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Alitalia: contribuente, drizza le orecchie

Alitalia: contribuente, drizza le orecchie

E così, il “capitano coraggioso” Roberto Colaninno ha scelto il palcoscenico per lui più problematico (il Festival dell’Economia di Trento) per annunciare al mondo che Alitalia ha qualche problema. Palcoscenico problematico perché il ragioniere mantovano appartiene alla sempre più folta schiera di “artigiani del fare” che provano crescente fastidio verso le analisi e le obiezioni di provenienza accademica.

Il problema di Alitalia è che i risultati previsti per il 2010 sono in ritardo di un anno, spiega Colaninno contraddicendo l’ottimismo del suo uomo-macchina Rocco Sabelli. Se nel 2011 non arriverà il pareggio operativo, dopo la perdita di 320 milioni di euro accusata nel 2009, Alitalia andrà ricapitalizzata. C’è la crisi, dice Colaninno, e poi c’è quel cattivone di vulcano islandese, malgrado Colaninno stesso precisi che il vettore italiano ha potuto contare sul fatto che Fiumicino è rimasto aperto e Alitalia non ha avuto l’impatto negativo sull’operatività che hanno invece accusato Air France e Lufthansa.

Che succederà quando (e non se) Alitalia dovrà essere ricapitalizzata? Ricordate che questo è lo stesso Colaninno che, lo scorso 20 maggio (quindi conti alla mano, si presume), proclamava spavaldo: “Il sogno di Air France di comprare Alitalia non si realizzerà”. Prendiamolo in parola: chi caccerà allora i soldi? I patrioti della cordata tricolore, che sudano freddo solo all’idea? Corrado Passera, che si era brillantemente liberato del grande fido Airone? Oppure qualcuno, a Palazzo Chigi, si alzerà un bel mattino e, temendo che i turisti possano essere rapiti da Air France (l’acquirente naturale, da sempre, se solo non fossimo un paese di cleptocrati e grassatori), invocherà l’emergenza nazionale e la continuità territoriale per una bella nazionalizzazione?

E’ presto per dirlo, anche se i conti sono là da vedere, soprattutto in ottica comparata con quello che è stato l’ultimo anno di operatività “normale” della vecchia Alitalia. Malgrado la distruzione dell’Antitrust, i margini ed i ratios operativi vanno peggio, soprattutto il load factor, la società afferma di non riuscire a comprimere il prezzo medio del biglietto sotto il “limite invalicabile” (Colaninno dixit) di 120 euro. Servirà a poco sbertucciare gli 1,55 miliardi di perdita operativa di Air France di quest’anno quando si appurerà a quanto ammonta il valore economico d’impresa di Alitalia, tra un anno.

Anche per questo motivo i contribuenti italiani sono avvertiti: tenete gli occhi aperti. E soprattutto, in caso foste anche editorialisti, non date la colpa al vulcano Prodi. E rileggetevi quanto abbiamo scritto in passato, se vi avanza tempo.

Commenti all'articolo

  • Di sergio faglia (---.---.---.157) 9 giugno 2010 12:17

    Si puo’ vedere la cosa anche in un’altra ottica: chi parlava di regalo fatto agli imprenditori della cordata e falcidia dei dipendenti dovra’ quantomeno ripensare al questo giudizio.Che Colaninno, come imprenditore, ci sappia fare, al di la’ dei giudizi morali, e’ innegabile. Se anche Lui ha difficolta’, per fortuna che Alitalia e’ stata dismessa, magari anche regalata! Ha fatto parte delle strade obbligate x ridurre il deficit, era ormai un costosissimo, insostenibile baraccone di politica clientelare.

  • Di (---.---.---.94) 9 giugno 2010 15:18

    Che Alitalia sia stata svenduta e’ un fatto acclarato. I conti dell’attuale gestione sono in linea con con quelli del 2007 (circa 1 mil al giorno di perdita) e la situazione attuale puo’ significare due cose: Colaninno e i suoi non sono capaci. Oppure Alitalia non e’ un’azienda economicamente sostenibile. Credo siano valide entrambe. E il grido di Colaninno puo’ solo voler dire altri debiti per il bilancio dello Stato.
    Chi sara’ il responsabile di questo (ennesimo) fallimento?

  • Di pv21 (---.---.---.246) 9 giugno 2010 19:05

    Ad ognuno il suo mestiere. Il "piano casa" invidiato da mezza Europa non è mai decollato. Il "piano carceri" è scomparso. La nostra Borsa è ferma ai valori di luglio 2009 nonostante i 100 miliardi rientrati con lo Scudo Fiscale. Ora il Cavaliere ci dice che rilanceremo l’economia con il nuovo Statuto delle PMI (piccole imprese), frutto di proposta "bipartisan". Di sicuro non mancheranno le repliche del siparietto offerto da PANTOMIMA e RIMPIATTINO ... (=> http://www.vogliandare.it/nat/nc1.html

  • Di Il Gufo (---.---.---.9) 10 giugno 2010 04:00

    Ma sta parlando del Colaninno che nel 1996, in pieno boom dell’informatica, non è riuscito a cavare uno straccio di utile da Olivetti dismettendo le attività di manifattura (eh vabbè, a Taiwan costa meno) ed annichilendo per sempre un marchio storico?
    Poi il "Lui" maiuscolo...guardi che è un pregiudicato, mica Gesù Cristo (crac Italcase-Bagaglino, tanto per dire la bravura della "razza padana").
    Trovo francamente incredibile il suo commento, anche alla luce del fatto che Alitalia gode del monopolio su diverse tratte nazionali grazie al congelamento delle norme antitrust.
    Forse dovrebbe leggere meno Libero e più romanzi, trattasi sempre di racconti di fantasia.

    P.S.
    AirFrance l’avrebbe pagata Alitalia, con debiti annessi!
    Non vedo quindi la fortuna nell’averla regalata a questi signori, pagando peraltro i debiti della "bad company" con le tasse. E l’AD di AirFrance, alla faccia dell’orgoglio nazionale, siede comodamente nel CDA e verosimilmente controlla lo stato del suo futuro investimento.
    P.P.S
    Mi perdoni se si sentirà insultato dall’ironia ma non ne posso più dei buffoni che stanno trascinando a fondo il mio paese e di tutti quelli che li giustificano.

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