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Angelo Lo Verme

Angelo Lo Verme

 
Sono nato a Zurigo il 14/01/1964 ma risiedo a Canicattì (AG) dall’età di quattro anni. Mi sono diplomato geometra nel 1984 col voto di 45/60 e attualmente sono impiegato all’Ufficio Tecnico del mio Comune con contratto a tempo indeterminato part-time.
 Mi piace la poesia e la letteratura in genere. Ho letto parecchi romanzi, racconti e poesie, oltre che libri di vario altro genere, come fisica, psicologia e, da alcuni anni, i libri di Osho, un Illuminato indiano grandissimo Maestro di vita, morto nel 1990. E’ stato un “amore a prima vista” nel momento in cui ho letto per la prima volta un suo libro: come pensiero mi è molto affine.
 Mi diverte cimentarmi con la difficile arte della scrittura, così ho composto una cinquantina di poesie (ho concorso in vari Premi di Poesia, classificandomi 2° come miglior risultato), ho scritto alcuni racconti, un romanzo dal titolo Amore platonico, un dramma tragicomico dal titolo C’è sempre tempo, con cui mi sono classificato 2° nel Premio indetto dall’Accademia Il Convivio, con sede a Castiglione di Sicilia (CT), e un saggio dal titolo La Mafia, la Sicilia e Leonardo Sciascia, con cui mi sono classificato 1° sempre nell’Accademia prima detta, e finalista, tra i primi 12, al 2° Concorso Internazionale di Narrativa per l’Europa 2005 indetto dalla casa editrice Ibiskos con sede a Empoli, con la quale ne ho concordato la pubblicazione nel 2006; e ancora 1° nel Premio Samadhi 2006 a Schio (VI). Nel mese di ottobre 2009 ho pubblicato un libro di fiabe inedite dal titolo Fiaabeeee! Fiaabeeee per tutti!, un racconto lungo dal titolo I Gatti con le pistole, e una raccolta di poesie intitolata Impressioni. Nel dicembre 2011 ho pubblicato la raccolta di articoli “Giornalismo: una missione”. Tutti questi libri dallo scorso anno sono inseriti/pubblicati sul sito “Ilmiolibro.it”.
 Ho collaborato per alcuni anni come giornalista in un quindicinale del mio paese, La Torre, e in una rivista che organizzava un Premio nazionale di Poesia, Fantasy, ideando e curando su questa alcune rubriche oltre che scrivendo articoli sull’arte in generale. Dal dicembre 2009 collaboro sul quotidiano online Zona Franca, l’informazione che non paga il dazio a nessuno, sul sito: zonafrancanews online, con articoli di vario genere. In seguito ho iniziato la collaborazione con altre testate online: Articolo21, Agoravox, Siciliafacebook, SocialSicilia, Blog Sicilia, IlModeratore.it, Vivere Caltanissetta, e occasionalmente con Antimafia Duemila e Micromega.
Nell’Agosto 2010 sono risultato 1° Classificato nella sezione Giornalismo del “Premio Nazionale Calabria e Basilicata 2010” svoltosi a Trebisacce (CS), con l’articolo “Ricordarsi di Chernobyl”.
 Nutro un’autentica passione per la parola scritta; passione che coltivo nel tempo libero, che mi sembra sempre poco. Per me scrivere è riuscire a definire in maniera chiara, scorrevole, precisa ed elegante un qualunque pensiero, idea, sentimento, emozione o sensazione; cosa che non è affatto facile; quando ci riesco sono molto felice e soddisfatto e mi dico: “Sì, era proprio questo che volevo dire, in questa precisa forma”. Ma ciò è soprattutto per rispetto dell’eventuale lettore per cui il leggere dev’essere un piacere e non uno sforzo.
 Mi piace anche dipingere a olio e fare sport: footing, nuoto, calcio, tennis, ciclismo, karate e lo scalatore del monte Fanusi e di quello dei Cervi, alti rispettivamente 1500 e 1800 mt circa, nelle Madonie. Insomma, non mi annoio, e in più coltivo la mente e anche il corpo: più vita sana di così!
Angelo Lo Verme 

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  • Primo articolo giovedì 09 Settembre 2010
  • Moderatore da mercoledì 10 Ottobre 2010
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Ultimi commenti

