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Berlusconi-Tremonti: tandem socialcomunista

La rivoluzione liberale, annunciata da vent’anni, è tramontata.

Ex fascisti, ex socialisti, ex cattolici, ex comunisti, più o meno affrancati dal ciclone Tangentopoli, si professarono immediatamente tutti liberali e cominciarono a disquisire ed a promettere liberalizzazioni, privatizzazioni, riduzione delle tasse, abolizione degli ordini professionali, riforme della Costituzione, del welfare, del mercato del lavoro e tant’altro.

In vent’anni di seconda Repubblica non si è visto nulla di quanto promesso, ma una o due manovre all’anno (dette anche stangate), l’estendersi dello stato nella vita economica e privata dei cittadini, il conseguente incrementarsi della corruzione e degli sprechi, il crescere di un sottobosco politico parassitario e famelico, che ha usurpato anche importanti funzioni politiche, la perdita di competitività e di mercati, il crescere senza fine del debito (a maggio ha sfondato l’ultimo record), il passaggio di molte nostre aziende importanti in mani straniere, il degrado del patrimonio artistico, urbanistico, ambientale, il fallimento di molte municipalizzate, la confusione e la sclerosi della pubblica amministrazione, della giustizia ed in genere di tutti i servizi. E la sempre più estesa connivenza con i poteri malavitosi!

Ed ora, spaventati dalla speculazione internazionale e dal nervosismo dei mercati, che non sembrano più avere molta fiducia nell’Italia, tutti insieme i suddetti ex hanno varato l’ultima stangata di più di 80 miliardi di euro in tre anni.

La casta non ha toccato uno solo dei suoi privilegi, come accadeva e accade alle nomenclature dei paesi totalitari.

Per tutti i cittadini i provvedimenti soliti delle Finanziarie degli ultimi quarant’anni.

Più tasse, pensioni più leggere, nuovi ticket sanitari, una vera patrimoniale sui depositi titoli, e abolizione di moltissime agevolazioni fiscali riguardanti le famiglie.

Ma questo modo di governare è liberal-democrazia o social-comunismo?

Non dovevano mettere le mani nelle tasche degli Italiani, gli hanno sfilato i pantaloni.

Caro Cavaliere, altro che chiacchiere, il più grande comunista di questo paese è Lei.

Ormai lo riconoscono anche i giornali vicini al centrodestra.

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