Canicattì: Musical sul tema dei diritti umani sistematicamente violate
Musical dal titolo “Sulle note della storia: 50 anni di umanita’ - My name is Michele”.
Il Liceo Scientifico “Antonino Sciascia” di Canicattì, grazie ai fondi POR (Programmi Operativi Regionali), nel Teatro Sociale della stessa città, la sera dell’1 Giugno ha realizzato l’ennesimo progetto artistico riguardante temi umanitari. Come ha ricordato
L'altra sera è stato il turno del brillante ed emozionante musical dal titolo “Sulle note della storia: 50 anni di umanità” e sottotitolato “My name is Michele”, scritto e diretto sempre dalla Prof.ssa Falzone.
Come ha detto
Il musical ha ripercorso gli ultimi 50 anni più tragici della storia mondiale, cominciando con la proiezione su uno schermo gigante dei crudi filmati della guerra nel Vietnam, degli appassionati discorsi di Martin Luter King rivolti a folle oceaniche, dell’assassinio di John F. Kennedy, per finire con le immagini agghiaccianti delle Torri Gemelle devastate e i visi di Saddam Hussein, dell’ex Presidente Usa George W. Bush Jr, di Bin Laden e Gheddafi, accompagnati dalle note della canzone degli U2 “Sunday bloody Sunday”. Dopo di che, a significare le aspettative di pace e amore deluse di intere generazioni, sul palco la canzone di Gianni Morandi “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” è cantata dal vivo dallo studente Liborio Sacheli con la sua voce stentorea.
Lo schema narrativo del musical è basato sull’idea della discesa sulla terra di uno svagato e ingenuo Angelo, l’Angelo Michele appunto, inviato da Dio durante la partenza dei soldati americani per la guerra nel Vietnam, per parlare al cuore degli uomini affinché raggiungano l’obiettivo divino per il quale sono stati creati: sedere meritoriamente al suo fianco in qualità di essere anch’essi amorevoli e divini.
In questa breve permanenza terrena l’ingenuo e inconsapevole Angelo Michele è però costretto a scoprire con una sequenza sconvolgente quanto, forse come mai prima in passato, gli uomini sono lontanissimi anni luce da quell’obiettivo divino. Quasi subito assiste incredulo a una cruenta battaglia in cui colpi di mitragliatrice falciano alcuni soldati americani; fa da sfondo musicale alla scena la canzone dei Pink Floyd “Another Brick in the Wall”. Successivamente sul palco sfilano le Madri argentine di Plaza de Mayo con i cartelli appesi sul petto raffiguranti i figli scomparsi durante la dittatura della Giunta militare, i Desaparecidos, accompagnate dalla canzone “Don’t cry for me Argentina”, interpretata splendidamente dal vivo dalla studentessa Concetta Cimino. Dopodiché segue il dialogo dell’Angelo Michele con la sorella di una desaparecida il cui corpo non era mai stato trovato, probabilmente buttato nel Rio de
Nella scena seguente, chiamata “Girone Dantesco”, l’Angelo Michele mentre dorme sdraiato su una panchina viene disturbato nel sonno dalla recita di brani riguardanti diritti umani negati, urlati al suo orecchio da attori che gli ronzano attorno con una danza macabra al ritmo delle note di “Devil and Eve” di Anan Ajad. Nel contempo gli danza intorno in maniera provocatoria anche un demone che tenta invece di distoglierlo dal suo compito di rinsavire gli uomini. In tutto questo vero e proprio girone dantesco l’Angelo Michele si tiene la testa come chi sta per impazzire a causa delle rivelazioni scioccanti quali: “Una persona nata nello Zimbabwe ha un’aspettativa di vita di appena 34 anni. 35000 sono i malati di AIDS e per colpa della dittatura, povertà, malnutrizione regnano incontrastati.” “Quello che accade in Africa è un riflesso profondo delle responsabilità del mondo intero. Colonialismo, razzismo, schiavitù, sfruttamento dei minerali altrui, tratta delle donne.” “In Etiopia molti bambini indeboliti dalla mancanza di cibo e con la pancia gonfia muoiono per malattie che si possono sconfiggere: dissenteria, infezioni alle ossa, malaria.” “Nell’ex Birmania, l’AIDS uccide ogni anno 25000 malati, la tubercolosi colpisce 80.000 persone e la malaria è molto diffusa.” “Per ogni dollaro speso per sostenere lo sviluppo, 10 dollari vengono spesi per fabbricare armi. La guerra è uno dei più grossi business del mondo. Un sesto della popolazione mondiale vive sotto la soglia della povertà. Le donne portano il carico maggiore di queste sofferenze.” E così via con altre simili spaventose denunce.