  • Di Angelo Lo Verme (---.---.---.82) 16 luglio 2011 12:43
    Angelo Lo Verme

    Bell’articolo! Bravo! Speriamo che sarà così, che morirà prima il denaro e il suo dio, della probabile estinzione della specie umana e di tante altre se si continua a impoverire e a distruggere il nostro Meraviglioso Pianeta, che ci appartiene, a tutti indistintamente, e non certo solo a chi ha il denaro e quindi il potere per dominarci! Deve invertirsi la supremazia dell’economia sulla politica, deve ritornare un assioma irrinunciabile la supremazia della politica, della democrazia. Politica viene da polis, cittadino, che significa quindi che la politica deve essere al servizio dei cittadini e non di soli pochi squallidi e oscuri potenti!

  • Di Angelo Lo Verme (---.---.---.66) 8 maggio 2011 19:42
    Angelo Lo Verme

    PER IL SIG. RENZO RIVA - L’Uranio costa sempre di più. Tra il 2001 ed il 2007 è arrivato a crescere del 1.000%, e ancora in questi giorni il prezzo è 8-9 volte la quotazione dell’uranio nel 2001 - ovvero 7 $ dollari la libbra.

    Questo aumento del prezzo ha per ora solo un effetto limitato sul prezzo: si calcola infatti che un aumento del 50% del prezzo dell’uranio si traduca in un incremento del 3,2% del prezzo dell’energia elettrica in uscita dalle centrali. Ma tra 20 anni - la prima nuova centrale nucleare italiana non sarà finita prima di quel lasso di tempo -, quale sarà il prezzo dell’uranio?

    Dalla fine degli anni ottanta, il consumo dell’Uranio ha superato la produzione. Oggi, secondo la World Nuclear Association (WNA), vengono prodotte 78.000 tonnellate di Ossido di Uranio, e solo il 64% proviene dalle miniere.

  • Di Angelo Lo Verme (---.---.---.66) 8 maggio 2011 19:34
    Angelo Lo Verme

    PER IL SIG. RENZO ROVA - L’INCIDENTE DEL 26 APRILE 1986

    Nella notte tra il 25 ed il 26 aprile 1986 il quarto reattore della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, esplose. Il disastro, causato dall’immissione di una eccessiva quantità di materiale radioattivo, provocò una dispersione di combustibile alla unità 4 dell’impianto con conseguente esplosione di vapore: in pochi secondi la produzione di energia nel nocciolo del reattore, un RBMK da 1000 MW , superò di 100 volte il livello massimo normale con un aumento enorme della temperatura. La lastra di metallo da 2.000 tonnellate che sigillava la sommità del reattore fu squarciata da due esplosioni che determinarono la diffusione in atmosfera di centinaia di tonnellate di grafite presenti nel nocciolo; l’incendio e la fuoriuscita di materiale radioattivo continuarono nel corso dei 10 giorni successivi. Durante l’esplosione morirono due persone, ma subito dopo altre 187 manifestarono sintomi acuti da irraggiamento e di queste 31 morirono nei giorni seguenti. Gran parte di queste vittime erano i primi soccorritori, i pompieri che tentarono di domare l’incendio. Le stime quantitative dell’esplosione di Chernobyl indicavano che al di là dei muri della centrale fu rilasciata il 3.5% della radioattività totale. Ma secondo dati più recenti tale cifra rispecchia solo la quantità dei radionuclidi “pesanti” scaricati in atmosfera( Iodio 131 ed il Cesio 134-137 ha raggiunto il 50- 60%, mentre il rilascio di gas rari quali lo Xenon ed il Kripton è stato del 100%.

