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Sull’utilità, ma anche sui rischi, della moderna comunicazione virtuale

Sapientemente curata da Maria Rita Pitruzzella, il 10 maggio alle ore 21.00, al Palazzo La Lomia di Canicattì si svolgerà la mostra fotografica di Maurizio Geraci. M’illumino di smartphone” è il suo significativo titolo. Una mostra che da un lato intende sensibilizzare e avvicinare la gente a una forma d’arte a volte considerata di second’ordine, dall’altro, parafrasando il famoso verso ungarettiano, intende attirare l’attenzione sui rischi connaturati nella moderna comunicazione virtuale esponendo decine di scatti di visi al buio glacialmente illuminati dal display degli smartphone. Questa moderna comunicazione virtuale, infatti, è capace di mettere in contatto e in un certo senso avvicinare la gente come mai in passato; ma paradossalmente a volte la relega in una deprimente se non deviante solitudine, dove il linguaggio stesso diviene mezzo di devianza.

Il messaggio lanciato attraverso questi scatti però non è del tutto negativo. Come ogni strumento creato dall’uomo, la sua utilità o nocività è data dall’uso che ogni individuo ne fa. Come un bisturi che a seconda di chi lo maneggia può servire a salvare o a danneggiare una persona, così i moderni strumenti d’interazione virtuale possono avere una formidabile valenza d’interazione sociale, oppure possono trasformarsi in capacissime e desolate gabbie d’isolamento umano, dove le emozioni, i sentimenti e i valori umani restano congelati se non distorti nei freddi byte della memoria elettronica.

Cosicché, in riferimento a questa forma comunicativa, alla parafrasi del famoso verso ungarettiano si può associare un altro famoso e meno “luminoso” verso: il quasimodiano “…ed è subito sera”, per simboleggiare e soprattutto avvertire le persone dell’eventualità del tramonto della comunicazione reale, o comunque di una sua pericolosa distorsione, se quella virtuale viene usata male fino a sostituirla; poiché in tal caso questa arriva ad “usare” l’uomo invece che essere usata dall’uomo.

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.245) 7 maggio 2013 04:05

    la problematica è molto interessante, comprendo l’amore per la poesia (citato nel profilo), ma non vedo chiarezza fra comunicazione reale e virtuale: quando e perchè quella virtuale non estende la comunicazione reale ma la sostituisce?
    Geristeve

    • Di (---.---.---.40) 7 maggio 2013 14:37

      Gentile Geristeve, il tema della mostra, e quindi del mio articolo, mi sembra abbastanza chiaro: Sull’utilità e i rischi della moderna comunicazione virtuale. Come dico nell’articolo, ogni strumento creato dall’uomo può essere utile o nocivo a seconda dell’uso che ne fa l’individuo, e faccio l’esempio del bisturi che può servire a salvare una vita, se il chirurgo è bravo, o a ucciderla, se lo usa un assassino come arma. 

      Lo strumento di comunicazione virtuale non sfugge a tale assunto, o, credo, assioma; se usato bene estende, amplifica, perfeziona quella reale, altrimenti la sostituisce pericolosamente nel senso che isola, decontestualizza l’individuo che se ne sta 12 o anche più ore al giorno a comunicare virtualmente. Così si perde di vista la realtà, si congelano i sentimenti positivi e si viene inconsapevolmente usati da questa fredda comunicazione moderna invece che usarla consapevolmente.
      Io ne faccio un uso modico e credo utile, condividendo le mie idee, i mie articoli, ecc..
      Sig. Geristeve, la ringrazio per la domanda e la saluto cordialmente.
      Angelo Lo Verme
  • Di (---.---.---.40) 7 maggio 2013 14:36

    Gentile Geristeve, il tema della mostra, e quindi del mio articolo, mi sembra abbastanza chiaro: Sull’utilità e i rischi della moderna comunicazione virtuale. Come dico nell’articolo, ogni strumento creato dall’uomo può essere utile o nocivo a seconda dell’uso che ne fa l’individuo, e faccio l’esempio del bisturi che può servire a salvare una vita, se il chirurgo è bravo, o a ucciderla, se lo usa un assassino come arma. 

    Lo strumento di comunicazione virtuale non sfugge a tale assunto, o, credo, assioma; se usato bene estende, amplifica, perfeziona quella reale, altrimenti la sostituisce pericolosamente nel senso che isola, decontestualizza l’individuo che se ne sta 12 o anche più ore al giorno a comunicare virtualmente. Così si perde di vista la realtà, si congelano i sentimenti positivi e si viene usati inconsapevolmente da questa fredda comunicazione moderna invece che usarla consapevolmente.
    Io ne faccio un uso modico e credo utile, condividendo le mie idee, i mie articoli, ecc..
    Sig. Geristeve, la ringrazio per la domanda e la saluto cordialmente.
    Angelo Lo Verme

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