Attacco all’economia italiana: come uscirne?
Il genio del male è uscito dalla lampada. Inutili i vertici bruxellesi di un gruppo di ebeti che di questa crisi non ha capito nulla, da subito. Menzione d’onore per i tedeschi, che sono i maggiori responsabili dei crolli della costruzione dell’ultimo anno, altro che le agenzie di rating.
Da noi vediamo prime pagine di quotidiani che sembrano uscite da un film dell’orrore, come quella del Corriere: “Si muove la politica”. Dopo tutto quello che ha commesso e omesso in questi anni, portandoci al punto in cui siamo? Menzione speciale per ilGiornale, che si dedica alle quotazioni di borsa di Cir. Ma possiamo capirli: compito dei maggiordomi è quello di compiacere il padrone, in ogni circostanza.
Un plauso al nostro presidente del Consiglio, da ieri diventato afasico, anche dopo la telefonata della Merkel. Non male per l’uomo che salvò 400 banche in tutto il mondo e che in una notte di tregenda salvò l’euro a mani nude. Le riforme sono tra noi: siamo diventati una repubblica presidenziale, ormai al timone c’è un vecchio signore di 87 anni che fa quello che può. Largo ai giovani. Menzione speciale ai leghisti, che in questa situazione farneticano di ministeri a Monza. Lodi anche agli ex direttori di quotidiani color rosa, che oggi pontificano sulla gravità della crisi, e ieri pubblicavano gli editoriali di Fortis e Quadrio Curzio, non prima di aver nominato Tremonti “Uomo dell’anno”, in giuria monunucleare. Bravo Gianni, facce ride.
Come se ne esce? Forse con un aumento illimitato del volume di fuoco dell’EFSF, che possa acquistare sul mercato secondario tutto il debito greco che gli capita a tiro, sperando di estinguere l’incendio. E con una evoluzione rapidissima della Ue verso un’unione politica europea, con cessione di sovranità fiscale controbilanciata da maggiori poteri dell’Europarlamento, così la democrazia è salva. Ma soprattutto, prima i tedeschi si ficcano in testa che se crolla l’euro loro restano sotto le macerie, prima ne usciremo tutti.
Questo articolo è stato pubblicato quiCommenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox