• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > Aosta volantinaggio vietato in vista del 4 novembre e delle iniziative (...)

Aosta volantinaggio vietato in vista del 4 novembre e delle iniziative antimilitariste

È da appurare se ne hanno il potere, ma mi hanno detto che la questura della mia città (Aosta) vorrebbe negare il permesso per qualunque volantinaggio il 4 novembre.

Quel giorno, dicono, è delle forze armate. Un bell’esempio di democrazia, se confermato, e mi secca pensare che tanti benpensanti troveranno giuste le precauzioni della questura: «Ma proprio il giorno delle Forze armate dovete rompere i c*****i? La vostra è una provocazione».

Eh sì, bella scoperta: è proprio una provocazione e non capisco che cosa ci sia di male. Anche perché, se avete notato, siamo noi – non i militari – quelli che chiedono di NON fare la guerra. Non dovremmo essere considerati i “buoni”? Perché ci trattano come estremisti?

Certo la notizia non sarà confermata, ma se dovesse esserlo, immagino che ciò potrebbe dipendere da un unico fatto: Aosta è un posto un po’ fuori dal mondo. Colgo allora l’occasione per rilanciare le iniziative di altri territori, le poche di cui sono a conoscenza, almeno, anche solo allo scopo di dimostrare alla questura di Aosta che protestare contro la logica della guerra il giorno delle forze armate non è poi così fuori dal mondo.

Ho ricevuto un’e-mail dal Laboratorio per la Pace di Galliate (Novara), che mi ha girato alcuni volantini. Li rendo disponibili in formato PDF (per vederli, cliccate sui link che trovate qui sotto, dove parlo delle singole iniziative) e pubblico di seguito il breve comunicato stampa che li accompagna.

Premetto che una delle iniziative, un presidio davanti alla prefettura di Novara (PDF) in programma per sabato 6 novembre a partire dalle ore 15 è in parziale sovrapposizione con l’happening antimilitarista di Cameri (Novara) organizzato dall’Assemblea Permanente No F-35, al quale intendo aderire. Chi mi ha scritto a nome del Laboratorio per la Pace mi ha assicurato che non c’è nessuna «contrapposizione» tra le due iniziative e che – anzi – cercheranno di essere presenti la mattina a quella di Cameri.

Il comunicato stampa del Laboratorio per la Pace di Galliate (Novara)

Laboratorio per la Pace di Galliate, in collaborazione con Associazione per la pace di Novara e Medicina Democratica, invitano a 2 iniziative dedicate alla ricorrenza del 4 novembre, che per noi è “festa” per la fine di una guerra di massacri e di distruzioni.

DOMENICA 31 OTTOBRE dalle ore 9 alle 19 in Piazza Vittorio Veneto a Galliate (piazza del Castello) sarà allestita la mostra «Disarmare il futuro» (PDF). 15 sagome militari e 15 sagome civili si confrontano con dati e riflessioni su spese militari e spese civili, missioni all’estero e guerra in Afghanistan, industria bellica e commercio di armi, F35 e alternative sociali, alla ricerca di scelte diverse per la gestione delle risorse economiche pubbliche.

GIOVEDì 4 NOVEMBRE alle ore 21 a Galliate, presso la Domus Mariae, via Bianca Maria da Caravaggio 2, siete invitati al dibattito pubblico «Disarmiamo il futuro» (PDF) con Francesco Vignarca, di Rete Disarmo e Altreconomia, autore del libro «Il caro armato. Spese, affari, sprechi delle forze armate italiane» e con Giorgio Beretta, caporedattore di Unimondo.org, della Campagna nazionale Banche Armate.

Laboratorio per la Pace di Galliate

25 ottobre 2010

Tra tutti i volantini, come insegnante mi ha colpito particolarmente quello del Comitato docenti e ata precari e sottoprecari di Novara e dell’USN (Unione studenti novaresi), che mette in evidenza i tagli a scuola e cultura, contrapponendoli all’aumento della spesa militare. Lo fornisco in PDF e in jpeg.

Tornando alla mia città, invece, ricordo l’incontro del 4 novembre sera presso il Centro Servizi per il Volontariato (CSV) di Aosta (dovrebbe essere alle 21, ma non sono sicuro e nei prossimi giorni non credo che potrò aggiornare il blog; il tema sarà naturalmente l’antimilitarismo, con riguardo particolare per il rapporto tra guerra, pace e religioni diverse).

Concludo riproponendo per l’ennesima volta, contro l’ipocrisia della «guerra umanitaria», la petizione online Ripristiniamo il Ministero della Guerra. Non lasciamoci fregare dall’uso distorto delle parole: l’Italia è un Paese in guerra; perché continuare a nasconderlo?

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares