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Anonymous, Stratfor e la battaglia per la trasparenza

L’ultima operazione attribuibile a un gruppo della galassia Anonymous (AntiSec) sta facendo discutere sulle strategie e sui risultati concreti delle azioni portate avanti dal network di attivisti informatici. 

L’attacco all’azienda di intelligence Stratfor, consulente per agenzie governative e grosse corporations nel campo dell’analisi strategica, economica e della sicurezza informatica, ha consentito di trafugare circa 200 gb di dati sensibili dei clienti di Stratfor, tra cui le informazioni inerenti le carte di credito.

Sembrerebbe che un milione di dollari sia stato in questo modo dirottato verso organizzazioni come la Croce Rossa e Save The Childrenn. Una mossa che potrebbe rivelarsi controproducente: una grana, insomma, per i beneficiari della solidarietà “alla Robin Hood”, poiché sarebbero comnque costretti a rimborsare il denaro ricevuto in maniera fraudolenta.

Questo aspetto dell’operazione ha “eclissato” altri possibili scopi. Al di là delle rivendicazioni, delle smentite e delle contro-smentite – sulla cui veridicità è molto difficile indagare, non essendoci alcun portavoce o leader riconosciuto di Anonymous – è circolato un messaggio che forse dice qualcosa in più sui reali obiettivi dell’operazione:

La Stratfor non è stata attaccata per ottenere i codici delle carte di credito dei suoi clienti, cosa che gli hacker in questione non credevano fosse così facile da scoprire. Piuttosto, l’operazione è stata messa in atto per ottenere quei 2,7 milioni di e-mail conservati nei server dell’azienda.Questa mole di dati include le corrispondenza con migliaia di contatti che hanno comunicato con gli impiegati della Stratfor in maniera confidenziale. Molti di questi contatti lavorano per grosse società nel settore degli appalti militari e di intelligence (intelligence and military contracting sectors) e per altre istituzioni per le quali Anonymous ha sviluppato un certo interesse sin dal febbraio 2011, quando un altro attacco contro la HBGary ha rivelato, tra le altre cose, un’ampia cospirazione del Dipartimento della Giustizia, la Bank of Amerika e altri soggetti, per screditare Wikileaks e altri gruppi di attivisti. Da quel momento, molti di noi hanno passato il loro tempo a indagare questa alleanza tra stato e aziene contro il momivento per una libera informazione.

Il resto del messaggio qui.

 

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