    La quantità totale di isotopi liberati è stata valutata pari ad una attività di 11 Ebq (un miliardo di miliardi di Bequerel). Il fall - out di materiale radioattivo fuoriuscito dal reattore esploso ha interessato dapprima le regioni più prossime alla centrale, causando una significativa contaminazione dei territori della Ucraina, della Bielorussia e della Russia e l’irraggiamento della popolazione che abitava nelle immediate vicinanze della centrale ( 120.000 persone) poi, il 27 e 28 Aprile, masse di aria radioattiva raggiunsero anche i Paesi Scandinavi. Il 28-29 Aprile, la nube radioattiva fu divisa in due parti da una corrente d’ariafredda che andava da ovest ad est: una parte si diresse quindi a nord-est e l’altra verso i territori della Polonia e della Germania. Tra il 30 Aprile ed il 1 Maggio la nube radioattiva arrivò nel nord della Grecia ed in Italia, Svizzera, Austria occidentale e Cecoslovacchia dove fu registrato un notevole incremento del livello radioattivo. Nei giorni successivi si diffuse a nord - ovest e sud-est dell’Europa. Contemporaneamente fu registrato un aumento del livello di radioattività di fondo in Gran Bretagna, Belgio, Irlanda e nelle regioni a sud-ovest della Francia. Nell’Europa sud - orientale l’impatto dell’esplosione di Chernobyl si sentì maggiormente tra il 3 e il 5 Maggio; il fall-out radioattivo massimo in quel periodo si registrò in Grecia, Jugoslavia, Italia, Turchia, Albania. Tra il 6 e l’8 Maggio il fall-out si spostò anche molto lontano dal luogo dell’incidente, si registrarono infatti aumenti dei livelli della radioattività di fondo anche in Cina, Giappone, India, Canada, USA. Ma nonostante il fall-out radioattivo abbia interessato anche regioni geograficamente molto lontane da Chernobyl, il 70% della radioattività rilasciata dallo scoppio del reattore si è abbattuta sulla Bielorussia. Gli interventi messi in atto per contenere il disastro causato dall’incidente e per l’evacuazione della popolazione ad alto rischio hanno coinvolto circa 800.000 persone fra cui il personale della centrale e numerose squadre di soccorritori.

    Le unità di intervento erano costituite ognuna da un ingegnere, a capo di gruppi di 10 ingegneri, ciascuno dei quali a sua volta coordinava 100 operai. Sulla sorte di queste persone, i cosiddetti “ liquidatori”, i dati sono estremamente discordanti. Secondo il Chernobyl Committee of the Repubblic of Belarus, ne sarebbero decaduti 10.000 e 400.000 risulterebbero affetti da varie patologie, mentre secondo quanto emerso dal congresso internazionale EC/CIS svoltosi a Minsk nel 1996, ne sarebbero deceduti 43 e 134 risulterebbero colpiti da patologie da irraggiamento. L’ingegnere che ha raccontato a Legambiente come erano organizzati i gruppi di intervento, lui stesso a capo di una di queste squadre di mille persone, ne è l’unico superstite. Ricerche condotte da scienziati ucraini e israeliani, evidenziano che un terzo dei liquidatori, in prevalenza giovani, è stato colpito da malattie dell’apparato riproduttivo; in un altro studio clinico condotto da un gruppo di ricerca ucraino coordinato da S.Komisarenko, è stata rilevata una diffusa tendenza tra questi soggetti, direttamente impegnati nelle prime fasi di soccorso, ad ammalarsi di patologie varie, riconducibili tutte ad una sofferenza del sistema immunitario, non più in grado di svolgere l’azione di protezione dell’organismo da agenti esterni. A pochi mesi dall’incidente, nel meeting IAEA di Vienna dell’agosto 1986, i sovietici mostrarono un inedito atteggiamento di disponibilità a fornire dati sull’incidente - era in atto la glasnost di Gorbaciov - ma la relativamente ampia quantità di dati su quanto era avvenuto e sulla entità dei rilasci radioattivi che erano stati riscontrati nel territorio, era comunque sempre molto lontana dalle cifre reali.

    La tesi dell’errore umano, sostenuta con forza dal governo sovietico per tutelare il proprio prestigio tecnologico, venne ben accolta e largamente propagandata dall’Occidente, che aveva conosciuto od intuito altri eventi meno gravi, ma potenzialmente altrettanto devastanti, e che aveva quindi forte interesse a dimostrare la sicurezza “intrinseca” della tecnologia nucleare. Ancora oggi nell’ambiente tecnico-scientifico occidentale, ma anche in parte di quello dell’Est, si valuta che buona parte dei segreti sulla dinamica e sulle conseguenze dell’incidente non siano stati resi pubblici, da ciò deriva anche la difficoltà di trovare la giusta correlazione tra cause ed effetti.