Alla fine l’Angelo si sveglia sbigottito e alzatosi dalla panchina urla usando le parole di Martin Luter King: “Basta! Basta! Ora comincio a capire… questo mondo è così… così scollegato dalle emozioni, così dissociato, dal suo cuore… Credo che se questo legame venisse ricongiunto, molti orrori non accadrebbero più.” L’Angelo, sconfortato e disperato, implora Dio: “Dio mio, aiutami tu a trovare la strada giusta!” Nei dialoghi che seguono tra Michele e alcuni uomini che mettono in dubbio la sua autenticità di Angelo, anche due monelli (Fabiana e Giovannino) lo prendono in giro, deridendolo e tirandolo per la giacca.
Sullo schermo vengono poi proiettate immagini della terra deturpata da montagne di spazzatura, da ciminiere inquinanti, da centrali nucleari e da residui nucleari, mentre sul palco numerose ballerine eseguono la danza dei veli colorati al suono della canzone “Earth Song” di Michael Jackson, bene interpretata da altri ragazzi.
D’un tratto si sente tuonare dall’alto la voce di Dio (l’attore Salvatore Saporito), che irrompe letteralmente sulla scena. L’Angelo Michele si butta subito in ginocchio e alzando gli occhi al cielo dice: “Padre mio, finalmente ci sei!!” “Incredulo di un Angelo sei ancora li?” gli chiede Dio. Inizia così il dialogo tra Dio e l’Angelo Michele che cerca di spiegargli le inimmaginabili difficoltà incontrate sulla terra per svolgere il compito assegnatogli. Dio lo rimprovera di non essere riuscito ad entrare nel profondo dell’animo umano perché troppo scettico. Michele dice: “Padre mio, ma tu per complicare le cose hai dato loro pure il libero arbitrio!” E Dio: “Ma come fai ad essere così stupido! Quante volte ti devo dire che il libero arbitrio non lo devi toccare! Il libero arbitrio, maturato con amore e consapevolezza, gliel’ho dato per distinguerli dal resto del mondo animale. D’altronde le pecore a quattro zampe già le avevo create, non potevo crearne altre a due zampe. Il gregge umano non mi serve! Ricordati che ho creato l’uomo perché dalla madre terra si elevasse al cielo e sedesse accanto a me da Angelo, e non per brucare ottusamente l’erba in eterno!” L’Angelo Michele conclude: “Se ci fosse un uomo vero…” e si chiude il sipario.
Improvvisamente vengono illuminati a turno dall’occhio di bue tre studenti-attori in altrettanti palchetti in alto, che recitano la canzone di Giorgio Gaber “Se ci fosse un uomo”. Finita la recita si riapre il sipario e parte la canzone “Knockin' on Heaven's Door “ scritta da Bob Dylan e successivamente arrangiata dai Guns N’ Roses. Con questo arrangiamento viene cantata dal vivo proprio dall’Angelo Michele, cioè lo studente Calogero Li Calzi, che ora indossa occhiali scuri e un giubbotto di pelle nero anni ’70 sostituito alla precedente giacca elegante. Dietro di lui poi le luci lentamente iniziano a evidenziare il resto del palco dove ci sono tutti i partecipanti al musical e la rock band. Da questo momento lassù si scatenano tutti e insieme cantano e ballano il pezzo finale.
Alla fine il presentatore dello spettacolo, lo studente Angelo Castellana, tra gli applausi del pubblico fa auto-presentare ogni partecipante col proprio nome. Dopodiché
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox