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Azzardopoli: 95 miliardi di euro buttati nel cesso, dagli italiani, nel 2016

Bravi italiani. Davvero bravi. Nel 2016 siete riusciti in un’impresa davvero più unica che rara: avete buttato nel cesso 95 miliardi di euro. Di soldi vostri, proprio vostri. Fuoriusciti dalle vostre tasche, e stavolta non ci azzeccano nulla le tasse, le imposte, le ruberie di denaro pubblico, la politica corrotta e tutta la sequela di ovvietà che fa di questo paese, l’immondezzaio d’Europa.

No, stavolta li avete proprio spesi e con cognizione di causa. Avete deciso, scientemente, di produrre un volume di denaro che nemmeno se campaste, tutti insieme circa 60mln di italiani, neonati compresi, 100 volte la vostra esistenza.

95 miliardi di euro, mangiati – letteralmente – da slot machine, gratta e vinci, lotterie più o meno istantanee. Insomma: siete riusciti ad aumentare di un bel 8%, rispetto al 2015, i soldi gettati nel cesso attraverso i giochi d’azzardo consentiti dallo Stato (e già in questa denominazione, avreste dovuto capire in quale diamine di trappola stavate per cadere).

Ricordo quando, negli anni ’80, partecipavo per lavoro, all’annuale CES di Las Vegas, la famosa esposizione dell’elettronica internazionale. Ovvio che, dopo i giri di lavoro, si uscisse dalla fiera e si andasse a giocare un po’. Impossibile non giocare a Las Vegas: le slot machine te le ritrovi pure al cesso.

Quando tornavo in Italia, raccontavo di come fosse la vita nella città-paese dei balocchi statunitense. Persino chi non amava il gioco, alla fine si lasciava tentare. Erano gli anni in cui nel nostro paese, a “gioco d’azzardo” si abbinava immediatamente, la visione di bische clandestine, fumose, in cui personaggi di vario livello sociale, passavano le notti, perdendo e vincendo interi patrimoni in poche ore.

Al massimo, si poteva andare in uno dei casinò presenti sul territorio nazionale, pochi e concentrati a Nord. Erano ambienti per ricchi e per viziosi del gioco.

Poi, ecco arrivare – pian piano – anche da noi, l’apertura ai giochi a “vincita istantanea”. I primi “gratta e vinci”, fecero la loro apparizione nel 1994, durante il governo Ciampi. Dubito però, che sappiate il motivo per cui, la realizzazione dei primi gratta e vinci fu decisa. Era necessario, ai tempi, creare un fondo, il cosiddetto “fondo salva-lavoro” del Ministro Giugni, Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale (…) e non sapendo più dove e come spremere denaro agli italiani, ecco l’idea: creare una nuova opportunità, ma solo per le casse dello Stato, di approvvigionarsi di un bel po’ di denaro, ma stavolta senza creare un nuovo balzello, o meglio, creandolo, ma sotto le mentite spoglie di una “divertente lotteria istantanea”. Sapete, alla base di questa decisione, quale fu la cifra che si pensò di ottenere dagli italiani solamente attraverso la vendita dei gratta e vinci? 240 miliardi di lire, che corrispondono ad attuali circa 124 milioni di euro. Una vera e propria imposta di scopo, ma dalle sembianze innocue...

Eppure, quando parliamo di Accise sui carburanti, vi incazzate come bufali.

Ovviamente, fu un successo. Per lo Stato. Per far penetrare meglio nel DNA degli italiani, l’idea delle nuove opportunità economiche date dai giochi di Stato, fu scomodata pure mamma Rai, che intervenne diffondendo trasmissioni televisive a premi, in cui il “premio” non era denaro, ma tanti bei gratta e vinci da grattare…

Se solo aveste seguito meglio queste cose, oggi forse esisterebbero meno ludopatici, meno famiglie sul lastrico, un minor numero di debiti con le banche e con le Poste. Sappiate ad esempio, che molte persone – per lo più anziane – chiedono costantemente prestiti, specialmente alle Poste, al solo scopo di continuare a gettare soldi dalla finestra, e per passare le proprie giornate bivaccando dentro i tabaccai, dentro le sale bingo o incollate al PC per giocare online. Lo Stato è riuscito a rovinare buona parte degli italiani, ma poi pretende di convincerli a volerli “curare” della Ludopatia che ha regalato loro. Il problema è, che ci cascano, gli italiani ci cascano e nemmeno se ne accorgono.

Ho parlato con alcuni dirigenti di Poste Italiane, che confermano come, molti piccoli "prestiti personali", nascondono come motivazione, il gioco.

Come è noto, ai primi “gratta e vinci”, seguirono tumultuosamente, molti altri giochi: lotterie, slot sempre più presenti sul territorio, piattaforme online regolarmente garantite dallo Stato Italiano. Tutto, pur di macinare miliardi e affossare sempre più l’economia privata.

Insomma: il dato appena emerso, sulla spesa nazionale per il gioco d’azzardo, è indicativo. Indicativo di un processo di distruzione, iniziato un ventennio fa, dell’economia della classe media e della classe povera di questo paese. Che ha subito risposto in massa, al canto di sirena dello Stato, che – non contento di attentare quotidianamente alla capacità economica dei cittadini – fornisce ogni giorno un nuovo metodo per peggiorare l’esistenza di milioni di italiani.

Siamo arrivati al punto in cui, magari in certe famiglie si risparmia sul riscaldamento, sul dentista, sulla spesa sanitaria, ma guai a consigliare di non gettare i soldi nell’acquisto di un pezzetto di carta coperto – e a volte anche ricoperto più volte, come fanno certe cosche malavitose – che dona la speranza malata di un ipotetico arricchimento che cambierà le sorti della vita.

E’ come parlare ai dipendenti da alcool e droghe. Non ascoltano, e anzi, oppongono resistenza contro chi tenta di salvarli dalla patologia di cui soffrono: una smodata dipendenza dalla speranza. E si sa, che chi di speranza vive, disperato muore.

Italiani: smettete. Smettete di sperperare denaro nelle illusioni. Smettete di cadere nel giogo - con la G - dello Stato, che affossa voi, ma arricchisce se stesso. E se pensate di non riuscire a guarire dalla malattia di Stato, fatevi aiutare.

Oggi esistono centri disposti ad ascoltarvi e a tentare di aiutarvi. Fatelo: è l'unica cosa saggia, e sana, che potete fare per il futuro vostro e della vostra famiglia.

Foto: Martin Abegglen/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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