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Armi e Usa. Stati Uniti da parole e pallottole

"La presenza di armi in una istituzione universitaria è contraria alla nostra missione di educazione e ricerca, tuttavia come presidente ho il dovere di applicare la legge". Così ha dichiarato il presidente dell'ateneo, Gregory Fenves, in Texas poco tempo fa.

Notizia di ieri: "Strage durante una festa nel giardino di un'abitazione alla periferia di Pittsburgh, in Pennsylvania, in cui sono rimaste uccise cinque persone, di cui quattro donne. A sparare sono stati almeno due killer - da quanto risulta dai tipi di bossoli trovati a terra - ed ha indicato che l'attacco è avvenuto poco prima delle 23.00 locali di ieri (le 5:00 in Italia). I responsabili, ha aggiunto, sono fuggiti a piedi e sono tuttora ricercati". 

Il 12 febbraio ci arrivò questa notizia dal "mondo americano": Due studentesse di 15 anni sono morte in una sparatoria in una scuola superiore di Glendale, in Arizona. Lo riferisce Cnn, citando un ufficiale di polizia locale. Un'arma è stata trovata vicino ai due cadaveri, ha precisato l'ufficiale: "Non crediamo che ci siano altre persone sospette". "L'incidente è un fatto isolato. La scuola e il quartiere sono sicuri", ha scritto la polizia della città sul suo profilo Twitter.

E intanto a febbraio scorso, tale Cedric Ford, 38enne con precedenti penali, dipendente della Excel Industries, ha aperto il fuoco, con un fucile d'assalto, contro i suoi colleghi in una fabbrica di tagliaerba in una piccola città del Kansas, nel centro degli Stati uniti, uccidendo tre persone e ferendone altre 14: cinque si trovano in gravi condizioni, secondo l'ultimo bilancio fornito dallo sceriffo T. Walton.

Parole e pallottole che volarono il 1 agosto del 1966  nell'Università di Austin, uno dei più grandi atenei pubblici degli Stati Uniti con oltre 51.000 studenti e un'alta reputazione, teatro della prima sparatoria di massa in un campus dove persero la vita 14 persone ed altre 30 rimasero ferite (*). 

Ma vorrei anche ricordare altre parole e pallottole negli Stati Uniti d'America: 

"La sparatoria della Kent State fu un fatto di sangue avvenuto nel 1970 alla Kent State University, in Ohio, negli Stati Uniti d'America. La Guardia Nazionale degli Stati Uniti aprì il fuoco sugli studenti, il 4 maggio 1970. Nel corso di quattro giorni, gli studenti della Kent State protestarono contro l'invasione statunitense della Cambogia, che il Presidente Richard Nixon lanciò il 1º maggio.

Il 4 maggio quando la polizia raggiunse la cima di una collinetta, ventotto soldati si voltarono verso la folla e spararono una scarica di 13 secondi con un numero di colpi compreso tra 61 e 67, uccidendo quattro studenti e ferendone nove. Solo uno dei quattro studenti uccisi stava prendendo parte alla protesta. Inoltre, per una tragica ironia, uno degli studenti uccisi, William Schroeder, che non era coinvolto nella dimostrazione, era un membro del capitolo del ROTC (servizio militare universitario). Gli uccisi furono Allison Krause, Jeffrey Miller, Sandra Scheuer, e William Schroeder. Un monumento alla loro memoria venne eretto nel campus, vicino al luogo dove morirono. La fotografia mostra Mary Vecchio, inginocchiata sul corpo di Jeffrey Miller, mentre piange disperatamente. Fu una delle immagini più durature della tragedia, e fece vincere a John Filo un Premio Pulitzer per la fotografia". 

Non ho nulla da aggiungere, la cronaca parla e spara da sola: negli Stati Uniti, nel 2014 il 31% degli americani possedeva un'arma da fuoco secondo un sondaggio
 
Doriana Goracci
 

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