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Bad-words into Pd

Vietato dire sinistra
L’ho notato io, l’avrebbe notato anche l’omino bianco (e non lo dico tanto per dire, che nel Pd il bianco più bianco non si può): è gentilmente proibito utilizzare la parola sinistra. I 3 gay convitati al seggio segretariale glissano agevolmente ad ogni declinazione della parola infame: di sinistra non si parla, la sinistra è un’altra cosa, la social-democrazia (così la chiamano) in Europa è in crisi, la sinistra la sinistra. No.

Alternative democratiche
Pongo l’esempio: Bersani recente a "8 e 1/2". Il mio partito - afferma in sostanza - non guarda a sinistra, non si butta sulla rive gauche. Parlo di sinistra - continuiamo - se s’intende eguaglianza. Morale: niente, non gliela si estorce, romagnolo o no. Lo sforzo, tuttavia - e siamo generosi - l’ha fatto: la pronuncia sulla bocca rimane, la faccia mesta nella sconfessione, ma la dice. Prendiamo Rutelli, invece. Altro? Sinistra? E Franceschini? E Marino, su: non può bastare. E neppure la macchia dell’infame termine vuole darsela addosso.


Ora sono affari suoi
Il carrozzone democratico, comunque, sembra virare dritto verso la mozione dell’ex presidente della Regione Emilia. Dite che bastano i voti, o la prossima nomina della "d’alemiana" (e quindi "bersaniana", o viceversa, meglio) Berlinguer al Tg3 (soffiata di Dagospia) a far capire chi avrà la meglio? Ok, auguri e buon lavoro - stile Teocoli che fa Galliani - che ce n’è a bizzeffe. C’è da trovare credibilità, da assumere la consapevolezza che "in sto paese qui" (cit.) stiamo aspettando un diamine di Pd decente. E francamente la vedo dura.

Sono di sinistra. Sa dirmi chi votare?
Dura perché? Se la somma, come dice, fa il totale, poco meno della metà degli italiani voterebbero a sinistra. Storicamente, matematicamente, sociologicamente: dal ’94 il Paese si spartisce in un bipolarismo di fatto, tenue quanto strenuo. E a dirsi di sinistra, seppur in numeri minori rispetto ai potenziali elettori, sarebbero tanti. Mi chiedo: cosa li spingerebbe a votare un partito che di sinistra non parla, che a sinistra non si vede, che con la sinistra c’entra poco? L’equazione non è ostica: il voto s’è spalmato ai lati di chi la collocazione spaziale la vanta (Rfc, Sinistra e Libertà) o la evita di buon grado (Idv). Il liquido amniotico che avvolge questa specie di contenitore sballato ha tanto da farsi perdonare. A meno che... a meno che non si perda la memoria il giorno prima delle elezioni, stile Palombella Rossa: sono di sinistra, voto a sinistra. Vi basta?


 

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