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Appello a dell’Utri - Sesta Puntata

Nelle ultime due puntate abbiamo ricostruito una delle vicende meno note, anche ai giudici, del processo Dell’Utri. È la cosiddetta vicenda Cirfeta: la storia del falso pentito che avrebbe, secondo l’accusa, venduto le sue dichiarazioni calunniose nei confronti degli altri pentiti, quelli veri, che raccontavano i rapporti con la mafia di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri.

 

Durante l’ultima udienza è arrivata una parziale smentita delle dichiarazioni rese ad Ottobre dal collaboratore di giustizia Michele Oreste che aveva raccontato dell’accordo fra Cirfeta e Dell’Utri, ratificato, secondo il pentito, in un incontro in cui sarebbe stata presente l’avvocatessa Alessandra De Filippis, della quale lo stesso Oreste era stretto collaboratore, sia professionale che criminale. I due, infatti, gestivano traffici di stupefacenti e sono stati condannati a un anno e quattro mesi per traffico d’armi e favoreggiamento. L’avvocatessa avrebbe anche anticipato a Cosimo Cirfeta una parte di quanto promessogli da Dell’Utri, ricevendone in cambio la promozione al Ministero della Giustizia, poi effettivamente avvenuta, del suo socio di studio, l’avvocato Carlo Falcicchio, ascoltato come teste nel corso dell’ultima udienza. Durante l’esame Falcicchio ha raccontato la sua esperienza negativa con Michele Oreste che <<era diventata una presenza ossessiva>>. Aveva <<paura fisica>> di lui perché <<si era fatto violento>>. Era <<aggressivo>> anche <<verbalmente>>. Una volta aveva rotto <<il vetro della macchina e una scheggia […] aveva leggermente ferito>> Falcicchio che ha poi dichiarato di non avere mai avuto notizia di somme di denaro anticipate dalla De Filippis al Cirfeta per conto di Dell’Utri e di non ricordare la telefonata in vivavoce (raccontata anche questa da Oreste) in cui l’avvocatessa De Filippis, alla presenza sua e di Oreste, implorava Dell’Utri di restituirle il denaro che aveva anticipato a Cirfeta, sentendosi rispondere dal senatore che era <<costernato>>, ma non era vero niente. Addirittura Falcicchio esclude che i due avessero modo di sentirsi direttamente al telefono, tanto che lui stesso non poteva contattare direttamente il senatore, ma doveva passare per un suo segretario, identificato in Nicola Formichella (ulteriori accertamenti sull’identità di questa persona verranno eseguiti dal pg Antonio Gatto prima della prossima udienza). Ha incontrato poche volte Dell’Utri, soprattutto per ammirare i suoi libri e riceverne qualcuno in regalo.

L’altro teste esaminato in questa udienza è Renato Farina, al secolo “Agente Betulla”, già condannato in via definitiva a 6 mesi di reclusione (patteggiati) per favoreggiamento nel sequestro Abu Omar, quindi promosso deputato dal Popolo delle Libertà. Farina ha raccontato di aver conosciuto la De Filippis quando difendeva un maresciallo coinvolto nei fatti del G8 di Genova: i due si incontrarono per organizzare un’intervista e da lì strinsero amicizia. Solo più avanti venne a sapere che l’avvocatessa De Filippis difendeva Cosimo Cirfeta nel processo che lo vedeva imputato, insieme a Dell’Utri, per calunnia ai danni degli altri pentiti del processo Dell’Utri. Anche a lui l’avvocatessa disse di avere molta difficoltà a rintracciare Dell’Utri, anche se non esclude che possa avergli fatto dei regali. Ecco, un avvocatessa ha molte difficoltà a rintracciare il coimputato del suo assistito, ma riesce a fargli avere dei regali, forse pensando di usarli come esche per attirare a sé lo sfuggente senatore. Come sia possibile lo spiegherà lei stessa ai giudici durante la prossima udienza.

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