• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Al suono dell’inno Italiano, i leghisti se ne vanno

Al suono dell’inno Italiano, i leghisti se ne vanno

“Lasciatemi in pace” ha detto stizzito il Ministro della Repubblica Italiana Roberto Maroni alle domande dei giornalisti che volevano sapere se la Lega parteciperà alla seduta comune del Parlamento convocata per la festa dei 150 anni.
Dopo la Lombardia, dove è bene ricordare il ricatto della Lega che per dare via libera ai festeggiamenti ha preteso una festa lombarda e una bandiera lombarda e nonostante questo hanno disertato l’aula nel momento dell’esecuzione dell’inno nazionale, lo stesso giochetto è stato fatto in Emilia Romagna.
Che i figli del Dio Po debbano fare queste sceneggiate era scontato, quello che invece non è scontato che le anomalie presenti in questi atteggiamenti non vengano mai affrontate.
Qualcuno ad esempio da sempre avrebbe dovuto spiegare a questi signori che nel momento che si diventa rappresentanti istituzionali, si diventa rappresentanti di tutti i cittadini. E sulla costituzione che hanno giurato prima di essere eletti Ministri, Governatori, sottosegretari, ecc... Non certo sull’ampolla del Dio Po o come dice un grande Poeta contemoraneo sulla statuetta dei power rangers.
I cittadini sono stanchi perché si denota in una maniera molto brutale che chi rappresenta le isituzioni non rappresenta nella maniera più assoluta il paese.
Qualcuno dovrebbe dire a questi signori che se non si sentono parte di questo paese, non dovrebbero avere incarichi in questo paese invece di spergiurare sulla nostra Costituzione.
Ma veniamo alle solite dichiarazioni ipocrite, domani qualcuno della Lega dirà una mezza cavolata e tutti felici della mezza cavolata.
Oggi anche il Premier ha voluto spendere una parolina sulla Lega: "E' necessario un rigoroso rispetto dell'unità dello Stato nazionale", ha detto Berlusconi , "Senza la memoria del nostro passato, della nostra storia, della nostra cultura, senza la memoria delle vicende storiche che hanno portato all'unità d'Italia saremmo tutti più deboli, poveri e soli di fronte al futuro".
Massimo Donadi dell’Italia dei valori ha invece dichiarato: "E' ora di finirla con questa pantomima ridicola diventata ora intollerabile: se la Lega non ritiene di festeggiare si assuma le proprie responsabilità politiche ed esca dal governo". La Russa invece dichiara "Non c'è obbligo di presenza, ma c'è l'obbligo di rispetto".
Antonio Misani, membro della segreteria del Pd invece ha detto: "Se non se la sentano di rappresentare il Paese rinuncino allora agli incarichi e ai lauti stipendi di cui godono. E' troppo facile fare i buffoni uscendo dalle aule per non ascoltare l'inno o insultando il tricolore. Il Paese è stanco del banchetto di un gruppo di cialtroni che giocano con la dignità delle istituzioni. Si deve essere orgogliosi di poter rappresentare l'Italia tutta intera, mentre la decisione di assentarsi è un atto offensivo nei confronti dell'incarico che ricoprono e del giuramento fatto". Per il segretario del Pd Bersani invece: "Se disertassero sarebbe una vera vergogna".
Per Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, "Si tratterebbe dell'ennesimo episodio di rappresentanti leghisti che siedono sui banchi di istituzioni che mantengono salda la nostra democrazia, ma che contemporaneamente vogliono dimostrare ai loro militanti che loro di quell'Unità non fanno parte. Se domani, come traspare dalla parole del capogruppo Reguzzoni, una rappresentanza significativa della Lega non sarà presente alla cerimonia e al discorso del presidente della Repubblica, quello sarà un gesto di non ritorno".
I leghisti vorrebbero continuare questo giochetto all’infinito, qualsiasi cosa accada mentre dovrebbero semplicemente vergognarsi e dimettersi.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares