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Convegno sulle due opposte tesi del creazionismo ed evoluzionismo

La Fondazione Giovanni Guarino Amella sita nella ridente e ariosa contrada Montagna di Canicattì, il giorno 14 Maggio alle ore 17.00 ha ripreso, dopo la pausa invernale, la sua attività ospitando il convegno dal titolo “La creazione in sei giorni o all’infinito? Ovvero creazionismo o evoluzionismo?”.

Dopo i saluti del Presidente della Fondazione Dott. Giovanni Guarino Amella, il Dott. Silvano Messina, cardiologo e pneumologo, ha introdotto i relatori disquisendo sugli obiettivi del convegno, che lungi dal volere essere pro o contro una delle due teorie, da un paio di secoli motivo di aspri dibattiti tra religione e scienza, vuole invece essere un’occasione per individuare possibilmente dei punti d’incontro.

La Dott.ssa Lucia Gullotti, Biologa con dottorato di ricerca in Genetica, dopo avere ripercorso un po’ di storia dell’evoluzione della scienza in campo biologico, ha ricordato la genialità di Charles Darwin il quale, dopo il suo lungo viaggio che lo portò a visitare le coste del Sudamerica, le isole Galàpagos e l’Australia, osservando le numerosissime specie animali e vegetali ivi presenti, intuì e introdusse il concetto di selezionale naturale della specie nella storia dell’evoluzione già da tempo dibattuta.

Nel suo saggio più famoso intitolato “Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione delle razze favorite nella lotta per la vita” del 1859, pur non avendo ancora a disposizione i mezzi scientifici della moderna Genetica e quindi non avendo alcuna conoscenza del genoma, parla di trasmutazione della specie. Trasmutazione che se vincente nella lotta per la sopravvivenza si trasmette ereditariamente. Una teoria notevolmente avversata dalla chiesa che vedeva messo in discussione il concetto della immutabilità della specie e quindi della perfezione del creatore.

Il Prof. Enzo Di Natali, Teologo morale e Docente di Bioetica, tenta di spiegare come il pensiero della chiesa sia stato fortemente influenzato dalla Civiltà cattolica dei Gesuiti e di come già San Tommaso e Sant’Agostino parlavano di evoluzione, ma che dopo il fallimento del Concilio Vaticano I a causa della guerra Franco-Prussiana, dove fra l’altro si sarebbe dovuto trattare del primato e dell’infallibilità dei Papi, il pensiero della chiesa si sia spostato verso la teoria creazionista a causa di una interpretazione letteraria della Bibbia e non allegorica, come dovrebbe essere.

Aggiungo io che la stessa stolta interpretazione letteraria dei testi sacri portò nel 415 d. C. il Vescovo Cirillo, proclamato poi Santo e Dottore della Chiesa, a condannare a una morte atrocissima (scorticata fino alle ossa) la filosofa e scienziata Ipazia d’Alessandria per empietà e stregoneria, perché aveva capito il movimento ellittico della terra attorno al sole, trattandosi ciò appunto di una pericolosa teoria che scardinava radicalmente il dogma che voleva la terra al centro dell’universo. Tale barbaro e spietato assassinio a mio avviso anticipò di un mezzo secolo l’inizio del Medio Evo che invece tradizionalmente si fa risalire al 476 d. C., anno della caduta dell’Impero romano. Ci vollero ben dodici secoli affinché la teoria di Ipazia venisse confermata da Keplero.

