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Amministrazione della Giustizia: intervento del Presidente Giorgio Napolitano

Giornata impegnativa quella di giovedì per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: incontro con una delegazione dell’Italia dei Valori, inaugurazione dell’archivio storico del Quirinale e cerimonia per i 150 anni dell’Associazione Nazionale Magistrati.

In chiusura di quest’ultimo impegno, una dichiarazione: «Quella della magistratura è una funzione da esercitare secondo i principi della nostra Costituzione in piena indipendenza ed autonomia, con equilibrio e senso di responsabilità, al servizio dei cittadini».

Dunque la Giustizia «al servizio del cittadino» e non il suo contrario.
 
Una concezione che richiama quella posta a fondamento del Libro Bianco dal Ministro per il Welfare e che reclama al centro la dignità della persona/cittadino; e che, per converso, ripudia le tante volte in cui sono stati messi al centro, al suo posto, interessi personali e/o di categoria, sino a portare il «sistema Paese» all’attuale drammatica situazione di inefficienza e di distacco dalle principali Nazioni occidentali.
 
Il Presidente Napolitano reclama «il necessario rispetto che è dovuto alle fondamentali Istituzioni della nostra Repubblica»; e come potremmo non essere d’accordo noi cittadini, pienamente consapevoli che nulla le può surrogare?
 
Questo, però, non può significare accettare supinamente le infinite discrasie della nostra comunità nazionale, né per noi oggi né per i nostri figli domani. La democrazia è anche questo.
 
Purtroppo non si vede incisività nell’azione della classe politica: si reclamano da più parti le riforme, ma l’immobilismo sembra prevalere. Pazientemente aspettiamo che si passi dalla reazione all’imprevisto (emergenza spazzatura a Napoli, crisi dei derivati, terremoto in Abruzzo) all’azione mirata per il cambiamento (riforme istituzionali, legge elettorale, riforma dell’amministrazione della giustizia, riforma della Pubblica Amministrazione, riforma del lavoro).
 
Forse è necessario fare nascere un «nuovo cittadino», che sappia stare al centro, come pensa debba essere il nostro Presidente.

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