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Alternative alla crisi: reinventarsi un lavoro

L’argomento ricorrente che torna spesso sulla bocca di tutti è la crisi che sta attanagliando il mondo intero. Purtroppo chi ne risente di più sono sempre le persone più deboli e le persone del sud Italia che non riescono a venirne fuori in alcun modo. Ma come ci si comporta di fronte ad una catastrofe di simile portata? L’importante è di non lasciarsi sopraffare dall’angoscia e dalla disperazione. Quando si parla di una situazione serissima come quella del lavoro è necessario mantenere la capacità di non drammatizzare più di tanto e, soprattutto, passare all’azione per entrare nel circolo del recupero del lavoro perso; ma come si fa a riciclare il lavoro, ci si chiede con sbigottimento? A questo punto si deve necessariamente analizzare una realtà nella quale molti si sono imbattuti: persone che per scelta o per necessità hanno voltato completamente le loro pagine professionali e si sono inventati un lavoro lontano milioni di anni luce da quello che facevano prima.

 

Nonostante la crisi c’è gente che coglie opportunità impreviste e ritrova l’equilibrio perduto. Quante persone hanno dovuto subire la fatidica frase dal datore di lavoro: “Mi dispiace veramente licenziarla, ma non riesco più a sostenere l’azienda”. A volte, però, perdere il lavoro può significare anche trovarne altri migliori. Così succede che un bravo architetto, stanco di fare lunghissime ed inutili trafile, si è industriato a disegnare zoccoli di legno artigianali, borsette e portafogli che riusciva, poi, a rivendere facilmente a piccole boutique site in località turistiche.

Non è importante il modo in cui si arriva al cambiamento, ma lasciarsi alle spalle quella zona grigia di staticità ed arrivare ad una vera sintonia tra gli intenti e il fare. C’è chi ha trasformato la cantina in un negozio di oggetti per la casa; oppure arrabattarsi a disegnare abiti in tessuto techno che non hanno problemi di taglia, non si stirano e si vendono agevolmente a meno di 50 euro.

Nessun impiego durerà tutta la vita. Per questo è importante crearsi alternative per non restare imbrigliati nello spettro della disoccupazione. La volontà di riuscire non va mai in pensione. La realtà insegna che guardare al di là dei modelli prestabiliti (nel lavoro, nei sentimenti, nelle scelte in genere), è un valore inestimabile, un motivo potente di miglioramento, che premia sempre chi non vuole soccombere. La voglia di fare e l’autostima porta ad essere pienamente se stessi, che, in fondo, è il primo vero dovere di chi non vuole mai arrendersi di fronte a qualsiasi difficoltà della vita.

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