    Il reattore nucleare del quarto blocco della centrale di Chernobyl era di tipo RBMK-1000, un adattamento di un reattore militare, destinato quindi in origine a produrre materiale fissile a scopo bellico e privo di strutture di contenimento rinforzate per poter contenere gli effetti di un eventuale incidente. Venne quasi totalmente distrutto dall’esplosione del 26 aprile 1986. Il tetto superiore (Helena) di circa 2.700 tonnellate che costituiva la struttura di protezione e di collegamento di tutte le varie parti del reattore, si è come afflosciato su se stesso e, con il resto della struttura in cemento armato, è rimasto appeso in posizione quasi verticale, provocando lo sprofondamento della base del reattore di 4 metri rispetto alla sua posizione iniziale. Tutto questo ha determinato la distruzione delle strutture di supporto e di conseguenza il crollo delle parti sottostanti con il perforamento del tetto della sala comandi. La parte del reattore che è andata distrutta, essendo l’area in cui maggiore era l’irraggiamento, è divenuto immediatamente inaccessibile per le elevate temperature che si sono sviluppate e per l’enorme quantità di radiazioni che si sono sprigionate essendo anche saltato il sistema di isolamento ermetico. Il magma incandescente costituito da materiali ferrosi, cemento armato, combustibile nucleare e gas è stato quindi eruttato in atmosfera andandosi a depositare su tutti i locali della centrale e sul territorio circostante. Per tutte le prime settimane il livello di radiazione dell’area intorno al reattore si è mantenuto nell’ordine delle migliaia di Roengten ( 100.000 Roengten / h ), mentre nell’area di estensione della centrale raggiungeva le decine di migliaia di Cu/Km2 ed il muro di elementi radioattivi, che si è alzato fino a quasi 2 Km di altezza, si è disperso in un raggio di 1.200 Km. L’emergenza era rappresentata dalla necessità di isolare il reattore distrutto, così da bloccare la fuoriuscita di radioattività e proteggere quindi l’ambiente e la popolazione delle aree circostanti. Vennero proposti ben 18 progetti di protezione. Fra questi venne scelto il progetto “ Sarcofago”, una specie di piramide a copertura delle macerie. Per la ricostruzione del primo strato del sarcofago furono utilizzate le parti del reattore esploso, determinando di fatto un aumento del rischio di contaminazione. Per la costruzione degli strati successivi e per due cinta di mura sono stati impiegati 300.000 tonnellate di cemento e oltre 100.000 tonnellate di strutture metalliche. Questa mastodontica struttura di contenzione ha fatto crescere di dieci volte il peso sulle fondamenta dalle 20 t/mq alle 200, provocando un progressivo abbassamento del terreno - che poggia su uno strato argilloso - che ha raggiunto i 4 metri .

    Il lento processo di sprofondamento ha determinato il cedimento in più parti del sarcofago, che a Gennaio 1996 presentava in superficie circa 1000 metri quadrati di crepe e buchi, dai quali fuoriescono polveri, acqua e gas radioattivi. Il pericolo imminente che si presenta ad oggi è il crollo del tetto all’interno del sarcofago che determinerebbe l’ulteriore depressione del terreno e fondamentalmente metterebbe allo scoperto 180 tonnellate di combustibile nucleare ormai ridotto a pulviscolo radioattivo, 11mila metri cubi di acqua e 740.000 metri cubi di macerie altamente contaminate. Gli scienziati ucraini hanno valutato che la radioattività totale delle sostanze custodite all’interno del sarcofago potrebbe superare i 20 milioni di Curie.

    Il sarcofago era stato progettato per garantire una sicurezza di 20-30 anni, pertanto è necessaria la costruzione di un nuovo sarcofago sopra quello ormai fatiscente messo a protezione dell’unità 4 che possa avere una vita garantita almeno di 100 anni. I costi previsti per la costruzione di questo nuovo schermo di protezione ammontano a oltre 300 milioni di dollari e richiederà un lavoro di circa 5 anni. Per le riparazioni del sarcofago, il trattamento delle scorie e la definitiva chiusura dei reattori ancora funzionanti (l’ultimo dei quali ha cessato la propria attività il 15 Dicembre 2000) con la conseguente riconversione professionale degli addetti e la creazione di centrali alternative, che garantiscano la produzione della stessa quota di energia, è stata chiesta alla comunità mondiale una cifra di 4 miliardi di dollari.

