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Analisi di una sconfitta e proposte per la rinascita dell’area di progresso

di Giandiego Marigo

Analisi di una sconfitta e proposte per la rinascita dell'area di progresso

Hanno vinto tutti, ancora una volta alla fiera dell’opportunismo e chi non ha vinto non ha nemmeno perso. Eppure qualche cosa è decisamente finito.

Stanchezza è il dato che in me si fa strada di fronte a questo teatrino.

Dall’Area della Conservazione, culturalmente e per scelta di campo mi aspetto di tutto, più nulla mi stupisce in loro, ma dall’Area di Progresso bhè... pretenderei una vera riflessione... che non vedo, che non sento e che non mi sembra esserci, nemmeno in prospettiva.

Primo dato l’astensionismo, che al di là di facili citazioni di circostanza non vede una reale presa di coscienza... una presa in carico di un fallimento della politica che ha o dovrebbe avere nella partecipazione il suo maggior e più importante obbiettivo.

Secondo L’abbraccio oppressivo del PD che copre ed accompagna nei propri limiti chiunque accetti quest’alleanza oppressiva, asfissiante e priva di reali prospettive. Senza progettualità, preoccupata unicamente di emendare un progetto altrui.

Terzo il permanere dello strapotere culturale dell’Area di Conservazione che continua ad irridere un’alternativa che non c’è.

Visto che non lo fanno i pensatori autorizzati, gli intellettuali ben pagati dell’area di Progresso. Troppo occupati ad inventare alchimie, a individuare punti di raccordo a raccordare fili interotti, permettete a me sciocco ometto della Società Civile di dire la mia

E’ cosa grave non si realizzi il grottesco di uno scontro in Lombardia fra il primo partito della destra ed il secondo partito della destra. L’agghiacciante realtà di un Penati che si arrampica sui vetri di una conta dei voti, molto personalizzata, inventando una competizione che non esiste... nei fatti e nei numeri. Il dato sconfortante e drammatico della Lega primo partito del Veneto, vincente in Piemonte e di Frangetta Nera padrona del Lazio

Qual è allora l’analisi che mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione?

Iniziamo col dire che è sin troppo evidente che esista una sconfitta... che al Nord diventa culturale e complessiva, in Campania e Calabria derisoria ed evidente, in Veneto preoccupante così come in Piemonte. Per quanto riguarda il Lazio poi assume i contorni dell’assoluta debacle. Dire che il centro sinistra abbia tenuto mi sembra sinceramente un eufemismo, soprattutto di fronte alla portata delle offese alle regole ed alla morale che la Destra ha perpetrato a ripetizione e che non paiono aver causato alcuna ripercussione nel gradimento delle italiche genti nei loro confronti. Vogliamo chiamarla tenuta? Riconferma? Vogliamo perderci in confronti con il bilancino su percentuali improbabili per trovare continuità e vittorie laddove esiste solo la realtà di una sconfitta imbarazzante?

Certo, non abbiamo perso tutto, ma oserei definire i dati di tenuta non realmente influenti rispetto al corpo dell’analisi.

Possiamo continuare così? Questa immagine di alleanza è la migliore possibile? Può il PD continuare a trascinare tutti gli alleati nella proprio graduale impoverimento... e gli alleati possono permettere che il PD li trascini?

Quanto ha pagato L’Area di Progresso ai Penati, ai Loiero, ai De Luca e al pragmatismo mostruoso del PD?

Ai suoi improbabili equilibri interni? Ad un progetto politico che premette la condivisione della cultura dominante e l’accettazione del mondo ch’essa propone? Un progetto politico che prevede l’annullamento della diversità e dei punti di vista e l’uniformazione ad un pensiero unico riconosciuto e condiviso... centrale e neutro rispetto al quadro politico, che in qualche modo rappresenti un’area indefinita dove tutto va bene e nulla è realmente caratterizzato?

Accettando il ruolo di emendanti, anziché quello di oppositori e proponenti.

Nasce forse da questo l’ampia area di astensione, l’incredibile numero di progressisti che scelgono di non votare piuttosto che accontentarsi di essere confusi in questa zona grigia ed informe?

La vittoria di Vendola modifica minimamente questo quadro?

Allora ragioniamo e non di equilibri impossibili o di improbabili cambiamenti, ma di quello che si può fare davvero per ritornare fra la nostra gente, per riconquistare la politica come gesto nobile e non come luogo per le schifezze e per le immonde uguaglianze dei politici fra loro.

Due, tre dati importanti, fondamentali e sui quali riflettere.

Vendola, il due per cento del movimento a Cinque Stelle e la conferma dell’area di IDV al quale va aggiunto il circa tre per cento della Federazione... questa sì un’area di somma e fondamentale importanza.

Si possono fare le cose partendo da svariate posizioni, ed anche nel pensare ad un centro-sinistra che concede molte poche scelte si può partire da differenti punti di vista.

Una cosa per esempio è un’asse PD/IDV che pone le sue condizioni ad una sinistra inesistente piuttosto che uno IDV/SeL/FEDERAZIONE/5STELLE che ponga fortemente un’alternativa di visione e prospettiva ad un centro sinistra asfittico e incapace di proporre visioni diverse da quelle del potere, di proporre un mondo ed una cultura altri rispetto all’unico pensiero.

A partire, per esempio dai referendum sulle privatizzazioni. Sulle leggi ad personam, dalla difesa della costituzione tenendo presente l’importanza dei movimenti e la loro forza, ma ponendo fortissima la questione dell’alternativa non permettendo ad un PD vile e poco determinato di porre un’alleanza nefanda con l’UDC o preparandosi al sacrificio suicida che questo stesso PD, con l’unica vocazione della sconfitta potrebbe porre all’ordine del giorno in una visione demenziale che a questo punto non stupirebbe nessuno, ma sarebbe perfettamente conforme ad un comportamento che sino ad ora è stato chiaro e ci ha portati, esattamente, qui dove siamo.

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