-destra Marzio Bresciani, che ha deciso con pugno fermo di cambiare la destinazione d’uso dell’edificio appena ristrutturato “per assicurare una sede definitiva all’ufficio tecnico comunale”. Così è stata inaugurata la nuova sede con tanto di prete e benedizione e i responsabili si sono trasferiti a fine gennaio (dopo circa nove anni di permanenza nei locali in affitto di via Leonardo Da Vinci), nell’immobile dell’ex Plesso Buccellato.
Un ufficio tecnico che è stato negli anni una spina nel fianco dell’attività pubblica e amministrativa del paese: da lì, infatti, sono partite le indagini che hanno portato all’epilogo di un commissariamento per infiltrazioni mafiose. Il Sindaco probabilmente pensa che avvicinando l’ufficio alla sede centrale può avere maggiore presa e controllo sulle attività svolte al suo interno, ma lo fa però a spese dei bambini che adesso sono sparsi in altri edifici. I rappresentanti dei genitori però non si danno per vinti e hanno attivato una petizione, alla quale hanno risposto ben 1.870 cittadini contrari a questa insolita iniziativa, per dare il via ad una consultazione referendaria. Così risulta curiosa la frettolosa inaugurazione del nuovo UTC, consumata prima di scoprire l’esito della consultazione referendaria. Questo perché in più occasioni, attraverso stampa e tv, proprio il primo cittadino Marzio Bresciani ha pubblicamente dichiarato che essendo il referendum consultivo non terrà conto dell’esito dello stesso e che la sua decisione definitiva è quindi quella di trasferire l’U.T.C. nel plesso Buccellato.
 
Non demordono però i genitori promotori del referendum i quali, dopo la dichiarazione di ammissibilità avvenuta l’8 febbraio scorso da parte della commissione composta dal difensore civico e da altri due soggetti nominati dal consiglio comunale, hanno sollecitato il Sindaco, la Prefettura e l’assessorato competente affinché venga al più presto fissata la data per il referendum evidenziando che dalla attivazione (7 novembre 2008) sono trascorsi oltre quindici mesi nonostante lo statuto comunale preveda che l’indizione avvenga entro 60 giorni dalla richiesta di referendum.
 
Così la vicenda prosegue in una sorta di stressante gioco-forza di un Sindaco che vuole imporre la sua volontà e di cittadini agguerriti che usano gli strumenti della legge per ottenere giustizia.
 
Sul Blog dell’associazione di tutela dei bambini sfrattati si legge:
 <<Quello che amareggia è sentire parlare di pollai, di luoghi di bivacco, di cavalcare la protesta per avere consensi popolari, e non dei seri disagi che vedono protagonisti 150 bambini buttati fuori dalla loro scuola. Forse non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire ma da quando l’amministrazione ha manifestato l’intenzione di non restituire la scuola ai legittimi fruitori è stato evidenziato:
1. che i bambini erano stati trasferiti in locali inidonei, privati dei loro spazi, del loro materiale e di tutto quello che offriva la scuola dei sogni (si ricorda a chi non lo sapesse che il plesso Buccellato è l’unica scuola di Castellammare ad essere stata recentemente ristrutturata e che nella pagina facebook "Castellammare del Golfo Plesso Buccellato" e nel blog sono visibili le fotografie ritraenti le ottime e confortevoli condizioni degli ambienti);
 
2. che le scuole ospitanti erano lontane dalle residenze delle famiglie e molte madri dei bambini della scuola materna (non essendo dotate di automobili) erano costrette ad accompagnare a piedi i figli oppure a tenerli a casa quando il tempo era brutto (ancora oggi sino alle nove del mattino lungo la via Segesta si vedono bimbi col grembiulino giallo o verde che accompagnati per mano si recano al plesso Verga);
 
3. che alcuni bambini costretti a cambiare scuola, compagni e insegnanti, in quanto impossibilitati a recarsi nelle scuole ospitanti, non vedevano l’ora di poter tornare al plesso Buccellato e così ritrovare le proprie maestre e gli altri bambini con i quali erano stati insieme sin dalla scuola materna;
 
4. che i bambini delle elementari, e quindi anche dell’età di sei anni, ospitati questi presso la scuola media G. Pascoli (per i quali era disponibile il servizio di scuolabus) venivano fatti uscire alle 13.15 per poi attendere l’arrivo del pullman sulla circonvallazione (arteria notoriamente pericolosa) senza alcuna vigilanza ed incustoditi anche per 15 minuti;
 
5. che la convivenza con gli alunni della scuola media era (ed è) difficoltosa, ci sono bambini che non andavano in bagno per timore di incontrare ragazzini più grandi ed essere presi in giro, che non uscivano dalla classe per timore di incontrare qualche scolaro diversamente abile che in qualche occasione aveva aggredito i più piccoli (forse risentito dal fatto di essere costretto a stare nei corridoi perchè non aveva più uno spazio dove svolgere una qualsiasi attività didattica);
 
6. che i ragazzi della scuola media non svolgevano più alcuna attività di laboratorio perchè le aule erano occupate dalle classi della scuola elementare;
 
7. che i bambini sentivano il disagio di essere ospiti, percepivano le limitazioni che tale status comportava subendone il turbamento ogni qualvolta facevano un riferimento ed un confronto con il loro passato nella scuola che non avevano più e tanto altro ancora come il non sapersi dare una convincente spiegazione per quello che era loro accaduto.
 
Quanto sopra – ci dicono dal comitato - ha lasciato totalmente indifferente chi a Castellammare del Golfo avrebbe il dovere istituzionale di prendersi cura dei diritti dei bambini (la battaglia tra istruzione e politica a quanto pare l’ha vinta come sempre quest’ultima, ndr) e che invece si è preoccupato sin da subito di negare che fossero tanti, di denigrare le iniziative che le famiglie hanno ritenuto di intraprendere per contrastare un’evidente ingiustizia e, cosa ancor più grave, di dichiarare che i genitori erano cattivi educatori solo perchè i figli (in assoluta autonomia e senza la presenza di alcun adulto) si erano permessi di accennare una protesta verbale alla presenza del Sindaco>>.
 
Ci dice ancora l’avvocato Donatella Anselmo (nella circostanza impegnata come genitore): “Se non riteniamo un dovere attivarci per la tutela di un bambino e piuttosto riteniamo opportuno compiacerci del fatto che adesso alcuni impiegati comunali possono a piedi raggiungere la sede centrale e viceversa, dobbiamo tristemente ammettere tutto il degrado morale che questa vicenda evidenzia. Ma come detto sin dall’inizio noi non molleremo, la nostra rassegnazione avrebbe favorito chi adesso si innervosisce a sentir ancora parlare di plesso Buccellato o di referendum ma forse il nervosismo tradisce la consapevolezza di avere agito in spregio ai più elementari principi cui dovrebbe ispirarsi un amministratore. Si deve certo essere fieri di avere mostrato i muscoli con dei bambini e sarà sicuramente una cinica soddisfazione quella di essere riusciti a tutti i costi a trasferire l’U.T.C”.

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