    LO STATO DELL’AREA

    Sono oltre 260.000 i Km quadrati di territorio distribuiti tra l’Ucraina, la Bielorussia e la Russia che presentavano a dieci anni dell’incidente, livelli di contaminazione da Cesio137 superiori a 1 Curie per Km quadrato. L’area compresa in un raggio di 30Km dalla centrale di Chernobyl è pressoché disattivata e 60 insediamenti abitativi, per un totale di 167.000 persone, all’esterno di essa sono stati evacuati. Nel raggio dei 30 Km intorno al reattore vi sono circa 800 siti di seppellimento di scorie e macerie, allestiti in totale stato di emergenza, senza quindi particolari sistemi di protezione se non uno strato di argilla. Queste discariche radioattive potrebbero essere responsabili degli elevati livelli di contaminazione dei sedimenti del fiume Dniepr e del suo affluente Prjpiat, che forniscono acqua a 30 milioni di persone.

    La Bielorussia in cui si è riversato il 70% del fall-out radioattivo, è divisa in 6 regioni ( Minsk, Gomel, Mogilev, Grodno,Brest, Vitebsk); dei 236.000 Kmq dell’intera superficie il 23% presentano livelli di contaminazione superiori a 1 Cu/Kmq e fra questi , 16.000 sopra 5 Cu/Kmq ; 6.400 Kmq sopra 15 Cu/Kmq; 2.200 sopra i 40 Cu/Kmq. Dell’intera popolazione costituita da oltre 10 milioni di persone, 24.700 persone da 107 località dei distretti di Bragin, Narovlia e Khoiniki nella regione di Gomel vennero evacuate dopo l’incidente e circa un quinto vive tuttora nelle aree contaminate: in pratica sola la regione di Vitebsk ha zone immuni da radioattività . La ricerca del livello e della natura della contaminazione radioattiva in Bielorussia evidenzia che il pericolo della contaminazione non è dovuto solo alla quantità dei radioisotopi rilasciati dal fall-out, ma dipende considerevolmente dalla struttura chimica e quindi dalla capacità di penetrazione di tali isotopi negli strati superficiali del suolo.

    Ciò determina conseguentemente la loro mobilità e capacità di ridistribuzione nel terreno, nelle acque superficiali e profonde, nelle piante e quindi nell’intera catena biologica. Il 20% del territorio boschivo ( 1,3 milioni di ettari) della Bielorussia risulta contaminato; 257.000 ettari di terreno agricolo delle regioni di Gomel e di Mogilev sono inutilizzabili per l’agricoltura ed una quota analoga di territorio entro il raggio di 30 Km dalla zona del disastro, risulta inabitabile. La produttività agricola e l’allevamento del bestiame hanno subito danni ingenti e risultano tuttora deficitari per il fabbisogno interno. Il danno economico è stato in oltre 200 miliardi di dollari ( più di 300 miliardi di lire italiane).


  • Di Angelo Lo Verme (---.---.---.221) 8 maggio 2011 10:29
    Angelo Lo Verme

    Intanto Sig. Renzo Riva la ringrazio per i suoi consigli di come utilizzare al meglio il mio tempo libero. Lei faccia altrettanto, invece di utilizzarlo inutilmente nel tentativo, davvero vano, di denigrare la mia persona e il mio operato: non ci riuscirebbe. Il geometra e il poeta continuo a farlo, con risultati che solo gli altri potranno giudicare, non certo io; né tanto meno lei potrebbe farlo serenamente e imparzialmente, vista l’acredine che ha dimostrato nei miei confronti col suo commento; l’agricoltore poi, anzi, il viticoltore, l’ho fatto per 20 anni e mi è bastato. Nella vita uno deve cambiare e cercare di innalzarsi, socialmente e soprattutto spiritualmente; non crede? Otto, dieci ore di pesante lavoro al giorno non mi lasciavano né spazio né energie sufficienti per dedicarmi allo spirito, cosa che dovrebbe fare pure lei (ma forse non ne ha tempo poiché è troppo occupato nei suoi studi scientifici), per giungere ad una condizione mentale e spirituale che le permetta dei commenti più sereni, meno astiosi nei confronti di chi la pensa diversamente di lei riguardo al nucleare, giacché lei mi pare un nuclearista convinto.