Il Prof. Di Natali tenta di spiegare inoltre come di recente la chiesa, con Giovanni Paolo II prima e con Benedetto XVI ora, abbia concesso, necessariamente direi io, spazio alla teoria evoluzionista, non accorgendosi però il Prof. del fastidioso paternalismo insito in tale benevola concessione, che magari non mette più all’indice taluni volumi, ma che ancora non riesce ad accettare in toto l’evoluzionismo applicato alla specie umana, elaborando al tal fine teorie come il salto ontologico, secondo cui l’uomo non può essere un prodotto necessario e naturale dell’evoluzione, poiché l'elemento spirituale che lo contraddistingue dal resto del regno animale non può emergere dalle potenzialità della materia ma da una presunta scintilla divina. La chiesa per sostenere ciò si appiglia anche all’autorità del Prof. Zichichi che sostiene l’antiscientificità della teoria darwiniana giacché non è stato ancora scoperto l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo. In tale attesa, per la chiesa il salto ontologico è la teoria che più concorda col tema biblico dell’“imago Dei”, cioè l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, ripreso poi nel Concilio Vaticano II. In effetti, come potere accettare un Dio che somiglierebbe a una scimmia?

Il Prof. Gianni Rigamonti, Docente di Filosofia Morale presso l’Università di Palermo, con un intervento equilibrato e pacato ha ricordato la necessità della non interferenza e del rispetto reciproco. Egli si dice contrario a ogni estremismo, da qualunque parte provenga, cosicché come non crede al primato e all’infallibilità dei Papi, ugualmente critica “l’estremismo scientifico”, ricordando validissimi scienziati che però si contraddistinguono per le loro posizioni estreme, come il fisico teorico inglese Stephen Hawking e il matematico italiano Piergiorgio Odifreddi.

Parla inoltre del sovente opportunismo politico nel sostenere a seconda del momento storico l’una o l’altra teoria. Il Terzo Reich di Hitler ad esempio usò la teoria evoluzionista per elaborare l’aberrante principio della superiorità della razza ariana, mentre taluni marxisti, come pure Stalin, utilizzarono la teoria evoluzionista per giustificare la necessità del dirigismo statale nell’evoluzione delle società umane. Il Prof. Rigamonti contesta poi la teoria della “Legge di Complessità e Coscienza” di Pierre Teilhard de Chardin, gesuita, filosofo e paleontologo francese, secondo cui l’accumularsi della materia tende a una sempre maggiore complessità e coscienza. Le stelle ad esempio, dice il Prof. Rigamonti, sono un accumulo di materia immenso eppure molto semplici essendo costituite di soli atomi di idrogeno e prive di coscienza. Un essere umano è infinitamente più piccolo eppure molto più complesso e consapevole di una stella, con i suoi 3 miliardi di cellule costituite da svariati elementi chimici ma soprattutto di DNA.

Conclude l’intervento ricordando la radiazione cosmica di fondo scoperta nel 1964 dagli astronomi e fisici americani Arno Penzias e Robert Woodrow Wilson, ricercatori dei Bell Laboratories, che li portò a conseguire il Nobel nel 1974. Tale scoperta è considerata la più importante prova sperimentale in favore delle teorie cosmologiche che prevedono il Big Bang, la Grande Esplosione proposta da Georges Lemaître negli anni venti. Questa prova dovrebbe porre fine alle teorie cosmologiche che vorrebbero un universo immutabile, in accordo alle sacre scritture, che è sempre esistito e sempre esisterà.

Chiudono il convegno la sintesi di quanto detto del Dott. Silvano Messina e i saluti e i ringraziamenti del Presidente della Fondazione Dott. Giovanni Guarino Amella che dà agli astanti l’arrivederci al prossimo convegno.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.17) 20 maggio 2011 01:28

    Il creazionismo non è una teoria , è una suggestione ,un convincimento ,una struttura preconfezionata che serve per evitare che l’uomo ,attraverso il pensiero scientifico ,cerchi gli indizi sulla sua esistenza .

    Scienza e religione sono assolutamente antitetiche e non potranno mai avere un punto d’incontro perchè la prima è fondata sul dubbio e sulla curiosità del sapere , la seconda è inchiodata su una "verità rivelata" indimostrabile .Dogmatismo e scienza sono gli esatti opposti.
    Continuo a ritenere che il confronto tra scienziati e teologi sia una assoluta perdita di tempo . 

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