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Allucinazioni visive complesse colmano i vuoti della coscienza umana

Figure umane, animali grotteschi, insetti invadenti, sono gli esseri che popolano particolari allucinazioni. Forse non così dannose.

Le allucinazioni visive complesse (CVH) sono causate da diversi fattori, si presentano ben definite e con brillanti colori quando si è svegli. Possono essere popolate da adulti e bambini, immagini lillipuziane, facce deformi, animali e scene complesse, spesso prodotte in situazioni di poca luce o in condizioni di isolamento sociale. In genere possono presentarsi nella sindrome narcolettica, nelle allucinazioni peduncolari (lesioni nel mesencefalo), nel trattamento del morbo di Parkinson, nella demenza da corpi di Lewy, in certi tipi di emicranie, nella sindrome di Charles Bonnet, nella schizofrenia, nell’epilessia e negli stadi alterati causati da allucinogeni.

Nell’articolo di Rocha, Caramelli e Oliveira, viene presentato un caso di delirio per infestazione (DI), una condizione inconsueta in cui i pazienti credono che insetti o piccoli vermi vivono e prosperano sulla pelle o dentro il corpo. I ricercatori riportano un caso di una donna di 95 anni che manifesta i sintomi tipici di DI da 7 anni. L’indagine ha la forma di una esposizione ideografica tipica della letteratura neurologica, cioè focalizzata a descrivere il caso specifico. Il caso delirante è stato trattato con l’aripiprazole, un antipsicotico atipico di terza generazione.

“Agli inizi, ci sono state sensazioni di prurito e formicolio sulle braccia e la testa. Successivamente, sentiva piccoli vermi, con forme e colori diversi, che strisciavano sulla sua pelle o svolazzanti attorno al suo corpo. Dopo due anni, ha cominciato a vedere piccole zucche e fiori spuntare dal suo corpo e della lattuga muoversi sul tavolo. Si lamentava di vedere acqua che gocciolava dalle mura e per le pozzanghere che si formavano sul pavimento. Di tanto in tanto, vedeva bambini piccoli camminare sulle pareti e anche vermi sul pavimento e i muri. A volte, parassiti davano fuoco a piccoli oggetti. I rapporti con la sua famiglia divennero difficili e i medici non le credevano”

Nei vari test cui fu sottoposta furono proposte due diagnosi: allucinazioni visive complesse dovute a degenerazione maculare della retina e delirio per infestazione. L’aripiprazole sembra aver ridotto i sintomi allucinatori. “Un mese dopo il trattamento, alcune volte, la lattuga si muove sul tavolo, ma i parassiti sono scomparsi anche se, la paziente aggiunge, so che sono in casa”. Il trattamento farmacologico pare aver avuto successo senza effetti collaterali, eccetto che per una lieve forma parkinsoniana. Tuttavia, la donna ha manifestato deficit visivi, ipoacusia e fluenza verbale deficitaria, elementi che fanno ipotizzare una diagnosi di demenza.

Sono soprattutto gli anziani, in genere donne, che hanno problemi di DI. Il disturbo ideativo e l’interpretazione delirante sono connessi con le sensazioni anomale di origine dermatologica, neurologica o metabolica, probabili meccanismi coinvolti nel DI. Un caso drammatico e affascinante, esempio di potenti processi di ordinamento, di equilibrio, di continuità percettiva soprattutto quando la cognizione è influenzata dallo scorrere del tempo ed è esposta alle inevitabili sindromi neurologiche dell’età avanzata. Le visioni sembrano riempire possibili buchi della coscienza, della memoria, dell’orientamento. Un amico suggerisce che il flusso percettivo deve essere continuo, a costo di fare a meno della percezione in senso stretto. Io aggiungo che il costo è ripagato dalla sopravvivenza del cervello e della coscienza in un confronto senza precedenti con il tempo.

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