     Scriva pure lei per sostenere dunque la sua idea, possibilmente evitando di scrivere castronerie, o riportarne di altri, come quella disonesta e disinformante (ma questo vuole il regime mediatico in cui viviamo per sostenere le cause più care ad esso, quelle che portano quattrini alla cricca per intenderci, alla faccia della sicurezza delle persone) del Prof. Franco Battaglia. Cerchi altre fonti meno interessate per conoscere il numero solo approssimativo delle vittime causate dal disastro di Chernobyl, di allora e di quelle che si verificano tutt’ora e che si verificheranno in futuro, vista l’alta percentuale di tumori in quella zona, e dati i bimbi deformi che tutt’ora nascono, senza aggiungerci quelle di Fukushima.

     Riguardo alla percentuale di tumori alla tiroide, che in Italia è notevolmente aumentata negli ultimi venticinque anni, guarda caso, proprio il tempo trascorso dal disastro di Chernobyl, come si può asserire che è un numero statistico rientrante nella norma? Sarà, ma perché è aumentato tanto esponenzialmente.

     Veniamo alle radiazioni. Certo, l’organismo può sopportarne dosi superiori anche a 100 il valore normale; ma quando questo valore è superato di centinaia di miglia di volte, o un milione di volte come a Fukushima, l’organismo umano quali conseguenze ne avrà? Lo spieghi lei ai giapponesi e anche agli italiani ai quali questo governo affarista vorrebbe subdolamente imporre il nucleare, nonostante nel 1987 nel referendum abrogativo circa l’80 % si espresse con un chiarissimo SI’ (all’abrogazione ovviamente delle norme che volevano introdurre il nucleare nel nostro Bel Paese).

      Pensi pure che ciò che scrivo sia frutto di "letture approssimate di propaganda dell’ideologismo ecologico verdastro antinucleare", perché tanto io so invece di che cosa sono frutto, ed è ciò che conta per me. Delle sue accuse mi importa un fico secco, mi spiace solo che quelli come lei portano avanti tutte le tesi interessate della casta o cricca che dir si voglia, con un accanimento e un’energia più realista del re stesso che le propone, ingannando le persone che non si documentano a dovere. Probabilmente il compenso, in denaro o incarichi vari (vedi i Scilipoti di turno), sarà proporzionato a tale accanimento!

     Non capisco poi una cosa: come fa a pensare che le mie inclinazioni siano i bunga bunga? Non è, se non sbaglio, un passatempo tanto caro a un certo nostro premier e ai suoi amici sporcaccioni che frequentano Villa San Martino in Arcore (dovrà farsi un gran uso di Viagra lì dentro!)? Non ho mai avuto "l’onore" di essere invitato! Perché poi dovrei trarne giovamento lo saprà soltanto lei che probabilmente è ospite fisso a Villa San Martino per farsi dettare le castronerie della giornata da somministrare ai creduloni.

     Cordialmente, Angelo Lo Verme.

     

     

  • Di Angelo Lo Verme (---.---.---.222) 4 dicembre 2010 23:04
    Angelo Lo Verme

    Ciao Paolo, speriamo invece di non essere messi per sempre nella passiva condizione di dovere aspettare un Godot che ci salvi, perché egli non arriverà mai per toglierci dai guai, come nella famosa piece di Beckett. Dobbiamo salvarci da soli, non attendere il messia, perché si dice: "Aiutati che Dio ti aiuta". Non dobbiamo accontentarci della solita minestra perché questa passa il convento. Dobbiamo ribellarci e pretendere dal "cuoco" e soprattutto dal priore che ci servano ben altri più succulenti alimenti che invece vogliono papparsi soltanto loro alla chetichella!

    Ormai la politica economica mondiale è impostata in questo modo: la torta la mangiano solo in pochi e le masse devono accontentarsi delle briciole, per restare nella metafora, per così dire, culinaria.
    Ribelliamoci, non con le armi bensì con l’educazione alla solidarietà e all’altruismo, diffondendo la cultura in generale ma soprattutto quella della legalità e denunciando questo sistema, ognuno coi propri mezzi e ruoli.

    Angelo Lo Verme

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