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Al Sisi: giù le mani dalla pena di morte, mentre l’Europa elogia l’Egitto

Ha fatto il giro del mondo, quanto dichiarato da Al Sisi, in prossimità dell'inutile per l'Europa, utilissimo per l'Egitto dittatoriale, che ha ospitato il primo summit della storia arabo-europeo, incontro tra le parti.

Al Sisi ha fatto presente che è una questione culturale avere la pena di morte in Egitto. Europa e paesi Arabi hanno culture diverse. Quando una persona viene uccisa in un atto terroristico, le famiglie vogliono essere vendicate con il sangue. Questo il succo del suo discorso. Ed ha ovviamente smentito che, contrariamente dalle denunce sollevate, gli impiccati di questi giorni, 15 in un solo mese, siano state vittime di confessioni estorte con la tortura. Come l'Egitto d'altronde nega l'esistenza della violazione dei diritti umani, come potrebbe riconoscere ciò?Come potrebbe condannarsi, chi al potere, per come massacrato Giulio Regeni?Non possono.Ma continuano a ripetere tutti le stesse parole. Chiediamo impegno, da un parte. Ci impegneremo, la risposta dall'altra. 
 
Da tre anni a questa parte. Situazione indegna. Come indegna è questa Europa di essere erede di principi e valori definiti massimi per una società democratica. Entusiasmo, orgoglio, soddisfazioni, strette di mano convinte a più livelli ed una legittimazione formidabile per la dittatura egiziana. Chi lo fermerà più Al Sisi, che punta a governare continuamente fino al 2034? Sostenuto dagli USA e dall'Europa? Oltre che dalla Russia, e dall'Arabia Saudita, e non solo? Amico di tutti, o quasi. "L'Unione Europea è il primo partner commerciale dell'Egitto", ha detto il portavoce presidenziale Bassam Rady citando Sisi.
 
Juncker, da parte sua, ha evidenziato, alla conclusione di questo vertice, i solidi rapporti dell'Unione europea con l'Egitto, affermando che il blocco europeo è desideroso di andare avanti con la cooperazione con l'Egitto rafforzandone i legami a tutti i livelli nel prossimo periodo. Alla faccia dei diritti umani violati. E se non bastasse, come sottolineano in Egitto, Junker, ha inoltre elogiato gli sforzi compiuti dall'Egitto sotto il presidente Sisi per raggiungere lo sviluppo economico e combattere il terrorismo e le migrazioni illegali. Ha aggiunto che l'Unione europea continuerà a coordinarsi con l'Egitto per quanto riguarda le questioni regionali e internazionali alla luce della presidenza egiziana dell'Unione africana. D'altronde, il comunicato con il quale si è concluso il primo storico vertice arabo europeo è una importante forma di riconoscenza all'Egitto, prima di tutto. Il vincitore è lui. Al Sisi. Legittimato su più fronti, su più canali, riconosciuto come leader internazionale ed affidabile, alla guida di un Paese importante come l'Egitto, che condurrà la presidenza dell'Unione Africana e che ha ricevuto la riconoscenza di tutti i Paesi membri dell'UE. Nel comunicato si legge che i leader degli Stati membri della Lega degli Stati arabi (LAS) e dell'Unione europea (UE) hanno tenuto il primo vertice il 24-25 febbraio 2019 a Sharm El-Sheikh, in Egitto, sotto la copresidenza di SE Abdelfattah Al Sissi, Presidente di la Repubblica araba d'Egitto, e SE Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, per discutere e affrontare le sfide comuni e attuali tra le due regioni che comprendono il 12% della popolazione mondiale e intraprendere una nuova era di cooperazione e coordinamento. Dopo aver elencato vari punti, si conclude, con questa formula: Abbiamo espresso la nostra profonda gratitudine alla Repubblica araba d'Egitto per la sua cortese ospitalità per questo storico vertice. Abbiamo concordato di organizzare periodicamente vertici LAS-UE, alternando stati arabi ed europei, il prossimo che si terrà a Bruxelles nel 2022. Ed è emersa la necessità di non andare allo scontro ma al confronto. Se questa è l'Europa, meglio starsene alla larga.
mb
fonte vignetta 

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